Wreckery Fake is Forever  2024  Helixed/MGM di Giuseppe Celano

A metà degli anni '80, i Wreckery erano una presenza importante, il loro frontman Hugo Race era un membro originario dei Bad Seeds.
Suonavano un rock atmosferico e oscuro con un atteggiamento da reietti.

Le loro prime registrazioni sfoggiavano swamp blues, noir-jazz e rock un attimo prima che band implodesse mentre stava raggiungendo il suo apice con l'album Laying Down Law (1988).
A 35 anni di distanza, il nuovo lavoro conserva un fuoco ancora vivido incastonato dentro il loro D.N.A. Sax baritono, liriche pungenti, chitarre distorte e spigolose forgiano canzoni furiose immerse nel melodramma.

Aprono con Smack Me Down dalla ritmica trascinante, frutto del fraseggio fra batteria snella e basso incalzante, il sax cesella ghirigori accattivanti mentre le chitarre sfrangiano la melodia con note sferraglianti. Subito dopo giocano la carta della ballad, The Devil in You, dai toni smorzati e arrangiamenti impreziositi da un violino in punta di piedi mentre la voce di Race avvolge e coccola. Stole it from Alpha Ray parte in quarta scomodando Leonard Cohen e anche un po’ Link Wray. Dopo la meno efficace Whistle Clean, ripartono dritti come treno come Get A Name, attorniata dal sax incisivo, violini impazziti e chitarre dissonanti capaci di evocare atmosfere western.

Evil Eye sfrutta la ripetizione del tema portante delle melodie risultando così tanto adorabile quanto paracula. Si avviano verso il finale attraverso il rock Dragonfly licenziandosi con Young People in stile jazz blues, dalle chitarre dissonanti, basso suadente e quel sax che nascondendosi, ma non troppo poi, nel sottostrato delle tessiture esegue un lavoro di fino intarsiando il degno sigillo di questo lavoro.
Articolo del  14/05/2024 -  ©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati