BENVENUTO SU EXTRA! MUSIC MAGAZINE - La prima rivista musicale on line, articoli, recensioni, programmazione, musicale, eventi, rock, jazz, musica live
|
|
|
Chris Eckman
The Land We Knew The Best
2025
Glitterhouse / Goodfellas
di
Giancarlo De Chirico
|
Nuovo album per Chris Eckman, compositore e interprete, principalmente noto per la sua attività musicale con i Walkabouts, lo straordinario gruppo folk-rock di Seattle.
Ma chi lo conosce bene sa che - accanto alla sua carriera artistica con la band che è cominciata nel lontano 1984 - Chris tiene molto anche alla sua dimensione solista, con tutta una serie di album incisi per la Glitterhouse, l’ultimo dei quali uscì nel 2021 con il titolo “Where The Spirits Rests”. Era un disco stupendo che gli portò diversi riconoscimenti importanti e che ancora adesso chi scrive adora ascoltare.
Ebbene il suo nuovo lavoro si intitola “The Land We Knew The Best” e altro non è che il proseguimento ideale di quel piccolo capolavoro. Chris Eckman ha registrato il nuovo album nella sua casa in Slovenia (dove si è trasferito molti anni fa) insieme al produttore e al chitarrista Alastair McNeil (ex Róisín Murphy). Una volta in sala di incisione ha chiamato due musicisti/amici di vecchia data come Žiga Golob, al contrabbasso e come BlaŽ Celarec, alla batteria. Insieme a loro sono intervenuti altri musicisti della scena jazz locale, come Ana Kravanja del trio folk d'avanguardia sloveno Širom.
Quasi tutto nell'album è stato registrato dal vivo, in presa diretta e il disco riflette pienamente la chimica sorprendente che si è andata a creare fra i suoni delle canzoni e gli umori/desideri delle persone coinvolte. Atmosfere notturne, una vocalità greve, volutamente lenta e pesante, intrisa come è di fango e di dolore. Un album che contiene una musicalità antica e profonda, un disco raro, che ti emoziona ogni volta che lo ascolti. Si canta di amore e di ricordi, come sulla bellissima “Genevieve” che apre il disco, una ballata incantevole, che resta impressa nell’anima.
Sullo stesso livello brani come “Laments”, un pezzo cadenzato e magnifico nella sua drammaticità, e “The Cranes”, altra perla di un genere ancora poco apprezzato qui da noi come l’“alternative country”. Bene anche “Running Hot” e “Butter Cup” fino ad arrivare alla quiete, alla pacatezza acustica di “Last Train Home”, il pezzo che chiude il disco. Soluzioni armoniche che mescolano una narrazione di stampo onirico con l’ipnosi e i testi dei singoli brani che riflettono un diffuso senso di inquietudine.
Album da non consumare in fretta. Un lavoro crepuscolare forse, di certo molto sofferto, ma bellissimo. Da procurarsi in fretta.
Articolo del
06/02/2025 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|
//www.youtube.com/embed/TIuGFvr5yhU?si=_cGdZGpZludEKlRm
|
|
|
|
|
|
|
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|