Elogio della fuga, Eros e Thanatos, passione che diventa cenere senza ardere fino in fondo, bulimia di sesso per gestire il disordine, piacere come ricetta contro il malessere, vite congelate e memorie sospese, sogni che da distopici si fanno incubi. Ma anche voglia di redenzione, ricerca di senso, fiducia nel destino delle sliding doors, le porte virtuali che nascondono opportunità dietro le crisi, e succede anche nella vita vera mica soltanto nei film.
E dappertutto la musica: le liriche delle canzoni, le corde delle Telecaster da accarezzare e pizzicare come un memento di ciò che conta davvero, il suono ruvido e rassicurante dei vinili che sfregano sul giradischi, la voce bollente di Aretha Franklin, le note piene del sassofono, quel rombo nella testa e nel sangue che fa sentire improvvisamente vivi. “Se sono libero è perché sono sempre in fuga” canta Jimi Hendrix. Già, ma da chi scappa Jay? E per andare dove?
Julian detto Jay è il protagonista di Ciò che resta della notte, esordio narrativo di Francesco Giuliani per Marlin Editore, titolo bello e crepuscolare per un romanzo che “suona come un juke box”, straripante di musica, concerti, dj set. “I feel you”, dicono gli anglosassoni, ti capisco perché ti sento, non con le sole orecchie ma con tutto me stesso, mi metto in sintonia con quello che stai dicendo e con ciò che provi senza dirmelo. Così l’autore, avvocato tributarista in un affermato studio legale, appassionato di arti marziali e musicista per diletto in quattro diverse band, ha voluto mettere i lettori in condizione di sentire. Ogni capitolo è introdotto da una play list: il jazz metafisico di Keith Jarret, lo “Stephen Stills” pieno di rabbia e di speranza nei Buffalo Springfield, il blues 3.0 di Ben Harper, la gioia liberatoria dei Traffic.
La musica segue e riempie la vita di Jay, chirurgo plastico di successo, cinquantenne belloccio e desiderato dalle donne di cui però diffida e che tradisce in modo seriale: “Non conosco e non capisco le donne – dice nel prologo – Ne ho amate tante, un numero ininfluente ormai da calcolare, tuttavia riesco ancora a rimanere stupefatto, attonito, tramortito, da qualcosa che qualcuna fa, dice, pensa… Ho imparato che le donne possono oscurare qualunque parte di sé, nasconderla, cancellarla agli altri e poi ridarle luce quando vogliono. Questa è la realtà, e chiunque lo neghi è uno sprovveduto, o è stato ferito a morte”.
Per Julian-Giuliani non esistono le donne: esiste Francesca, la moglie anaffettiva a cui è incatenato in una relazione tossica; White, la giovane amante che per un breve periodo incarna la speranza dell’amore autentico (e che, guarda caso, scrive di musica per una rivista); poi Frida, Carol, Freddy, Vicky, e le tante conquiste ricordate per nome ma bruciate in un battito d’ali.
E’ il rock’n roll a puntellare la vita di Jay e il romanzo, che inizia con una telefonata: suo padre Chuck, americano un po’ guascone che ha fatto fortuna come impresario, è in fin di vita, e lui dovrà tornare da Roma dove vive a Napoli dove è nato e che ha abbandonato dopo il suicido della tormentata madre Rosalyn, e la colonna sonora non a caso è “Someone to Watch Over Me” di Keith Jarrett. Ritorno agrodolce al passato di chitarrista in una band con il Socio e gli amici, serate negli scantinati e feste in villa, microfoni Beyerdynamic 88 e chitarre in legno d’acero (colonna sonora: Songbird dei Fleetwood Mac). Il rapporto con Francesca è una montagna russa, accudisce e respinge, fuoco elettrico e ghiaccio asciutto (colonna sonora: “Baby Jane” di Doctor Feelgood). Il principio della fine quando Chuck e Jay suonano insieme a una cena, Gibson e Stratocaster all’unisono, applausi: “Cercai con lo sguardo Francesca e la vidi nello stesso punto di prima, appoggiata alla balaustra: guardava ancora il mare, dando le spalle al palco.
Ebbi una strana sensazione ma la lasciai andare via sull’onda scura di Mississippi Muddy Waters”. Chiuderanno il concerto con “I Shall Be Released” nella versione di The Band. Come preda di un maleficio, tanto più Jay danza sull’abisso dei sensi, accompagnato dagli amati e beffardi Rolling Stones, altrettanto si ritrova avvinghiato alle macerie del suo matrimonio, fino all’incontro con l’ingenua e delicata White (colonna sonora: Aquarius di Galt Mac Dermot, fischiettata). Ma il fato gioca con noi mortali, non dispensa favori ma prestiti: Francesca venderà cara la pelle, Jay si muterà da predatore in preda, soccombendo a un ménage à trois che riecheggia la crudezza senza spiegazioni del “Danno” di Josephine Hart.
In fondo, lo sa Jimi Hendrix e lo sa pure l’autore, non esiste vera libertà per chi fugge da sé stesso, e non esiste redenzione a costo zero neppure a tempo di musica. Colonna sonora: Timeless Man dei Deepwatersound, che poi sono Francesco Giuliani e la sua amica Claudia, o almeno lo erano trent’anni fa. Quando cantavano “Sympathy for the Devil” Mick, Keith & soci, e con il loro ghigno per sei decadi sono riusciti ad ingannare la morte e l’età.
E’ lì che siamo in “Ciò che resta della notte”: una lotta con la vita nel segno della libertà e di un blues che non muore mai, che rimane aggrappato alla nostra anima.
“Ciò che resta della notte” Autore: Francesco Giuliani Editore: Marlin (Cava de' Tirreni) Collana: Il Portico Anno edizione: 2024 Pagine: 224 p., Brossura
La Playlist del Libro per Capitoli I. INTRO II TIMELESS MAN Deepwatersound Song for you Sigur Rós: Svefn-g-englar Traffic: Glad Keith Jarret: I loves you Porgy Keith Jarret: Someone to Watch over me III FOTO AL METRO Cornershop, Norman Cook: Brimful of Asha J. Geils Band: Centerfold Buffalo Springfield: For What It’s Worth IV TATTOO Garret Hedlund: Hide Me babe The Rolling Stones: Love in Vain Pino Daniele: Alleria Plan 9: For Hillary Snowy White: The Time has Come Ella Fitzgerald: Misty Credence Clearwater Revival: Cotton Fields The Band: The Weight The Rolling Stones: Wild Horses Fleetwood Mac: Songbird Steve Ray Vaughan: Pride and Joy Neil Young: Helpless Roberto Murolo: Fenesta ca lucive J. J. Cale: Sensitive Kind Traffic: Sad and Deep as You Dr. Hook: I’ll Put Angels Around You Ryan Adams: Desire Ben Harper: Forever Birdy: No Angel V DST Thievery Corporation: Heaven’s gonna burn your eyes Muddy Waters: Mannish boy The Band: I shall be released Dr. Feelgood: Baby Jane Soul Asylum: The tracks of my tears VI DENTE NEL SUGO Air: All I need Sean Rowe: To leave something behind Black Country Communion: Song of yesterday VII HANK MOODY Galt Mac Dermot: Aquarius Pat Guadagno: Don’t let us get sick VIII CHAISE LOUNGE Ulla Meinecke: Die Tänzerin Eric Clapton: Call me the breeze Hothouse Flowers: Your nature Bob Dylan: Like a rolling stone IX BEHIND BLUE EYES The Who: Behind blue eyes X INSALATA DI RISO Blue Oyster Cult: (Then came) the last days of May XI F. E W. Tom Waits: Fish in the jailhouse The Clash: Should I stay or should I go Frank Sinatra: My way Frank Sinatra: You make me feel so young Sheila Chandra: Ever so lonely/Eyes/Ocean Dan Wilson: Sugar John Hiatt. Have a little faith in me Van Morrison: Tupelo Honey George Thorogood: Bad to the bone Waylong Jennings: Drift away The Rolling Stones: Sympathy for the devil Dave Gahan and The Soulsavers: Take me back home XII EPITAPH Ozark Mountain Daredevils: Jackie blue King Crimson: Epitaph XIII LA CATTEDRALE Grace Slick and Paul Kantner: Sketches of China Atlanta Rhythm Section: Conversation Pretenders: Message of love Caravan: Nine feet underground Seal: Kiss from a rose Zero 7: Destiny Blind Faith: Can’t find my way home Fun Lovin Criminals: Passive/Aggressive Linkin Park: Leave out all the rest Nick Cave: He wants you XIV VISTA APPANNATA Kansas: Dust in The Wind OUTRO Foo Fighters: Home
Articolo del
10/07/2024 -
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