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A cinque anni dal suo primo album, “Vecchie Cicatrici” (2020), torna finalmente Robbé (Roberto Doto), con un album intriso di cruda realtà, di considerazioni amare e veraci, talmente radicato nell’attualità da renderlo una protesta musicale sul conformismo sociale e culturale, mascherato dal “politically correct” di chi è divenuto complice del sistema.
“Chiacchiere da bar”, uscito a novembre 2025, è tutto questo e non solo.
Un bar che, come dice l’autore nella title track, è divenuta l’unica oasi di vera umanità ancora disponibile in un mondo dove la falsità è ormai divenuta la realtà del quotidiano.
Emblematica la copertina dell’album che raffigura L'Appeso, arcano maggiore dei tarocchi, reinterpretato in chiave moderna: un uomo nudo con la barba e la chitarra appeso a testa in giù che, come nei tarocchi, rappresenta il necessario cambio di prospettiva dal quale va osservato il mondo attuale.
Nel complesso si tratta di un lavoro ben diverso dal precedente, meno folk, più cantautorale e sicuramente più coinvolgente per l’ascoltatore.
Robbè è un cantautore con varie influenze culturali tra Puglia, Basilicata, Campania e infine Bologna, dove abita da più di dieci anni, ma anche l’Irlanda, le cui influenze riporta nell’esperienza con la band bolognese Terza Classe, progetto folk contaminato da sonorità tradizionali celtiche.
“Chiacchiere da bar” è denso di storie di vita nelle quali ognuno di noi può riconoscersi, dove si parla di sfruttamento subdolo, di assefuazione a dinamiche sociali e di lavoro, di alienazione collettiva connessa a un declino sociale mascherato dall’idea di vivere nel migliore dei mondi possibili.
Alcuni pezzi rimangono impressi fortemente nella mente dell’ascoltatore.
“Liberami” che è insieme una richiesta di aiuto e un grido di protesta per non cedere alla progressiva disumanizzazione, peraltro mascherata, della società attuale, con la triste considerazione che gli esseri umani sono sempre meno umani, pezzo magnificamente interpretato grazie anche alla bellissima voce femminile di Chiara Furfari che complementa la voce di Robbé.
Parla di smarrimento e avvilimento “Un Paese civile”, del sentirsi come in “...una barca che affonda...” l’essere umano “...lavora tutto il giorno e deve pure ringraziare chi lo ha assunto”.
In questo pezzo, ma anche in altri, l’autore si pone il dilemma fra mollare tutto e sottostare a un sistema lavorativo che annichila l’individuo (che peraltro rimane inconsapevole), arrivando all’amara considerazione che si dovrebbe ricorrere allo psicologo ma costa troppo.
Bello il ritmo, molto ballad, anzi quasi una ballade medievale, un pezzo veramente significativo.
Non da meno “Primo maggio”, un brano interrogativo sul senso della vita, ma più che altro sul rapporto fra lavoro e vita personale in un sistema che chiede alle persone di continuare a lavorare sempre di più per mantenere il sistema, una vera e propria gabbia sociale ed economica.
Un pezzo che fa interrogare l’ascoltatore sulle delusioni che la politica ha regalato a chi invece credeva nella possibilità di una società migliore.
Brano apparentemente leggero, grazie anche a intelligenti espedienti sonori, ma in realtà molto profondo, un pezzo che molti dovrebbero ascoltare, così da ricredersi sul sistema nel quale siamo tutti prigionieri, un sistema che ha promosso maggior benessere che si è risolto invece in sempre maggiore incertezza sul futuro (“... 70 anni ancora a lavorare ... i soldi per andare in pensione, meglio morire prima o la partita IVA?”).
Nel complesso “Chiacchiere da bar” è un album di alto livello artistico, non solo musicale, ma anche poetico, di quella poesia in musica tipica di De André e di Guccini e, se si vuole, ancor più cruda e realista, alla Giorgio Gaber.
Si, perché Robbé mette in musica una profonda analisi sociale e antropologica di quella modernità malata che tutti avvolge, andando a costruire un piccolo capolavoro di lotta morale contro un modo di vivere che siamo ormai costretti a subire.
TRACKLIST 1. Liberami feat. Tabascomeno (Chiara Furfari) 2. Un paese civile 3. Restare a casa 4. Nicola 5. Male moderno 6. Primo Maggio 7. Chiacchiere da bar
LINE UP Robbè (Roberto Doto) chitarra e voce, Fausto De Bellis chitarre elettriche e basso, Simone Lamusta fisarmonica e pianoforte, Elena Mirandola violini e cori, Luca Piazzi tromba, Luca Negro basso e contrabbasso, Giacomo Ganzerli batteria, Chiara Furfari voce (in “Liberami”)
Articolo del
23/12/2025 -
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