Chi sono i morti di Scampia? Non sono coloro che sono stati uccisi a colpi di pistola ma quelli che sono spenti dentro, annientati da una vita che li ha dimenticati. Lo cantano gli ‘A67 nel loro ultimo disco, Jastemma, pubblicato da Squilibri, dieci canzoni sull’altra faccia di Scampia: il gruppo napoletano dopo una quindicina d’anni nei quali ha urlato di rabbia contro il malessere della vita quotidiana dedica ora un intero disco all’amore.
‘A67 sta per il titolo di una legge, la 167, che aveva sancito la nascita dell’edilizia popolare in Italia dettando una nuova grammatica urbanistica e facendo nascere quartieri come quello di Scampia. Daniele Sanzone (voce), Enzo Cangiano (chitarra e programmazioni), Gianluca Ciccarelli (basso), Mirko Del Gaudio (batteria) ci raccontano nella lingua materna, il napoletano, che anche l’amore a Scampia non è che un imbroglio quando si vive una vita priva di luce. I registri musicali sono vari, dal rock al reggae, impreziositi dagli interventi degli special guest: Daniele Sepe (sax tenore), Luca Aquino (flicorno), Massimo D’Ambra (tastiere) e Elisabetta Serio (piano). Il CD, nel consueto formato di Squilibri, è accompagnato da un libretto con dipinti e disegni di Mimmo Palladino, nel quale quindici scrittori raccontano a modo loro le canzoni del disco.
Il risultato è un quadro di sentimenti attraverso racconti e poesie, ispirate dai paesaggi sonori dei brani scritti dagli ‘A67. E, come scrive nella prefazione al CD-book, Stefano De Matteis “il tutto regge alla perfezione, come la geometria perfetta di un uovo simile a quello di Virgilio che dà ordine al caos”.
L’amore, dunque, di chi vive ai margini all’ombra incerta del Vesuvio e sembra non avere alternative: di chi ha faticato sempre per dare ai figli quello che non ha potuto avere e poi ha dovuto prendere atto del fallimento. È il concetto del primo brano del disco, “Ammore mì, ci hanno imbrugliato”. Storie irrisolte da parte di chi “non cerca niente non un parola e tantomeno una promessa”.
Lo scrittore Marco Ciriello punta sul brano che dà il titolo all’album, Jastemma: “Un uomo bestemmiava/ contro se stesso/ la sua donna, la sua casa, la sua città/ il mare, il cielo, il vulcano/ contro angeli, santi e madonne/ Bestemmiava tutto il giorno/ e pure la notte/ Dava fuoco all’anima/ Una ventola/ che girava e bestemmiava/ Poi una mattina ha smesso / Ora vaga senza peso”. È un bestemmia la vita: “Me crisciuto, pasciuto, ‘mparato/ scurdato, jettato, lassato e schifato” – cantano gli A67 – ma è una bestemmia anche l’amore “una condanna che mi inchioda, un paradiso senza porte”.
È un linguaggio crudo, poetico, con scene di coppia degne di un film di Bergman: “Tu s’inzista, (che possiamo tradurre sei in gamba, N.d.R.), e carnale ma si te parte a capa si ‘na criminale”. E quando il mal di vivere non si sopporta più allora è meglio stare da soli: “La verità è che non voglio stare sotto questa luce e far vedere quello che sono, quello che faccio” … Pensieri che in questo concept album sull’amore diventano insopportabili nelle notti che non passano: è allora che si rivedono gli occhi di chi ci ha voluto bene. Occhi puntati su di noi “come una pistola che non sa a chi dovrà sparare”. La conclusione è amara: “Tutto finisce, tanto pe’ te ero ‘na pezza, ‘nu vestito can nun mietti cchiù, e ‘a colpa era ‘a mi se nun me vulevi”.
Il disco è stato registrato, missato e masterizzato a Napoli da Enzo Rizzo, Soulfingers studio. Gli scrittori che hanno contribuito coi loro racconti sono: Viola Ardone, Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Giuseppe Catozzella, Marco Ciriello, Amleto De Silva, Luca Delgado, Gennaro Della Volpe (Raiz), Raffaella Ferré, Nicola Lagioia, Loredana Lipperini, Carmen Pellegrino, Angelo Petrella, Alberto Rollo e Gianni Solla. Un progetto performativo, originale e poetico, in cui i versi cantati e le note musicali germogliano in nuove pagine letterarie.
Articolo del
10/06/2022 -
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