Carisma, simpatia, talento e voce straordinari. Dee Dee Bridgewater, cantante jazz statunitense nata a Memphis il 27 maggio del 1950, è considerata a ragion veduta come l’erede spirituale delle grandi voci del genere che in passato ne hanno esportato nel mondo lo spirito di libertà.
Nella sua lunga carriera artistica la Bridgewater ha saputo parlare ad un pubblico trasversale fatto non solo di appassionati ma anche di ascoltatori che l’hanno incrociata forse per caso durante una pausa dalla frenesia della loro vita quotidiana. Il gruppo di musicisti che l’ha accompagnata nella serata del 10 luglio 2021 alla Casa Del Jazz, tutti giovani artisti italiani, riflettendone le qualità artistiche (Claudio Filippini al pianoforte, Mirco Rubegni alla tromba, Michele Polga al sassofono, Rosa Brunello al basso elettrico e contrabbasso ed Evita Polidoro alla batteria), sono stati il corollario indimenticabile ad un concerto unico.
In apertura, come di consueto durante gli eventi in programma durante questa stagione estiva alla Casa Del Jazz, altri due musicisti nazionali altrettanto talentuosi, Vittorio Cuculo (Sax) e Danilo Blaiotta (piano), entrambi tra i protagonisti del disco “Ensemble” uscito quest’anno e recensito positivamente dal sottoscritto su queste stesse pagine.
La loro è una breve ma significativa performance che mostra anche dal vivo l’anima vibrante e sfaccettata di questa nuova generazione di giovanissimi jazzisti italiani di cui Vittorio e Danilo sono esponenti di assoluto rilievo, ed a cui il domani donerà certamente nuove opportunità di successo. E poi, eccola, nonostante un’attesa un po' più lunga del solito, l’eleganza salire sul palco con un vestito a fiori ed un grande cappello dal color di smeraldo. Dee Dee ama giocare, con sé stessa, con il pubblico, con la musica ed i musicisti.
Canta anche quando il silenzio alza la voce all’unisono con il suono degli applausi di Villa Osio. L’omaggio che la Bridgewater fa durante questa serata è a tutti coloro che hanno guidato il corso della storia di questa musica nata schiava per poi vivere da immortale.
Chick Corea, Herbie Hancock, Thelonious Monk, sono una piccola parte di questa eredità musicale che la voce di Dee ha cantato nell’arco di due ore, alternandovi ricordi ed aneddoti personali, senza mai cedere alla stanchezza nonostante i suoi 71 anni d’età. Verrebbe proprio voglia di abbracciarla Dee Dee, di ringraziarla come fosse una madre o una sorella che ancora oggi ti ricorda il valore della vita e le sue illimitate possibilità.
Roma lo ha fatto ancora una volta, seppur a distanza ed obbligata ad indossare delle mascherine, ma sono sicuro che la grande donna del jazz abbia percepito comunque questo caloroso affetto anche dal palco, e lo abbia portato con sé nel lungo viaggio di ritorno verso casa.
Articolo del
12/07/2021 -
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