Nuovo album per Beppe Giampà, un cantautore piemontese, originario di Asti, che si è già messo in luce per la sua capacità di mettere insieme musica e poesia, canto e letteratura. Il disco si intitola “La Porta del Mondo” e viene pubblicato proprio in occasione dei primi settanta anni trascorsi dalla morte di Cesare Pavese, poeta e scrittore nativo di Santo Stefano Belbo, nelle Langhe.
Si tratta di un ritorno ad un vecchio amore letterario, perché già in passato, più precisamente nel 2012 , Giampà aveva pubblicato “I Mattini Passano Chiari” , un album prezioso, dove aveva musicato alcune delle poesie di Pavese tratte dalla raccolta “Verrà la Morte e Avrà i Tuoi Occhi” . E’ passato del tempo da allora, Beppe Giampà ha perfezionato il suo stile e le sue conoscenze musicali - attraverso l’esperienza dei “live” ed i suoi successivi lavori solisti - e ci offre una sorta di nuova versione, di rilettura, degli scritti di Pavese, questa volta però molto più interessante sotto il profilo strettamente musicale.
“La Porta del Mondo” per Cesare Pavese erano le colline di Canelli , quel “lungo pendio costellato di boschi, di fiumi e di vigne” che si trova nelle Langhe, descritte con cura ne “La Luna e i Falò” , romanzo del 1950. Un luogo “sacro” anche per la Resistenza e la lotta anti fascista, dove molti partigiani persero la vita combattendo contro l’esercito nazista. Quindi non solo luogo di uva e di tartufi, ma anche della memoria , per quanti conservano ancora ed hanno tramandato i ricordi di quel periodo. L’album è stato registrato presso le Fonderie Foniche di Asti ed è stato prodotto dallo stesso Beppe Giampà e da Gianluca Guzzetta.
In sala di incisione hanno contribuito al progetto e hanno accompagnato Beppe Giampà, chitarra acustica e voce, signori musicisti del calibro di Manuel Daniele, alla chitarra, Marco Genta, al pianoforte e alla fisarmonica, Federico De Martino, al basso e al pianoforte, Italo Colomba, all’armonica, Justyna Wasowska, al violino, Naudy Carbone, alle percussioni, e Chiara Gallino e Claudia Stabile, le due voci femminili. Le composizioni sono davvero molto belle, stavolta non soltanto per le liriche ( che corrispondono ai testi delle poesie di Cesare Pavese) ma anche per le soluzioni musicali adottate, che vanno dal blues al jazz passando per la musica d’autore.
Ci sono piaciute molto “Terra Rossa Terra Nera”, “Un Paese Ci Vuole, “Tu Non Sai Le Colline”, “The Night You Slept” (Cesare Pavese era anche un noto anglista e traduttore) e la riproposta de “I Mattini Passano Chiari”. Un disco di pregio, di rara bellezza, di cui Beppe Giampà va giustamente fiero, come fosse arrivato al compimento di un lungo percorso poetico e musicale iniziato davvero molto tempo fa.
Un album dedicato a Pavese, che riporta quegli scritti che il poeta dedicò alla sua terra: un legame forte, indissolubile, che Giampà ha inteso fare anche suo, onorato di essere conterraneo di un uomo, di un intellettuale che abbinava il suo cuore al genio e al talento. Da ascoltare.
Articolo del
26/05/2020 -
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