- Ciao Kiol, è un piacere poter intervistare un artista che ha calcato così tanti palchi in giro per l'Europa! Qual è il live che ti ha lasciato il più bel ricordo e perché?
Devo dire che uno dei “Big” con cui ho condiviso il palco e che mi è rimasto davvero a cuore è Joan Baez. Aveva attorno a sé un’aurea magica, parlava con gli occhi e con le espressioni. Ha guardato tutto il mio show da dietro le quinte, che non è scontato, perché di solito quando vanno in scena gli opening act, gli headliner sono in camerino a prepararsi. Lei invece è rimasta e finito il concerto mi ha abbracciato forte. Non lo dimenticherò mai. Anche Natalie Imbruglia è stata una fantastica compagna di tour, lei e la sua band; mi invitavano sempre a bere con loro dopo il concerto e ho passato un sacco di bellissime serate musicali con tutti loro!
- Il più brutto?
Di brutti veramente brutti devo dire che non ce ne sono. Però vi posso raccontare il più imbarazzante: ero ad Haarlem in Olanda, durante un lunghissimo tour iniziato il mese prima e che stava per concludersi pochi giorni dopo il concerto ad Haarlem con il mio primo concerto a Londra. In Olanda ero già abituato a suonare, sapevo come parlare al pubblico, mi sentivo un po’ a casa. Ma in vista del mio primo concerto in UK iniziavo a preoccuparmi di dire cafonate nella loro lingua, quindi ho iniziato a prepararmi proprio quel giorno li, ad Haarlem. Fatto sta che giunto il momento di suonare, salgo sul palco, gaso il pubblico con le prime due canzoni belle tirate, mi avvicino al microfono e urlo come se fossi stato in uno stadio “Ciao Londra! È cosi emozionante per me essere qui nel Regno Unito”. Non mi ero minimamente reso conto di quello che avevo detto, ma notavo negli occhi del pubblico uno sguardo perplesso e il mio chitarrista mi si avvicina e ridendo mi ricorda che ero ad Haarlem, in Olanda. Fatto sta che mi invento una balla per scusarmi con il pubblico e riattacco a suonare. Da li in avanti, ogni volta che faccio un sound-check, che io sia in Italia o in Francia o in Spagna urlo: Ciao Londra!
- Quali sono i tre brani che preferisci del tuo ultimo album "Techno Drug Store" e perché.
Impossibile. Non riesco ad avere preferenze in quanto sono tutte le mie bimbe! Diciamo che parlando di produzione posso dire le 3 il cui suono rappresenta meglio ciò che racconta la canzone: Slave, perché ti riporta esattamente nel mood del testo, The Beginning, perché è stata lavorata a 6 mani e tutto ciò ha reso la musica molto più interessante e rispettosa delle parole, Lonely, perché l’abbiamo rifatta tale e quale alla demo ed è stato un processo azzeccatissimo. L demo di Lonely rappresentava tutto ciò che dico nella canzone, e allora abbiamo risuonato tutto senza cambiare nulla.
- Cosa verrà dopo questo album?
Un altro Diciamo che forse il prossimo lavoro che farò uscire sarà un EP, così da non bombardare i miei ascoltatori con un altro album pieno di canzoni! Sto già lavorando a quasto nuovo EP e devo dire che sto ricercando una sonorità più intima rispetto a quella di Techno Drug Store. Penso di avere un paio di bombette di canzoni in questo EP, non vedo l’ora di produrlo.
- Come stai passando le tue giornate in questo periodo storico poco felice?
Da quando ho iniziato a scrivere musica mi sono sempre concentrato su una cosa: fare quanti più concerti possibile. Questo ha creato in me il bisogno di portare la mia musica dal vivo; fare uscire una canzone su Spotify e parlarne su Instagram non mi basta, ho bisogno di vedere le emozioni negli occhi delle persone mentre ascoltano la mia musica! Siccome mi sono sempre concentrato sul cantare dal vivo e portare la mia musica in giro, mi sono ritrovato nella situazione in cui l’unico modo per parlare alle persone è tramite i social networks. Inutile dire che non avendo mai improntato la mia carriera sull’utilizzo dei social, mi sono ritrovato, e tuttora mi ritrovo fermo, in attesa di poter ricominciare a suonare le mie canzoni davanti al mio pubblico. Ho pubblicato l’album nonostante il periodo difficile, ma l’obbiettivo rimane quello di poterlo suonarlo al più presto dal vivo. Nel frattempo sto studiando molto come migliorare il mio songwriting e la mia produzione, scrivo tutti i giorni e sto già lavorando su un secondo album. Ho iniziato varie collaborazioni e produzioni per altri artisti. Una cosa nuova che ho scoperto grazie a questo lockdown è la magia del Film Scoring, ovvero scrivere musica per i film. Sto studiando parecchio questa materia e non vedo l’ora di iniziare a musicare il primo cortometraggio, un lavoro che mi è stato proposto proprio in questi giorni. La musica non ha limiti, tutto ha bisogno di soundtrack, e io ho solo voglia di giocare. Come persona devo dire che ho trovato il modo di vivere molto positivamente anche questo strano periodo; sono scappato al mare con la mia ragazza e mi sono dedicato non stop ai miei studi e alla scrittura. Questo periodo, nonostante tragico, ha avuto, per i più fortunati, alcuni benefici, rallentando la fretta con cui siamo soliti vivere e dedicandosi e apprezzando le cose vere di questa vita.
- Quando pensi si potrà ricominciare ad andare ad eventi e concerti?
Spero il prima possibile, ma la cosa più importante ora è far sparire questo virus dalla faccia della terra, quindi non mi lamento, perché sto bene, e aspetto.
- Un saluto ai nostri lettori!
Ciao a tutti i lettori di Extra Music! Spero di avervi suscitato dell’interesse per la mia musica e di vedervi presto sotto il palco ad ascoltare insieme un po’ di musica dal vivo .
Articolo del
24/03/2021 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|