Torna suonare a Roma, all’interno di una cornice bellissima come il cortile interno della Chiesa di San Nicola dei Caetani, sull’Appia Antica, Julia Kent, violoncellista e sperimentatrice canadese, che da molto tempo ormai vive a New York.
Da sempre impegnata a coniugare una impostazione neoclassica e una strumentazione prettamente analogica con le nuove scoperte del digitale e dell’elettronica, Julia Kent ha sviluppato un interesse molto marcato per la musica d’avanguardia e ha collaborato in passato con grandi nomi della scena musicale indipendente come Ben Weaver, Leona Naess, Devendra Banhart, Antony and the Johnsons, Alva Noto, Teho Teardo, Blind Cave Salamander e i Larsen. Ha scritto musica per spettacoli teatrali e per il cinema, ma anche colonne sonore per balletti di danza moderna. Questa sera ci ha offerto una “performance” solitaria, alle prese con i suoni del suo violoncello sapientemente filtrati dall’elettronica.
Un concerto solo strumentale, ma molto evocativo e carico di suggestioni. Persona gentile e naturalmente schiva, preferisce far parlare le sue composizioni. Non aggiunge altro. Ma in quelle note si nascondono riflessioni profonde sulla fragilità della vita e sulla natura transitoria della condizione umana. Composizioni lunghe e sempre con una drammaticità di fondo, tonalità basse e molto profonde che si conciliano con il suo carattere introverso ma che, al tempo stesso, raggiungono gli spettatori e vanno a scavare nell’animo di chi ascolta.
Contrappunti delicati che sono però dotati di una dinamica interna molto forte, talvolta struggente. La musica elettronica che si fonde con la musica d’ambiente, spunti neoclassici che dialogano con la sperimentazione creano un linguaggio nuovo, che non ha bisogno di parole, che arriva comunque. Julia Kent suona a piedi scalzi e con gli occhi chiusi, sembra quasi essere in “trance”. L’artista canadese ha trovato una sua dimensione all’interno di intrecci stilistici diversi anche se, poco prima del concerto, quando ci siamo scambiati un breve saluto, mi ha anticipato che il suo nuovo album sarà più marcatamente orientato verso l’elettronica.
Fin qui Julia non ha mai voluto essere racchiusa in un genere, in uno stile preciso. Ha sempre cercato di modulare la sua sapienza tecnica con il suo istinto espressivo, con la sua libertà d’azione. Nel corso della serata Julia Kent abbracciava il suo violoncello, le cui corde venivano strofinate dall’archetto e, nello stesso tempo, azionava - servendosi delle dita dei piedi - quei comandi elettronici che procuravano poi quegli effetti così suggestivi, talvolta melodici, in altri momenti stranianti.
Una serata da ricordare, vissuta in un susseguirsi di emozioni e di colori diversi che si propagavano sulle mura antiche della chiesa.
SETLIST
Diaphane Finisterra Clouds Light the Night The Leopard Imbalance Glint and Fade Cypress Burn Notice Salute Echo of Wings
Articolo del
28/10/2024 -
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