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Ci sono serate che non si limitano a riempire un calendario di date, ma segnano un punto nella storia di una band e nella memoria del pubblico. Quella vissuta ieri al Teatro Petruzzelli di Bari è stata una di queste. I Negrita hanno presentato il loro spettacolo in due atti, trasformando una location così storica e solenne in uno spazio dove rock, emozione e raffinatezza si fondono in un equilibrio perfetto.
L’emozione della band era evidente già dal primo passo sul palco. Pau, Drigo, Mac e compagni hanno sorriso alla platea come a voler assorbire la magia del momento. Hanno suonato con una cura e una precisione quasi reverenziale, in una location con un’acustica splendida che restituiva ogni sfumatura con nitidezza, amplificando dettagli tecnici ed emotivi. Ogni passaggio, ogni sussurro della voce di Pau, ogni arpeggio di Drigo e Cesare e ogni vibrazione del basso di Rost avevano un peso specifico, come se il teatro stesso diventasse parte integrante dello spettacolo.
La band aretina ha suonato come nelle grandi occasioni, con una miscela di rispetto, intensità e presenza che solo le grandi band sanno mantenere per tutta la durata di un concerto. Il pubblico ha risposto con standing ovation ed entusiasmo palpabile, rendendo la serata un’esperienza condivisa e unica.
La voce di Pau scivolava con naturalezza tra le linee melodiche, sostenuta dalle chitarre che sembravano respirare insieme alla sala. Suoni puliti, arpeggi luminosi, assoli carichi di sentimento: ogni nota sembrava studiata per sfruttare la spazialità del teatro e ogni silenzio aveva il peso giusto. In parallelo ai brani dell’ultimo album, la band ha reso omaggio ai pezzi storici degli anni ‘90, alcuni diventati veri e propri simboli generazionali. Il pubblico, sempre più coinvolto, non riusciva a rimanere seduto, trascinato dall’energia della performance.
Tra i momenti più memorabili c’è stata la performance di “Bambole”, introdotta dal riff tagliente e immediatamente riconoscibile, capace di attraversare la sala come una scarica improvvisa. La canzone ha letteralmente incendiato la platea, scatenando un calore che partiva dal palco e si propagava come un’onda, trascinando il pubblico in piedi. In quel momento si è visto quanto i Negrita sappiano ancora sorprendere, giocando con potenza, controllo e con la naturalezza di chi conosce perfettamente il proprio linguaggio e il proprio pubblico.
Altri momenti sorprendenti sono stati “Sale” e “Malavida en Bs As”, portati direttamente dal tour in acustico. In “Sale” la band ha proposto una versione morbida, elegante, leggera e fresca; “Malavida en Bs As” ha preso una direzione insolita e swing. In entrambe le canzoni, il bassista e il tastierista si sono scambiati di ruolo, creando un effetto inaspettato che ha dato nuova vita ai brani, rendendoli più groovy ed elastici. Il pubblico ha colto immediatamente la particolarità del momento, applaudendo entusiasta.
La serata non è stata priva di contenuto sociale. Pau ha trovato il momento giusto per rivolgersi al pubblico, ricordando l’importanza di restare uniti in un periodo storico complesso che si sta vivendo, rimarcando il concetto già sviluppato all’interno del nuovo album. Una responsabilità individuale e collettiva, simbolo di riflessione e consapevolezza dei tempi attuali. Non è mancato neppure il suo sentito ‘Free Palestina’, pronunciato con convinzione, a confermare il legame tra musica e impegno sociale.
Dal punto di vista musicale, la band ha mostrato una solidità impressionante: la sezione ritmica compatta e precisa, le tastiere che aggiungevano profondità e colore, le chitarre che si intrecciavano senza mai sovrastare la voce. L’acustica del Petruzzelli ha esaltato ogni dettaglio, trasformando il concerto in un’esperienza immersiva, partecipativa e quasi tridimensionale.
Il finale è stato un abbraccio reciproco: la band non voleva lasciare il palco e il pubblico non voleva che se ne andasse. La serata si è chiusa con “Gioia Infinita”, un momento che ha lasciato tutti con una sensazione di ottimismo e positività, a conferma della capacità dei Negrita di chiudere ogni concerto con energia e buon umore. Una prima volta al Petruzzelli che difficilmente sarà dimenticata, né dalla band né da chi ha avuto la fortuna di esserci, confermando, ancora una volta, la loro forza sul palco.
Articolo del
18/11/2025 -
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