Abbiamo incontrato uno dei più bravi e prolifici chitarristi della scena internazionale, Justin Adams (il chitarrista preferito di Robert Plant) che in questa intervista ci parla anche del suo rapporto musicale con il bravissimo musicista Mauro Durante con il quale saranno in tour anche in Italia. Qui di seguito le date. Stay Tuned e non mancate ai loro favolosi concerti.
Che suono pazzeschi tu e Mauro Durante. Come vi siete conosciuti? Ci siamo conosciuti al festival Notte Della Taranta in Puglia nel 2012- Ludovico Einaudi era il Direttore musicale con Mauro come braccio destro, esperto di musica regionale. Mi sono innamorato del ritmo e della passione della gente per quella musica, così come la bravura di Mauro come musicista.
Conoscevi già la Taranta come tradizione musicale? Sapevo molto poco della musica della Taranta, ma ascoltandola ho subito sentito connessioni con la musica nordafricana, irlandese e persino blues, che conosco molto bene.
Quando avete deciso che era il momento buono per fare musica insieme? Siamo rimasti in contatto e abbiamo avuto qualche momento in cui abbiamo suonato insieme, e penso che abbiamo sempre pensato che sarebbe stato bello fare di più. Per me è stato ascoltare alcune vecchie registrazioni dall'Epiro nella Grecia settentrionale che mi ha fatto venire voglia di provare a fare musica con il basso, tastiere o una batteria, ma puntando a suonare davvero in maniera potente, con un feeling come andare in trance.
Sei definito da sempre uno dei più bravi compositori di world music oltre che great guitar player. Quando è nato il tuo interesse per le contaminazioni musicali? Quando avevo 16 anni ho vissuto in 4 continenti: America, Europa, Asia (Giordania) ed Egitto (Africa). E in tutti quei posti ho sentito musica che mi trasportava. Quindi non ho mai avuto davvero l'idea di fare un solo genere di musica, per me tutte le sonorità sono connesse e fanno parte della profonda esperienza dell'essere umano. Naturalmente ci sono culture musicali a cui mi sento più vicino, quelle che amo di più sono quelle in cui la trascendenza comunitaria è l'obiettivo: esprimere il dolore e poi trascendere!
Una bellissima avventura con il leggendario Robert Plant e i vostri Sensational Space Shifters. Quando e dove vi siete conosciuti e a chi è venuta l’idea di mettere insieme la band? Robert mi ha chiamato inaspettatamente, non l'avevo mai incontrato prima, sapeva di una scena molto piccola di musicisti a Londra alla fine degli anni '80 che facevano musica con riferimenti ai suoni arabi insieme a Dub, funk ecc., io facevo parte di quella scena. Pensò subito che avrebbe creato una connessione fertile e interessante. E così fu. È stato molto emozionante e stimolante lavorare con lui, insieme abbiamo realizzato 4 album e vissuto avventure in tutto il mondo.
Sei ancora in contatto con lui e se sì avete altri nuovi progetti? Certo, siamo ancora in contatto, è un grande amico, però no al momento nessun progetto insieme.
Still moving? Quest'anno ho suonato con 8 band diverse in almeno 9 Paesi. Pochi mesi fa ho fatto un concerto con i Master Musicians of Joujouka, leggendari musicisti tradizionali del Marocco a Tangeri, e adesso abbiamo pubblicato un nuovo album con Mauro e da ottobre stiamo facendo oncerti nel Regno Unito, Scandinavia e Italia. Quindi, sì, mi sto ancora muovendo, penso che sia una dipendenza, ma spero non troppo dannosa!
Quando potremo sentirti in Italia? Sì, suoneremo in Italia nelle prossime settimane a novembre/ dicembre di quest'anno. Al momento Savona, Roma e Lecce, presto altre date in arrivo. Mi piace viaggiare in Italia, guardare l'arte, il buon cibo e il buon vino, e anche il caffè qui non è male!
Articolo del
15/11/2024 -
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