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Ozzy Osbourne
Ordinary Man
2020
Epic Records
di
Gabriele Batistini
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E’ uscito il 21 di febbraio, per la Epic Records (Sony), il tanto atteso nuovo lavoro di Ozzy Osbourne.
Ordinary Man Un album dalle aspettative molto alte, dato anche l’elenco di personalità di spicco della musica che vi hanno partecipato alla produzione come Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers e Duff McKeagan dei Guns’n’Roses.
Undici sono le nuove tracce, di cui tre singoli da me già analizzati in un articolo dedicato su Extra!, che compongono un album dalle due facce. I singoli avevano posto piuttosto in alto l’asticella delle attese data la loro ottima fattura, qualità della produzione e genere musicale inquadrato; ciliegina sulla torta il feat. con Sir. Elton John nella traccia che dà il nome all’album.
Idealmente l’album è divisibile, singoli esclusi, in due parti: la parte di nuove produzioni metal, e la parte dei “favori resi”, si perché avete un’altra chiave di lettura per le ultime due canzoni in feat. con Post Malone e con Travis Scott? Sono aperto ad altri spunti, ma preferirei non soffermarmi su quelle due tracce non eccelse neanche sulla produzione. È vero che il Metal misto al Rap non dà necessariamente un risultato inascoltabile (vedi i Linkin Park) ma in questo caso, a mio parere, non ha neanche bisogno di commenti.
Le altre tracce. Niente di particolarmente innovativo sul profilo musicale ma pur sempre un gran bel prodotto. “Straight to Hell” e “Ordinary Man” fanno da apri e chiudi fila per le prime nuove produzioni “All my Life” e “Goodbye”, tracce forse non eccelse (soprattutto la seconda) ma pur sempre prodotti con un perché. “Under the Graveyard” segna l’inizio della seconda metà dell’album: qua arriva la parte molto interessante dell’album, traccia 10 e 11 escluse per le motivazioni già precedentemente espresse.
Composizioni ben studiate, a tratti metal old school con qualche tratto di innovazione, e produzioni degne di nota. Ora si che riconosco Ozzy. “Eat Me” e “Holy for Tonight” sono tranquillamente le migliori, seguono “Scary Little Green Man” e “Today is the End”. Questo proprio perché le prime due citate si dislocano in un contesto di metal più tradizionale (quindi più apprezzabile dai più) mentre le seconde due presentano qualche forzatura di troppo, come ad esempio qualche passaggio quasi pop.
Attenzione non sto dicendo che non siano belle canzoni, anzi sono piuttosto convinto che la precedente asticella del livello sia stata abbastanza rispettata. Se non fosse stato per il finale dell’album.
Per me l’album si compone di 9 tracce, 3 singoli e 6 nuove. Il mio voto a queste tracce è un 7,5 pieno. Album di pregevole fattura, nuove canzoni che non snaturano mai del tutto il metal che Ozzy ci ha da sempre fatto conoscere, e dopo una carriera annosa come la sua era piuttosto semplice banalizzare e profanare un genere come il metal.
Purtroppo nell’album ci sono anche “It’s a Raid” e “Take What You Want” che per me risultano incommentabili anche perché, nella prima delle due, è evidente la forzatura di ritmi veloci e overdrive degli strumenti (fino ad ora mai ascoltata) per compensare forse la natura canora di Post Malone. La seconda…lasciamo perdere. Se dessi un voto a tutto l’album purtroppo si abbasserebbe abbastanza drasticamente, quindi eviterò. Ai posteri l’ardua sentenza
Track List: 1- Straight to Hell 2- All My Life 3- Goodbye 4- Ordinay Man (ft. Elton John) 5- Under The Graveyard 6- Eat Me 7- Today Is the End 8- Scary Little Green Man 9- Holy for Tonight 10- It’s a Raid (ft. Post Malone) 11- Take What You Want (ft. Post Malone and Travis Scott)
Articolo del
25/02/2020 -
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