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Tawhid
Live At Strike
2019
Cultural Bridge
di
Giuseppe Celano
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Esharef Alì Maghag, vocalist di origine libica, telefona al chitarrista Francesco Mascio con l'intenzione di coinvolgerlo in un quartetto ethno-fusion la cui sezione ritmica sarebbe stata affidata a Paolo Mazziotti e Domenico Benvenuto. Dopo un primo incontro la band si proietta in una session allo Strike di Roma per un’improvvisazione senza alcuna regola.
Basso, chitarra, batteria e voce per una mistura di jazz, fusion, ethno, world, funk, reggae, blues e rock. Registrare e pubblicare il tutto è stata solo una scelta presa in considerazione molto dopo, perché suggerita direttamente dal fonico dello Strike.
Tawhīd - Live At Strike è un viaggio tra generi partendo dalla quasi lugubre “Ex Nihilo” fino alla briosa titletrack condotta da chitarre pentatoniche. Un affresco blues potente su cui si svolge un dialogo serratissimo fra la chitarra di Francesco Mascio e il canto di Esharef Alì Maghag.
In questi 12 brani non solo emergono atmosfere blues e funk ma anche ballad come “Nuovo Sole”, languida sulle linee di basso supportate dallo struscio delle spazzole per impennarsi poi nella sezione centrale, fatta di call and response fra chitarra e batteria. Insomma, sembra di ritornare negli anni ’70, nei live in cui le chitarre prendevano largamente il sopravvento dettando atmosfere e ritmo. La funkeggiante “Swhank” gioca su figure ritmiche ammalianti mentre l’elettrica si fa carico di un wah-wah che sembra regalarle il dono della parola.
Se “Chinese Sunset” lambisce lidi vicini all’estremo oriente, “Atabaeni” ci riporta al vecchio continente (africano) passando attraverso il mondo arabo di “Call To Dawn”.
“Babel Jungle” viaggia su ritmiche afroamericane in cui, questa volta, sono voce e chitarra a essere impegnate nel call and response, serratissimo come un inseguimento fra polizia e criminali dentro i vicoli stretti di una metropoli. Tawhīd in arabo indica l'unicità della divinità, concetto espresso e omaggiato in La mia tribù che sfoggia un bel controtempo su finale in dissolvenza.
Insomma, vi converrebbe smettere di leggere questa recensione (ora che è quasi finita eh) e comprare direttamente il disco
Articolo del
13/07/2019 -
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