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Lee Ranaldo
In Virus Times
2021
Mute
di
Andrea Salacone
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La parola del giorno proposta oggi dal sito della Zanichelli è “cincischiare”. Tra i significati del vocabolo: perdere il tempo senza concludere nulla. Definizione che, per estensione, potrebbe ben rappresentare la natura di questo disco.
Lee Ranaldo dovrebbe godere di un vitalizio per i servigi musicali resi all’umanità con i Sonic Youth, e può vantare una produzione sterminata spesso caratterizzata da ricerca e sperimentazione nel campo sonoro; tuttavia, davanti a un simile album la benevolenza e la stima vacillano.
Composta da quattro parti strumentali, “In Virus Times” è un’opera registrata in solitudine durante la pandemia in cui l’artista sembra davvero cincischiare con la chitarra acustica: pizzica le corde, le lascia risuonare, accenna brandelli di melodia, si lancia in brevi sequenze di note in fingerpicking. Ogni tanto il suono è retto dagli armonici, e qua e là affiorano mugolii, fischi, o fruscio di sottofondo.
Un disco immobile, che produce una noia mortale. La durata è limitata, per fortuna: meno di 23 minuti sul lato A dell’LP; sul lato B, il vinile riporta “incisa” un’immagine frutto della fantasia di Ranaldo (e anche questa prassi delle facciate etched andrebbe perlomeno ridiscussa, ma non è questa la sede adatta per affrontare l’argomento).
Verranno tirati in ballo riferimenti “alti” per nobilitare “In Virus Times”, magari a sproposito (John Fahey? Robbie Basho?), e se ne incenseranno le atmosfere sospese ed evocative, che richiamano lo smarrimento dei nostri giorni.
A noi questa mezzora scarsa ha ricordato, più che altro, alcune delle composizioni di Loren Mazzacane Connors raccolte in “Unaccompanied Acoustic Guitar Improvisations Vol.1-9 1979-1980”. Unica differenza: lì il supplizio si prolungava in quattro CD.
Il dispiacere è terribile nello stroncare il disco. Ranaldo è autore di gioielli acustici come “Here”, miniatura che, riascoltata dopo trent’anni (era nella compilation “Guitarrorists”), mantiene una bellezza radiosa. Un artista del suo calibro può produrre ancora musiche eccitanti e stimolanti, anche se ostiche.
Da quelle proposte in “In Virus Times”, invece, sarà bene tenersi alla larga, e ‒ per affetto nei confronti del chitarrista ‒ far finta che non sia mai stato registrato e messo in commercio
Articolo del
16/11/2021 -
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