Il 3 luglio, nonostante fosse un giorno feriale ed estivo-bollente, ho avuto occasione di ritornare in un luogo a me caro artisticamente: Videocittà. La mia ultima intemerata l’avevo fatta due anni fa ed ero rimasto senza fiato per l’intensità dei concerti e dell’offerta artistica. Questo festival, con la sua capacità di riconnetterci alla realtà e proiettarci nel futuro, ha proposto attività e panel inseriti in una programmazione fittissima e ricchissima. Perciò, come di consueto e sfidando l'horror pleni, scrivendo per una rivista musicale, mi sono concentrato sugli eventi che includessero un elemento sonoro o musicale.
Prima di immergermi nelle performance, ho fatto una capatina sulla terrazza del Gazometro, dove il presidente e l’ideatore di Videocittà, Francesco Rutelli, ha incontrato la cittadinanza. Ha illustrato i temi e l'installazione dell'edizione 2025: il Sole. Questo elemento è stato inteso non solo come fonte primaria di energia, luce e vita, ma anche come metafora profonda della trasformazione digitale e ambientale. Questa scelta tematica, hanno sottolineato gli organizzatori, coincide con l'800° anniversario del "Cantico delle Creature" di San Francesco, un'opera che celebra il Sole e ispira una riflessione sulla sostenibilità e la rigenerazione. Il festival ha dunque esplorato il Sole anche come fonte di spiritualità ecologica, mettendo al centro il rapporto tra l'uomo e la natura. In linea con la sua missione di esplorare la cultura visiva contemporanea attraverso linguaggi digitali e immersivi, Videocittà 2025 si è proposto di indagare l'intersezione tra natura e tecnologia. L'installazione principale, "SOLAR" di Quayola, ne è un esempio lampante, trasformando il Gazometro in uno spettacolo di albe e tramonti digitali che ha simboleggiato la potenza della natura e la sua trasposizione algoritmica.
Dopo essermi goduto una birra fresca sulla bellissima terrazza del Gazometro, in un caldo e stupendo crepuscolo romano, 100% instagrammabile, mi sono diretto verso il primo evento all'interno dell'Opificio. Seduto tra un pubblico internazionale – caratteristica saliente del Festival – ho assistito alla performance "Second Self". Le protagoniste sono Myriam Bleau e Nien Tzu Weng, due artiste interdisciplinari con sede a Montréal, il cui approccio sperimentale unisce suono, movimento, luce e interattività. Bleau è una compositrice e artista digitale di fama internazionale, nota per le sue performance audiovisive ibride in cui la tecnologia assume un ruolo scenico. Weng è una coreografa e lighting designer taiwanese-canadese, la cui ricerca indaga la relazione tra gesto, luce e percezione, muovendosi tra danza contemporanea e media art.
A Videocittà 2025, nell'ambito del Québec Showcase, le artiste hanno presentato questa performance audiovisiva immersiva. In questa opera, il corpo e la tecnologia si sono fusi in una danza ipnotica, con display LED indossabili che diventano estensioni vive delle performer, generando suoni e immagini in tempo reale. Ciò che mi ha colpito di "Second Self" è stata la capacità di offrire un'esperienza rituale e speculare, in cui la percezione dell'identità viene destabilizzata attraverso riferimenti mitologici e interazioni cibernetiche. Un momento di alta intensità è stato sicuramente l’interazione tattile col pubblico – una ragazza ha sfiorato il volto digitale producendo una melodia inquieta ed evocativa. Terminato l'evento all'Opificio, mi sono recato al main stage in attesa di un'altra performance audiovisiva. Il protagonista questa volta è fuse*, uno studio artistico multidisciplinare di fama internazionale, riconosciuto per le sue opere immersive che esplorano l'intersezione tra arte, scienza e tecnologia. A Videocittà 2025, fuse* ha presentato "Onirica () .live", una performance audiovisiva di 45 minuti.
Il significato di "Onirica" risiede nell'indagine della percezione onirica del corpo, dove sogno e realtà si fondono, e si inserisce in una serie più ampia dedicata alla potenza creativa della mente durante il sonno. In quest'opera, che nasce dalla collaborazione con il coreografo Diego Tortelli, il corpo del performer diventa un catalizzatore visivo e narrativo, permettendo a danza e intelligenza artificiale di dialogare in tempo reale. L'esperienza è stata concepita per essere immersiva, rendendo visibili le visioni notturne e interrogando profondamente il rapporto tra umano e macchina, tra strumento e creatore, attraverso la generazione di paesaggi digitali fluidi e cinematici.
Infine, è stato il momento di recarsi all'installazione simbolo del Festival per concludere la mia fantastica esplorazione di Videocittà. Sdraiato su un lettino solare dentro al Gazometro ho assistito a "SOLAR". L'artista in questione è l'italiano Quayola, di fama internazionale, che utilizza la tecnologia per esplorare l'equilibrio tra reale e artificiale, figurativo e astratto, antico e contemporaneo. Le sue opere, che includono installazioni immersive e lavori generativi, reinterpretano pittura paesaggistica, scultura classica e iconografia tradizionale attraverso l'uso di software personalizzati e robotica. Ha esposto in importanti musei e festival internazionali e ha vinto il Golden Nica ad Ars Electronica nel 2013.
A Videocittà 2025, Quayola ha presentato "SOLAR", una grande installazione site-specific nel Gazometro G4, dedicata al Sole come fonte di vita, energia e trasformazione. Il significato di "SOLAR" risiede nella sua capacità di aver trasformato il Gazometro in uno spettacolo di albe e tramonti digitali, con centinaia di fasci luminosi guidati da un braccio robotico che creano una danza di geometrie in movimento ispirate al percorso del Sole nel cielo. L'opera è stata concepita come una potente esperienza visiva e sensoriale che unisce natura e tecnologia, diventando un simbolo della potenza della natura e della sua trasposizione algoritmica, in linea con il tema di Videocittà 2025 che celebra il Sole come metafora della trasformazione digitale e ambientale.
In conclusione, il festival si conferma come un laboratorio per talenti emergenti, offrendo un'esperienza immersiva che fonde arte, tecnologia e sostenibilità, proseguendo un percorso tematico iniziato nel 2022 incentrato sul rapporto tra uomo e natura. Videocittà è un Festival imperdibile e vi consiglio di segnare sul calendario le date del prossimo anno per non perdervi tutta questa bellezza.
Articolo del
07/07/2025 -
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