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Witchcraft
Black Metal
2020
Nuclear Blast
di
Giuseppe Celano
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Dopo quattro dischi, un cambio d’etichetta e nuova line-up (Rage Widerberg alla batteria e Tobias Anger al basso), gli svedesi Witchcraft arrivano al sesto disco anche se i brani, in realtà, sono eseguiti da Magnus Pelander in chiave acustica.
S’intitola Black Metal, ma si legge apocalyptic folk, e consta di sette tracce figlie di un dio minore ma capaci di evocare un immaginario intenso per un album dalle atmosfere cinematiche (“Sad People”).
La distorsione è assente, nessun riff ribassato, il sound oscuro dell’ultimo Nucleus sono ormai solo un ricordo. Magnus stacca la spina concentrandosi sul lato oscuro della sua anima, in linea con i nostri tempi, sprofondando in un canto ipnotico appena accennato (“Grow”). Un disco visionario che sembra scritto un attimo dopo lo scoppio del Covid-19 capace di suscitare opinioni, reazioni e depressione non proprio elegantemente espressi dal genere umano.
“Free Country” si adatta perfettamente a questi giorni precari alzandosi come un grido di dolore nella speranza di una rivalsa estesa a tutto il globo, ormai sotto scacco per la diffusione di questa virulenta piaga. “Sad Dog”, con i suoi giri armonici e i cambi di tempo, è l’unica a distaccarsi dall’andamento narcolettico di tutto il resto.
Un disco diverso, più simile al precedente al suo lavoro solista, deluderà parecchi fan dei Wtichcraft che, dopo Nucleus, si sarebbero aspettati altre bordate sabbatiane
Articolo del
06/05/2020 -
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