Nuovo album per i Lambchop di Kurt Wagner , una band molto fertile e longeva che non finisce mai di sorprenderci per quella sua capacità di creare atmosfera, di avvolgere i suoni in una dimensione particolare, che trascende quegli stessi generi musicali ai quali poi rende puntualmente omaggio.
Ritroviamo una dinamica musicale più o meno identica su “Trip”, album registrato a Nashville nel mese di Luglio del 2019, ma che è stato pubblicato solo in questi giorni. Aggiungiamo inoltre che si tratta di un disco di “cover”, scelte, elaborate e nuovamente arrangiate dai Lambchop negli ultimi anni. Da qui il nome di “Trip”, “Viaggio”, sia perché parte del lavoro è stato fatto in tour, sia perché si è trattato di un percorso a ritroso che ha toccato momenti musicali diversi, a volte lontani fra loro.
Davvero eccellente la lunga esecuzione di “Reservations” dei Wilco di Jeff Tweedy, ma ci sono altre piccole perle come “Where Grass Won’t Grow“ di George Jones, o l’indimenticabile “Shirley” dei Mirrors; e ancora possiamo trovare “Golden Lady” di Stevie Wonder, o “Love is Here And Now You’re Gone” delle Supremes e l’inedito “Weather Blues”, che è pur sempre una “cover”, perché il brano è stato scritto da James McNew, il bassista dei Yo La Tiengo (seppure non sia mai stato pubblicato).
Sei brani in tutto, più o meno noti al grande pubblico, che però sono accomunati dal fatto che sembrano tutti nuovi pezzi dei Lambchop! Infatti l’intesa che si è creata con il passare del tempo, e con l’esperienza del lavorare insieme, ha creato un suono Lambchop che è un marchio di fabbrica per Kurt Wagner e compagni : una vocalità sussurrata e suadente, degli arrangiamenti jazzati, uno sguardo al minimalismo e all’elettronica morbida, e infine sonorità dilatate che fluiscono libere lungo i solchi dell’album.
L’album non ha e non vuole avere un filo conduttore, un tema ben preciso. Passaggi di “alternative country” si alternano a citazioni di “garage rock”, di musica “soul” e di “rhythm & blues “, tutto nello stesso disco, un vero e proprio “Trip”, per l’appunto, da gustare con lo stesso amore, con la stessa partecipazione mista a malinconia che ha guidato la band in questo nuovo lavoro. Da ascoltare.
Articolo del
24/11/2020 -
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