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Partendo dalla psichedelia e dallo shoegaze degli esordi, la musica della band di rugby si infarcisce di sonorità narcotiche, incorpora influenze blues e malinconiche venature pop. Nell’ultimo album, “Everything Was Beautiful” (2022), Jason Pierce suona sedici strumenti e per il brano ’Always Forgetting With You (The Bridge Song)’ del 2014 ha utilizzato suoni registrati nel cosmo dalle sonde Voyager. All’interno del Barezzi festival l’appuntamento con gli Spiritualized è tra i più attesi ed il concerto ha rispecchiato appieno la complessità musicale del loro ultimo album, “Everything Was Beautiful”, che include influenze che vanno dal cantautorato sperimentale al gospel space pop e dall’altro album ”Pure Phase”.
Di sicuro è stata l’esaltazione delle atmosfere eteree e lussureggianti, frutto di una cura minuziosa per i suoni che raggiunge livelli sinfonici che si esaltano in una location come questa del Teatro Regio di Parma. Il leader della band, Jason Pierce, è decisamente un personaggio complesso, uno psiconauta sperimentatore sotto ogni aspetto che affronta ogni passaggio critico della sua vita, lo attraversa, lo innalza, ne amplia le prospettive e ne rimodula le visioni. In tutte le sue liriche si ritrova il tema della fragilità dell’esistenza, declinata in chiave mistica o terrena.
Questa sera invece il clima umido e piovoso di Parma probabilmente si concilia con quello di Rugby, cittadina della provincia inglese da cui proviene la Band. Il brano di apertura dura ben 17 minuti e da questo si capisce subito la direzione dell’intero live che non lascia spazio ai brani storici del passato ma guarda avanti verso la sperimentazione più pura.
Jason Pierce si è esaltato con le distorsioni della sua chitarra accompagnato da una band composta da altre due chitarre, tastiere, basso, batteria e tre coriste. Ha lasciato poco spazio, anzi nessuno, al dialogo con il pubblico, ma si è concentrato sullo spartito delle canzoni che si è piazzato su di un leggio davanti alla sua postazione entrando nello spirito lirico dell’ambiente. Ma nell’ora e mezza di esibizione di lirico c’è stato ben poco perché Pierce ha concentrato tutto quello che al momento è in grado di dare dal punto di vista compositivo lasciando il pubblico completamente rapito e attento ad ogni passaggio nonostante alcuni brani siano stati decisamente portati agli estremi dello spartito sonoro.
In pratica chi era presente ha vissuto un’esperienza altamente immersiva, dove la musica è sembrata “trasportare” il pubblico in un altro spazio sonoro, ma ben calibrato, con arrangiamenti complessi ma eseguiti con una grande coesione da parte della band. Il live ha così alternato momenti di delicatezza (cori gospel, archi, voci sottili) a esplosioni sonore (chitarre distorte, noise), offrendo un’esperienza emotiva via via crescente aiutata dall’illuminazione che ha contribuito fortemente all’atmosfera “spaziale/psichedelica” della performance che si è conclusa senza bis nonostante il pubblico abbia provato con insistenza a richiamare la band sul palco.
Articolo del
16/11/2025 -
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