A distanza di quasi quattro anni dal precedente Veramadre (La Stanza Nascosta Records, 2017), la band di Priverno Veramadre torna a far sentire la sua voce con l’album Karmacaos.
Karmacaos, uscito a febbraio su tutte le piattaforme digitali per l’etichetta La Stanza Nascosta Records, segna una prepotente sterzata rock nelle sonorità della band, che, in passato prevalentemente pop-oriented, si colorano di influenze psichedeliche e sviluppi progressive metal à la Queensrÿche.
Dopo aver recensito l’album, sempre qui su su Extra! Music Magazine, abbiamo incontrato la band per un’ampia chiacchierata.
L’album Karmacaos, registrato e mixato alla MadHouse Records e prodotto da Andrea Madeccia segna una evoluzione nelle sonorità, rispetto al precedente Veramadre. Si tratta di una ben ponderata scelta stilistica?
Sì, abbiamo scelto di mettere nell'album la nostra vera essenza.
Quanto ha influito il cambio di line-up sulla vostra produzione?
Molto. Ovviamente la straordinaria voce di Nahuel e il tocco elettronico di Federico hanno apportato molti cambiamenti alle sonorità della band.
Americo Pucci, oltre che batterista della band, è anche il vostro videomaker. Nell’ ideazione dei videoclip c’è, in concreto, una sinergia tra i vari componenti del gruppo?
Per quanto riguarda il videoclip è opera totalmente di Americo, ma ci siamo comunque consultati prima di definire il tutto.
Il vostro ultimo album è “Karmacaos”. Ci spiegate il significato di questo neologismo?
Durante la stesura del testo, Nahuel ha voluto accendere un faro sulla situazione attuale, caotica e derivante da un karma che non lascia scampo a nessuno… quindi quale migliore definizione di Karmacaos?
Quanto è difficile la promozione di un album nel corso di una pandemia?
Molto, anzi, decisamente impossibile, se si escludono le recensioni degli addetti ai lavori e le interviste a distanza. Non vediamo l'ora di poter portare sul palco tutta l'energia di Karmacaos!
C’è un brano che, più degli altri, segna una frattura rispetto al mood pop-oriented degli esordi?
Sicuramente quello che spicca di più come differenza stilistica è "Vedrai": un pezzo decisamente spinto ma allo stesso tempo rassicurante. Uno dei nostri preferiti dell'album.
Da fruitori di musica, qual è il concerto al quale non vedete l’ora di assistere (una volta finita l’emergenza sanitaria)?
Direi proprio che un bel festival di quattro o cinque giorni come il Firenze rock o un bel festival in Europa con 200 band vada bene per iniziare!
C’è uno scrittore o un cantautore che sentite vicino alle tematiche espresse nei vostri testi (rifiuto dell’omologazione, ricerca di autenticità, disagio esistenziale e voglia di rinascita, con un focus sul senso di responsabilità individuale e collettiva)?
Non uno in particolare, siamo molto distanti per quanto riguarda i gusti musicali e ci piace farci ispirare da molti cantautori, italiani e non.
Un pregio e un difetto della vostra musica.
Che domandona, non so cosa rispondere ma possiamo chiedere a chi leggerà questa intervista, ci piace che siano gli ascoltatori a definirci.
Il segreto per mantenere la coesione all’interno di una band?
La sincerità ed il rispetto, sono due cose fondamentali che per fortuna adesso abbiamo la fortuna di avere. In una band non ci devono essere “capi” che impongono, si deve sempre lavorare tutti insieme.
Articolo del
22/03/2021 -
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