“Sono tempi davvero strani… mentre i telegiornali diventano più tetri ogni ora che passa, ci siamo ritrovati a oscillare dalla speranza alla disperazione più totale – a volte da un minuto all’altro. Anche a noi, che ci siamo sempre definiti come persone antisociali, che preferiscono stare per conto loro, questa situazione ha fatto apprezzare la forza e il bisogno di condivisione. La musica – ascoltarla, pensarci o crearla – è sempre stata la cosa che ci ha aiutato a superare ogni evento, sia positivo che negativo. È Pensando a questo che abbiamo deciso di completare i nuovi album Ghosts, è il nostro modo per restare sani. ‘Ghosts V: Together’ è per quando le cose sembrano andare bene e ‘Ghosts VI: Locusts’… beh, potete immaginarlo. Fare questi album ci ha fatti sentire meglio e ci fa bene condividerli. La musica riesce sempre a farci sentire un po’ meno soli al Mondo….e speriamo che faccia questo effetto anche a voi. Ricordate, ci troviamo tutti insieme in questa situazione e anche questo passerà. Non vediamo l’ora di rivedervi. Siate accorti, state al sicuro e prendetevi cura l'uno dell'altro.
Con affetto, Trent & Atticus”
Con questo comunicato i Nine Inch Nails hanno annunciato l'uscita in free download dei due album Ghosts V: Together e Ghosts VI: Locusts. Gli album sono la prosecuzione della serie iniziata nel 2008 con Ghosts I-IV, collezione di tracce strumentali e prima uscita dei NIN ad essere slegata da una casa discografica. Questo dittico, distante dalla mera sperimentazione della serie precedente, è il frutto di una dicotomia ben evidente a partire dalla struttura compositiva dei brani. Gli album sono infatti il riflesso duale di luce e ombra, sogni e incubi, elettronica onirica e oscurantismo industrial. Sono stati d'animo che s'infrangono tra i riverberi di una peregrinazione sonora che custodisce l'incertezza e la sicurezza, le speranze e le paure odierne. Together e Locusts sono la soundtrack ideale di questo universo liquido che stiamo vivendo, fatto di istanti che spesso non riusciamo a toccare fino in fondo, a percepire nella loro interezza. Rappresentano perfettamente tutto questo: la visione sospesa dell'oggi, tra un fardello che molte volte sembra difficile da sostenere, la memoria e l'oblio. Le landscapes ritmiche si contrappongono tra loro, tra calde maree e fredde tempeste che sembrano abbracciarsi per poi distanziarsi nuovamente affondando tra synth e rumore bianco. I titoli dei brani sono poi il veicolo di questa intensa esperienza sonora fatta di contrasti e di emozioni differenti.
Ghosts V : Together è portatore del raggio luminoso che tenta di allontanare la notte, custode del contatto e della libertà. I NIN qui lavorano su visioni sognanti e inconsce; sulla sottrazione e su sprazzi di silenzio; sulla rievocazione acustica di una felicità velata di malinconia, battendo colpi pianistici sulla rarefazione della struttura compositiva (Out It The Open, Together); sul minimalismo degli spettri digitali (With Faith, Your Touch ). Hope We Can Again sembra quasi evocare il caldo lontano di A warm Place, mentre Still Right Here presagisce il crepuscolo con lamine di sonorità industriali molto vicine agli esordi.
Con Ghosts VI: Locusts l'oscurità giunge prepotente come il ticchettio incalzante di The Cursed Clock. Qui troviamo un suono più ruvido, cupo, quasi atavico e metronomico, che intende volutamente sprofondare nel senso di inquietudine, malessere, solitudine e distanza. Il sogno si fa incubo ad occhi aperti in When It Happens (Don’t Mind Me), desolato e mesto, come in The Worriment Waltz. L'angoscia precipita tra i loop primitivi di Run Like Hell. La notte è tristemente luciferina in a Really Bad Night e Just Breath, mentre il vuoto metallico e invisibile avvolge tutto in So Tired e Almost Down.
Raffinatezza e ricerca sonora convivono in questi due lavori che fanno del bianco e del nero la fusione della contrapposizione. All'interno di questa splendida varietà compositiva, traspare infine il qui e ora della realtà. Ghosts V: Together e Ghosts VI: Locusts raccontano al meglio l'isolamento del presente e la claustrofobia incerta di un futuro che volge il suo sguardo a una speranza velata d'ignoto. Due grandi album che narrano al meglio la ricerca dei nostri attuali fantasmi interiori, mentre le parole cessano d'esistere, svanendo nell'urgenza espressiva del suono puro e assoluto.
Articolo del
31/03/2020 -
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