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Biagio Accardi
Fai Che Accada
2024
di
Domenico Capitani
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Nel vasto panorama della musica contemporanea, poche opere riescono a incantare l'anima e nutrire lo spirito e di sicuro il nuovo album di Biagio Accardi, intitolato "Fai che accada”, sembra essere proprio una di queste. Con nove tracce che si dipanano come fili d'oro nel tessuto dell'universo, del sentire e della spirituale connessione col tutto, Accardi ci lega a doppio filo con la verità di ciò che siamo e di ciò che siamo con e nella terra che viviamo.
Il “silenzio” (inteso come sintesi e come minimalismo) campeggia sin dalle prime note di "Nel silenzio", ci si immerge in un'atmosfera di profonda introspezione, dove l'amore e la bellezza si rivelano nei piccoli gesti e nelle semplici preghiere quotidiane. Accompagnati da melodie avvolgenti e armonie vibranti, i testi del cantautore calabrese risuonano come mantra che risvegliano la consapevolezza dell'Essere Divino che alberga in noi. Attraverso brani come "Il bene" e "La luce", Accardi ci invita a riconoscere e accettare l'interplay tra le polarità della vita, celebrando il potere trasformativo della luce che scioglie ogni oscurità e illumina il cammino verso l'essenza. Troviamo le influenze che arrivano dalla Magna Grecia a fondersi con la visione poetica di lirica, coralità e suono, dando vita a una narrazione che abbraccia il passato e il presente con profonda reverenza. Reverenza appunto: l’uomo si inchina a se stesso che è natura ed è tutto. La World Music non manca anche nella scelta di strumenti dai suoni ancestrali, le radici della sua tradizione (calabrese) la ritroviamo ad imperare in brani come "Le stelle", dove la collaborazione con il talentuoso musicista madrileno Luis Paniagua aggiunge nuovi strati di profondità e mistero soprattutto dentro mantra dal potere evocativo grazie anche a soluzioni dalle sembianze corali. L'arpa celtica di Andrea Seki e gli archi di Massimiliano Gallo creano un intreccio di suoni che colorano il tutto di sentori antichi di antiche leggende e connessioni a stadi primordiali. Sfogliando ”Nel cerchio" e "L'acqua", Accardi esplora le vibrazioni della natura, trasformando gli elementi primordiali in melodie che danzano gli elementi primigeni della natura stessa… dunque di noi. Riconnettersi è il dovere, con le radici, con l’esistenza e le sue amiche ragioni, riscoprire quel legame non ci lascia soli ne sconnessi da ogni altra manifestazione dell’esistenza.
Con questo lavoro, Biagio Accardi ci offre un'opera di poetica bellezza e “severa” profondità, un viaggio musicale che va al di là delle parole (spesso utilizzate come vettore emotivo più che come corpo narrante) e ci avvolge in un abbraccio fatto di armonie e di necessarie trasformazioni. Attraverso la sua musica, ci ricorda che siamo parte di un universo vibrante e in costante evoluzione, e che ogni momento è un'opportunità per manifestare la bellezza e l'amore che risiedono dentro di noi. Che questo album possa essere per tutti noi un lume dentro il buio del consumismo sfrenato e dell’omologazione di vita. Rinascita dentro ciò che siamo.
Articolo del
05/04/2024 -
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