Sono la “nuova cosa” del panorama rock del momento. I biglietti per il loro concerto di Milano in programma a febbraio si sono volatilizzati in poche ore ed è già ufficiale la loro presenza come headliner il 10 luglio all’Arena Parco Nord per il Bologna Sonic Park. Ma chi sono questi nuovi fenomeni così acclamati da pubblico e (parte) della critica?
I Greta Van Fleet sono un gruppo americano formatosi nel 2012, ma che ha riscontrato il suo massimo successo mondiale da circa 2 anni. Sono un gruppo che inevitabilmente fa parlare di se, per un particolare non da poco. Suonano come i Led Zeppelin.
Per quei pochi amanti della musica rock che ancora non li conoscono, e non solo, i GVF si diversificano dal resto del “mondo” musicale attuale proprio per il loro sound molto vicino a quello che fu del gruppo di Page e compagni negli anni 70. Nessun plagio o cover, solo una grande somiglianza di riffs, distorsioni, ritmiche e timbro vocale del cantante.
Qui arriva il punto cruciale: dei Greta Van Fleet si può dire quasi tutto tranne che non siano, ultimamente, al centro della critica. Nel bene e nel male. Si sono fatti conoscere, almeno in Italia, per i loro più che apprezzabili singoli Highway Tune e Safari Song che sono rimbalzati tra le varie radio per mesi tra la seconda metà del 2017 e l’inizio del 2018. Hanno poi confermato il loro successo tricolore con l’ultima When the Curtains Fall, estratta dall’album Anthem of the Peaceful Army uscito a settembre di quest’anno.
Le influenze degli zeppelin sono più che evidenti: la voce squillante di Joshua fa da padrona tra le melodie dei brani (molto simile a quella di Robert Plant); la chitarra di Jacob presenta quella distorsione appena accennata che già fu di Jimmy Page (attenzione. Non sto paragonando la tecnica chitarristica di Jacob Kiszka a quella di Jimmy Page ma solo le affinità sonore); la batteria aggressiva ma mai troppo invasiva di Daniel Wagner.
Ritengo che per adesso le produzioni dei Greta Van Fleet, per l’obiettivo implicito che si erano prefissati, abbiano rispettato a pieno le aspettative e che, se lo vorranno, possono solo migliorare in quanto hanno la riprova che quello che propongono è un genere musicale che nella storia ha avuto interpreti illustri e che è riconosciuto dai più come uno dei “fondatori” della musica rock moderna, se composto ed eseguito nella giusta maniera.
Ma ahimè non tutti sono dello stesso avviso. Molti dei più puristi della musica rock definiscono il gruppo come un fuoco di paglia che ha riportato in radio e alla tv un suono che non si sentiva più da diverso tempo ormai, ma che è destinato ad estinguersi per il semplice motivo che il sound e il repertorio del gruppo non sono farina del loro sacco.
Quindi prima o poi le idee finiranno e il fenomeno, come è iniziato, cesserà. Altro aspetto molto criticato è la presenza scenica: pare che effettivamente live non siano così energici e coinvolgenti come magari ci si aspetta dalle canzoni, tutt’altro che noiose e piatte. Altri invece, di diverso e diametrale avviso, sostengono che siano i “Led Zeppelin del nuovo millennio” e che siano lo specchio che la musica Hard Rock (e il Rock più in generale) sia un genere ancora in voga anche all’interno degli uffici delle case discografiche oltre che nelle orecchie degli ascoltatori. Ed effettivamente, dopo aver ascoltato attentamente le loro canzoni, non hanno tutti i torti.
La particolarità delle critiche ed analisi che vengono fatte sul gruppo originario del Michigan è che non risulteranno mai troppo distruttive: la maggior parte di coloro che attualmente scrivono per giornali che si occupano di musica, negli anni 70 erano poco più che bambini o ragazzi. Con il sound dei Led Zeppelin ci sono cresciuti e, credo, che risentire quei suoni e quelle ritmiche a distanza di oltre 40 anni abbia anche un valore sentimentale, in un certo senso.
È doveroso quindi prendere con il giusto entusiasmo il successo che sta avendo il gruppo, ma bisogna anche “dare a Cesare quel che è di Cesare” e lodare ed ammirare il fatto che abbiano scelto come genere musicale predominante, uno che ha fatto la storia della musica e, probabilmente, uno dei più amati di sempre
Articolo del
06/12/2018 -
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