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Il post rock è un pò il riflesso di un universo di suoni infiniti in grado di condurre verso dimensioni altre. I God Is An Astronaut sono, da più di venti anni, lo specchio più lucente di questo modo di intendere il genere. Un sound il loro che è da sempre suggestione intensa, forma onirica fatta di reiterazioni perfette, saliscendi sonori curati nei minimi dettagli. Sul palco di un Largo Venue sold out da tempo, la band ha proiettato il suo mondo sonoro con una cura millimetrica del suono e un potenza emotiva e ritmica davvero coinvolgente, capace di trasportare tutti i presenti verso un altrove lontano.
Ad aprire la serata ci pensa egregiamente la compositrice Jo Quail che col suo violoncello elettrico disegna veri e propri paesaggi cinematici stratificati, trascendendo i confini sonori. C'è la struttura classica e morbida che danza con la sperimentazione contemporanea e l'avanguardia, accarezzata e pizzicata, in un vortice intenso di caos e quiete. Jo Quail compare anche nell'ultimo album dei God Is An Astronaut, “Embers”, e farà capolino verso la fine del live per suonare alcuni pezzi con loro.
Arrivano poi I God Is An Astronaut avvolti da giochi di luci e ombre, da quei bagliori luminosi che sono da sempre essenziali nella loro esperienza live, viatico fondamentale per fluttuare e immergersi fino in fondo nelle loro atmosfere, mentre i suoni guidano verso lande cosmiche e rarefatte e poi si dirigono verso rocciosi e potenti muri sonori. L'incedere di tutto il concerto viene modellato dal suono stesso, da quel vortice strumentale targato GIAA che raggiunge lo zenit con un'ira ritmica incendiaria e tellurica e in cui il ruolo della voce di Torsten Kinsella, evocativo e dilatato, si manifesta solo in pochissimi passaggi per prestarsi al flusso di coscienza delle melodie.
Niels Kinsella, ondeggia, con i suoi lunghi capelli sempre a coprire il volto, tra vibrazioni di basso e visioni elettroniche lambite con un archetto da violino, mentre Torsten Kinsella destruttura e sventra le chitarre e il batterista Anxo Silveira spinge forte sul drumming.
La setlist parte con “Falling Leaves”, brano del loro ultimo album “Embers”, uscito il 6 settembre 2024 via Napalm Records. Si prosegue con “Epitaph” e con uno dei brani più atteso dai fan “All is Violent/All is Bright” assieme a “Suicide by Star” che arriverà qualche pezzo più tardi. E ancora “Apparition”, “Seance Room”, “Odyssey” e “Frozen Twilight”. I GIAA vengono poi raggiunti sul palco da Jo Quail e insieme suonano “Fragile”, la canzone preferita del padre di Torsten e Niels e a lui dedicata, “Oscillation”, “Embers” e “From Dust to the Beyond”.
I GIAA dal vivo sono un eccellente caleidoscopio esperienziale di suoni aperto sull'immaginazione, un peregrinare profondo nella mente e nel cosmo, ora dilatato, ora potente, un sogno lucido che attraversa lo spazio sonoro e oltre, raggiungendo le vette più alte dell'universo strumentale.
Articolo del
20/10/2025 -
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