È una certezza Alessandro Zannier, uno degli artisti visionari più prolifici di questi ultimi 30 anni… anche se poi ne festeggia 20, quelli ufficiali con il progetto Ottodix così come lo conosciamo (o quasi). Per la Vrec Music Label esce “Il Milione – best of Ottodix 2014>2024”, il best of che sfoglia i singoli di quest’ultima decade, un digipack che somiglia ad un diario di viaggio, dentro cui li possiamo “vedere” e rivivere questi lunghissimi viaggi, le tante contaminazioni, la resistenza quasi politica che Ottodix ha sonorizzato proiettandosi sempre due passi oltre la quotidiana normalità sociale. Ed esiste anche un 45 giri, ultra-limitato nelle edizioni, con il nuovo singolo “Marco Polo” e il primo brano della storia sua e dei suoi sodali. Siamo perennemente in viaggio, altrimenti non resta che l’abbandono… e sono sempre lunghissime chiacchierate, sono sempre parole che riporto a casa con attenzione…
"Il Milione". Venezia. "Marco Polo". Il continuo movimento. Sembrano legami ovvi... e nella tua dimensione personale, c'è dell'altro? Che cosa rappresenta tutto questo per davvero? Beh, sicuramente quello che sottolinei è alla base, con l'aggiunta, direi, del fatto che ho esposto 3 volte a Pechino con opere ispirate di volta in volta a ben 3 album diversi e ci ho pure cantato un brano in diretta tv ("Planisfera"). Questa cosa fa il paio con l'aumento clamoroso dell'attenzione che Venezia ha dato alla mia attività di artista interdisciplinare, tra biennali (2 di seguito), fondazioni, università, musei e istituti di ricerca, negli ultimi 3 anni. Non potevo non cogliere al balzo l'occasione di citare una figura come Marco Polo nei 700 anni esatti dalla sua scomparsa. Era la metafora ideale per il mio percorso. E infatti il comitato per le celebrazioni dei 700 anni mi ha assegnato subito il patrocinio e i loghi ufficiali di MarcoPolo700 nel triennio di eventi a lui dedicati. Poi ovviamente c'è l'idea di spostarsi da sé stessi, di mettersi sempre in cammino e non fermarsi mai e di chiudere un capitolo del passato in un bel libro da lasciare ai posteri. Molti dicono che io sia estremamente prolifico, invece non è vero, sono solo molto costante negli anni. Ce ne metto 3 per scriverne e registrarne uno, di album. Vi sembrano tempi brevi? La qualità richiede tempo e 3 anni sono perfetti per generarne uno. Semmai è la costanza. Nel mio viaggio, più diventa lungo, più il bagaglio pesa, più mi vien voglia di non voltarmi a celebrare. Una raccolta ci sta, racchiude in un solo oggetto-album una decade a disposizione per chi non mi conoscesse, ma ad esempio fare un live o un tour con brani vecchi, non mi attira. Sono sempre troppo preso dal progetto presente e non vedo l'ora di completare quello futuro. E sì che ho amato tutti i miei album, ma non indugio mai sul passato. Per questo ho perso anche molti fans della prima ora. Ma pazienza. Il viaggio è la cosa più importante.
Col senno di poi, visto che parliamo di dischi che fanno un po' il "rendiconto": hai vissuto una evoluzione soddisfacente o, nella visione del tutto, ritieni che doveva accadere o non accadere qualcosa? Ah questa è facile! Doveva accadere di fare più grana! L'unica cosa che manca a questo progetto è una base di sostenitori assidua che venga a tutti i concerti e faccia proseliti, come hanno alcuni artisti o gruppi indie o alternative della mia generazione. Essendo band che hanno gravitato in ambienti pop, rock o alternative facendo sempre quello, hanno potuto nutrire sempre la stessa pianta di fanbase, che in quegli ambiti ti segue e va a concerti anche lontano. Io mi sono spostato sul versante cultura-divulgazione-multimediale, quindi perdo pubblico da club e intercetto pubblico adulto, nuovo in ogni città, che non ha però poi l'abitudine a seguire come un adolescente i suoi idoli. E' un po' come andare a una conferenza. Ci vai, poi se Ottodix ricapita dalle tue parti bene, lo vai a rivedere. Ma non è gente che si compra il tuo merchandise o la tua maglietta o ti ascolta come una ragazzina innamorata. Questo mi piace molto, in verità, è un pubblico sano, maturo, solo che ogni volta bisogna costruirsi la platea attirandola con gli argomenti trattati più che il nome. La gente viene perché è curiosa di ascoltare un progetto a base di musica e ambiente, astronomia o filosofia o canzoni sulla fantascienza o sulla botanica, per intenderci. Non viene (a parte qualche caso) per la band Ottodix, perché non l'ha vista in tv, né sentita per radio. E' proprio un altro campionato da quello dei concerti rock o elettropop e mira sempre più a teatri e rassegne culturali in un'epoca in cui alla cultura vengono tagliati i budget di continuo e i teatri sono privatizzati o inespugnabili sempre più a nuove proposte. Insomma, mi piacerebbe essere stato più fortunato nella mia carriera come tempistiche. Fossi partito negli anni '80 avrei sicuramente fatto tv o venduto dischi anche come artista di nicchia (i numeri erano ottimi anche per gli outsider) e con quello zoccolo duro nostalgico, oggi potrei permettermi budget più alti e una produzione più importante. Tutti gli ex dei gruppi alternative noti fino agli anni '90 ora possono mangiare ancora su uno zoccolo duro e permettersi di fare i guru, perché hanno la nicchia degli '80/90 che corrisponde a un buon seguito, per i numeri esigui di oggi.
Pensando anche ai video...? A riguardarli che tipo di evoluzione senti di aver fatto? I video sono una cosa strana, perché spesso delego altri registi. Ottodix ha una produzione davvero molto sotto il controllo di un'unica persona, il sottoscritto, che impone alla cosa una direzione fin troppo univoca e personale. Da qualche tempo, pur essendo sempre molto attaccato alle mie canzoni e al mio modo di produrre (dopo 5 album autoprodotti, diventa un sistema fisiologico difficilmente alterabile), mi sono messo nelle mani di Flavio Ferri, musicista che stimo moltissimo, ma molto diverso da me, proprio per crearmi un contraddittorio importante. Spesso c'è sana frizione e alla fine viene fuori un valore aggiunto perché la mia opera, già molto ricca di chiavi di lettura, si arricchisce di altri punti di vista o inaspettatamente cambia direzione, a volte in meglio perché vista con altri occhi. Questo vale ancor più per i video, dove ho spesso delegato il regista di turno limitandomi a una supervisione, una volta discussa l'idea di base assieme. Essendo io anche artista visivo e autore dei miei artwork, se dovessi mettere sempre becco anche su tutti i videoclip temo che i progetti diventerebbero troppo pesanti. Solo con "Arca" sono passato alla regia e a montare i video. Un po' per questioni di budget, un po' perché per "Arca" serviva qualcosa di molto visionario e di attinente al mio sogno distopico di una nave spaziale. Era facile cadere tutto nel pacchiano o nella fantascienza di serie B "vorrei ma non posso", delegare era troppo un rischio e mi sono montato io i video. Per "Marco Polo" invece sono tornato felicemente a mettermi in mani di altri. In questo caso del bravissimo Stefano Meneghetti, già collaboratore dell'amico Luca Urbani e che si è occupato anche di Battiato, Brian Eno e altri nomi importanti. Infatti mi ha tolto un peso e mi ha regalato un video bellissimo.
Parliamo di questo 45 giri. Perché questa realizzazione? In sole 20 copie poi… Una specie di edizione limitata di un francobollo da collezione celebrativo, mettiamola così. E' firmato e numerato, è un 45 giri 7 pollici, di quelli classici, uno sfizio tutto mio, che però sta riscontrando molto interesse. Ne ho ancora pochissime copie, chi fosse interessato basta che scriva a ottodixmusic@gmail.com. Il vinile ha anche un lato B con un brano del 1998, preistoria, ma ben riarrangiato per archi nel 2010 dal primo cantante di Ottodix uscito di scena nel 2004. Era stato inserito come inedito nella prima raccolta "O.Dixea - Best of Ottodix 2003>2013" su CD, ma metterlo come lato B del brano del singolo del ventennale, ha il valore speciale della chiusura di un cerchio.
Esistono versione nuove o chicche che non troviamo dentro i dischi ufficiali? Oh, che bella domanda, io amo queste cose. Ma forse intendevi "dentro a questo disco?" sì, oltre all'inedito "Marco Polo", anche per questioni di lunghezza dell'album-best of, abbiamo inserito molti dei singoli nella loro versione "radio edit" ovvero leggermente editata e accorciata per rispettare i tempi radiofonici. Versioni lievemente diverse da quelle degli album, insomma, quindi è la prima volta che vengono stampate su supporto fisico. Così come ho fatto per la prima raccolta del 2013. Ma fingiamo di aver capito male la tua domanda e pensiamo che intendessi dire "ma esistono nella tua discografia chicche o altri inediti che non troviamo nei dischi ufficiali"? Sì. In 20 anni ho prodotto poche canzoni arrangiate e finite e scartate, ma sì, ce ne sono. Alcune le ho già pubblicate come lati B o altre, pur avendo una loro importanza nella mia discografia, non hanno trovato spazio per vari motivi nelle tracklist degli album e hanno avuto delle uscite a sé stanti o eseguite solo live. Credo che saranno sì e no una decina e mi piacerebbe un giorno, per completezza, raccoglierle tutte in un unico album per arricchire la discografia. Brani già usciti come cani sciolti o inediti mai pubblicati. Mi viene in mente "Jules Verne", concepita come uno dei pezzi chiave di "Entanglement", ma l'album era troppo lungo. Ho dovuto sacrificarla e metterla come B side nell'EP in vinile di "Europhonia", secondo singolo estratto dall'album, ma per valorizzarla ho realizzato assieme alla lavagna luminosa di Laura Marini (che ci segue da quel momento on stage) un bellissimo video nel 2021. Infatti, essendo Jules Verne un altro mito del viaggio e dell'avventura come Marco Polo, ho deciso di usarla proprio come B side in formato digitale del singolo di "Marco Polo", l'inedito della raccolta "Il Milione".
Articolo del
23/12/2024 -
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