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Il binomio divulgazione scientifica-comicità leggera è un esperimento vincente: lo dimostra “Lunga vita agli Alberi”, andato in scena venerdì 5 dicembre al Teatro Ariston di Sanremo con protagonisti Giovanni Storti e Stefano Mancuso. La regia, onirica e raffinata, porta la firma di Arturo Brachetti, che tra meno di 10 giorni (il 16 dicembre) sarà a sua volta protagonista sul palco dell’Ariston con il suo one man show di trasformismo “Solo”.
Appena entrato in scena, Giovanni, che non perde mai la sua vena comica (basti pensare alla carriera leggendaria con il trio Aldo, Giovanni e Giacomo), racconta un esilarante episodio (vero o falso, chi può dirlo?) che sarebbe successo in camerino prima dello spettacolo: “sono venuti in camerino a offrire prodotti locali, insistevano per offrire un amaro, che è la tradizione, io dicevo: prima dello show non posso bere. Poi da un bicchierino sono diventati 7, mentre i tecnici hanno finito le 2 bottiglie. Ah, se adesso partono gli Ac/Dc sappiate che è colpa della tradizione”.
Poi Giovanni entra nel vivo dello spettacolo: c’è questo mio amico, Attilio, che per giocare a padel vuole distruggere un tiglio. Così mi sono arrampicato imitando il verso di un gufo, ma lui con le telecamere mi ha visto. Dobbiamo convincere Attilio a non tagliare quel tiglio!”
Sulla musica di “Guerre Stellari” entra in scena il prof. Stefano Mancuso, “sembri Obi Wan Kenobi”, scherza Giovanni”. Neuroscenziatl e saggista, insegna arboricoltura generale ed etologia vegetale all’Università di Firenze.
Entra quindi in scena il vero protagonista della serata, il grande albero.
Le quinte intanto diventano uno schermo su cui vengono proiettate immagini della natura, numeri, personaggi, tra colori, luci e animazioni.
“Gli alberi sono il pilastro della vita - esordisce il prof - e l’87 per cento della vita sul pianeta è costituita da piante. Il 13 % sono microorganismi, i funghi l’1,2 % e gli animali solo lo 0,3. E addirittura noi umani siamo meno dello 0,01 per cento”.
Tra gli altri dati sorprendenti è che un quadrato di 45 km potrebbe contenere tutta l umanità, come se fosse il Lussemburgo. Inoltre, dato inquietante, dal 2020 sul pianeta abbiamo più asfalto e plastica prodotti dall’uomo che forme di vita”. Tornando agli alberi, su parte dal mondo radicale, ovvero dai segreti delle radici. Un sistema fittissimo e intelligente, in cui le radici delle varie piante comunicano tra loro nel mondo sotterraneo. “Addirittura la segale ha 650 km radici, cioè la distanza da Milano a Napoli”.
Si passa quindi al mondo del tronco, capitolo aperto da una battuta di Giovanni. “Quali sono le differenze tra erba e tronco? L’erba si può fumare, il tronco è un casino”.
Tra i più antichi alberi del mondo ci sono Matusalem, un Pinus longaeva di 5200 anni. E poi addirittura Prometeus, il più antico albero al mondo, di 6200 anni, purtroppo abbattuto negli anni ‘60 per scopi scientifici, suscitando grandi polemiche.
Il viaggio nel mondo arboreo prosegue nella chioma, con i tanti tipi di foglie (che aiutano a ridurre la temperatura del pianeta attraverso un sistema geniale) e infine i frutti. Qui Giovanni entra in platea travestito da bombo e inizia a “impollinare” gli spettatori sparando coriandoli e cotillons tra le risate generali.
Uno spettacolo adatto a tutte le età, che ora prosegue in tour nelle varie città italiane, che dovrebbe coinvolgere le scuole, per il suo grande potere di insegnare divertendo.
Il monìto finale ci ricorda che, mentre sul pianeta ci sono specie botaniche di 5 milioni di anni, l’uomo ne ha solo 300.000, eppure di danni ne fa tanti. Osservando la natura, c’è solo da imparare
Articolo del
06/12/2025 -
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