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Trans Europe Express
Torniamo nei meandri della scena indipendente italiana con due progetti che ci arrivano direttamente dalla OrangeHome Records. Primo ospite è Stefano Marelli con il suo progetto personale titolato ”Solfiti” che ci regala un dolcissimo ricamo pop d’autore con il singolo “Birra piccola”: si gioca con i luoghi comuni, si sviscera ironia dentro un ricamo scanzonato e leggero, figlio sì di ricordi ma senza un velo di malinconia. “Birra Piccola” ha vinto la categoria Autori del Concorso Canoro di Arenzano. E poi spazio alla voce di Cristina Nico che torna con un nuovo disco eponimo dentro cui campeggia il singolo “La sola cosa che c’è”. Un viaggio introspettivo che attraversa il conflitto con se stessi, gli istinti più profondi in cui dominano le pulsioni dell’Es e il senso di perdita e tradimento. L’autrice compie nel disco il passo successivo a quell’’eremitaggio sociale’ che aveva lasciato nel disco precedente, spingendosi fino alla ricerca del proprio posto nel mondo, a viso aperto e senza paure, l’accettazione di una parziale incomunicabilità e della complessità dei meccanismi amorosi.
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Trans Europe Express
Due penne storiche ospiti di questa puntata. Due penne che hanno segnato pagine di storia e che ancora restituiscono alla propria penna la responsabilità di raccontare il tempo, l’amore, la vita… un impegno alto e importante che significa per noi un testamento, un testimone, un documento che si rende immortale. Primo ospite è Shel Shapiro che torna in scena con un bel disco dal titolo ironico e provocatorio come “Quasi una leggenda”: disponibile in un bel libro fotografico curato da Guido Harari e in una preziosa release in doppio Lp. E poi ritrovo l’amico Ernesto Bassignano, il grande BAX che proprio al nostro tempo strano dedica la sua denuncia poetica, romantica, di dolcissima quiete dentro un suono acustico, snello e senza ridondanze. Parliamo del disco “Siamo il nostro tempo” e sarà la scusa buona anche per ricordare un grande progetto uscito prima della pandemia: “Ritratti d'autore (Bindi, bassignano & friends)”, dove si riscopre la grande canzone di Umberto Bindi attraverso la sua e la voce di illustri artisti della scena d’autore italiana.
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Trans Europe Express
Mi piace assai questa parola che spesso trovo associata alla critica di dischi di questo filo: un suono losangelino. Dunque sfogliamo la pagine di due esordio a mio parere molto molto interessanti. Primo ospite, andiamo ad Avellino con il progetto degli Aminta, e ci troveremo al telefono con Caterina Aprile (cantante) e Lorenzo Pesce (chitarrista), anime portanti di un gruppo ben più esteso che dal jazz aprono a derive nu-soul assai mature e intriganti, prive quasi di riferimenti classici. Un disco d’esordio, un EP dal titolo "Atto I" dentro cui la filosofia dell’amore e della felicità di Bertrand Russell campeggiano sovrani tra le liriche e quel certo modo di tessere assieme suoni e soluzioni. E poi, cambiando pagina, andiamo al nord e troviamoci con Riccardo Ceccarelli, voce e chitarra dei Five Hundred, trio torinese che sforna un primo disco come "Romantici" dentro cui rivive con gusto e attualità quel certo glam disco pop anni ’80 e ’90. Altrettanto gustoso questo liquido fascino che mette in scena "Gelosia cronica", il singolo e il video che apre la pista a questo nuovo viaggio italiano.
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Trans Europe Express
Canzone d’autore in questa tappa di Trans Europe Express che ferma dentro le pieghe della mia terra d’Abruzzo. Amici di vita e poi artisti, compagni, cantautori. Primo ospite, Andrea Di Giustino, di una scrittura pop pulita, alta, di quel mestiere che sa pesare le parole con attenzione. Il suo ultimo singolo “La Rinvoluzione” scaglia frecce acuminate e velenose alla normalità ormai sdoganata da questa società. Critica sociale con intelligenza e un gusto musicale per niente banale. E poi ecco il nuovo disco di Francesco Costantini che questa volta divide la penna con Ovelio Di Gregorio e si accompagna al gruppo Il Ponte della Pietra: un tutt’uno che ci regala un nuovo disco dal titolo importante: “Del nostro tempo”, uscito proprio venerdì scorso per Semplicemente Dischi. Questa volta il suono e la canzone d’autore cercano derive altre, sempre figlie di un certo rock underground di periferia, di città, di anni ’90.
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Trans Europe Express
Una puntata culturalmente alta questa settimana. Lungo la rotta del nostro Trans Europe Express incontriamo due anime colte che hanno investito anni dentro la ricerca… ricerca di radici antiche da una parte e radici di sé stessi dall’altra. Prima ospite è Alessia Luongo che ci riporta a quella Largo di Castello a Napoli nel XVII secolo. Un disco come “Largo di Castello – balli e canti su colascione e chitarra battente alla maniera antica” che riporta alla luce non solo strumenti di una tradizione antica come la chitarra battente o il colascione, ma anche e soprattutto quel certo modo di suonarli e tutte quante le mille connessioni che la forma canzone aveva con il teatro, la commedia buffa e le maschere. E poi spostiamoci a Venezia con la splendida Miranda Cortes: la fisarmonica è il centro, le radici anche qui hanno giocato un ruolo fondamentale… ma da qui si parte per liberare totalmente l’espressione di se e giungere così ricchi ad un disco come “Il Coraggio” dentro cui si cullano scritture inedite che sposano direzione altre, dal pop all’elettronica, dal tango alla sperimentazione. E se nella prima parte andremo a ricercare una storia antica, con la Cortes parleremo di una spiritualità che passa inevitabilmente verso una parola magica quale “libertà”. Entrambe queste pubblicazioni sono figlie della prestigiosa Radici Music Records.
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Trans Europe Express
Due libri perché la musica passa anche dai saggi, dalle inchieste, dai romanzi… perché no, la musica passa anche dalla carta stampata. Due ospiti, due firme importanti del giornalismo musicale italiano. Il primo è Michele Neri, anche colonna portante della nota rivista VINILE e che da poco è protagonista di questa opera monumentale dal titolo “Cantautori e cantautrici del nuovo millennio. Il dizionario”, edito da Iacobelli Editore, dentro cui campeggiano ben 1966 schede biografiche e qualcosa come 10 MILA dischi censiti. Qualcosa che mancava, qualcosa che aprirà la strada per futuri sviluppi e censimenti… qualcosa che sicuramente mancava. E poi indaghiamo una storia rimasta nel mistero da sempre, divertente ma anche assai importante per un disco che ha segnato un’epoca e non solo. Parliamo del libro dal titolo “Freewheelin' in Rome”. La vera storia della prima volta di Bob Dylan in Italia” edito da Arcana, a firma del giornalista Francesco Donadio, anche co-fondatore e caporedattore della rivista EXTRA! Music Magazine da sempre in prima linea alla diffusione di questo format. Indaghiamo, tra le righe di una lettura divertente e assai interessante al tempo stesso, su quella misteriosa prima volta di Dylan a Roma ben 60 anni fa… qualcuno disse che passò anche per il Folkstudio, qualcuno disse d’averlo anche sentito suonare.
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