Capossela è, probabilmente, l'artista che più di ogni altro profuma di sud, di terra, di commistione fra tradizione e novità. Lo fa con i suoi testi, pieni di leggende e storie strampalate, lo fa con le sue musiche, che oscillano fra le ballate da sagra ed i ritmi cupi della tradizione superstiziosa, lo fa con la sua voce, rauca e dolce al contempo. "Ballate per uomini e bestie", freschissimo vincitore della Targa Tenco come miglior album in assoluto, è tutto questo, è un mix perfetto di "Canzoni della Cupa", "Marinai, profeti e balene", "Rebetyko Gymnastas", è un disco corposo e catartico: racconta il male, la peste dell'uomo per poterla guarire. Dietro c'è un lavoro musicale certosino, una ricerca estrema sulla parola, sulle sue potenzialità e sull'uso del dialetto nella forma canzone.
Da un punto di vista musicale, Capossela prosegue lungo il solco già tracciato in questi anni, con delle ballate folk che alternano a sonorità cupe, in tonalità minori, da rituali misterici ("Uro"), pezzi assolutamente scanzonati e sonorità sghembe, anche qui con un massiccio impiego di accordi minori che sfociano in settime di chiusura strofa ("Nuove tentazioni di Sant'Antonio"), musicalità arabeggianti ed altri arrangiamenti medievaleggianti, dolci ballate cantautorali ("Il povero Cristo") ed addirittura spruzzate di musica elettronica ("La Peste").
A livello testuale, come dicevo prima, c'è una grande attenzione alle parole utilizzate ed ai testi, che schiacciano l'occhio alla nostra realtà. Non mancano, come scritto, anche molti riferimenti alla tradizione dialettale del sud e fantasie di ispirazione letteraria (Oscar Wilde in "Ballata del carcere di Reading"). Testi diretti ed incisivi, ai quali la forma della ballata consente una maggior libertà di verso e, proprio per questo, una maggiore potenza espressiva. Con questo nuovo lavoro, Capossela si conferma artista fondamentale per il nostro tempo, e da un punto di vista della ricerca musicale e da un punto di vista di capacità narrative. E questo ritorno, graditissimo, lo testimonia.
Voto: 9. Pezzo preferito: "La Peste". È uno spaccato della società occidentale. Che, tecnologica com'è, dimentica spesso di fare autocritica. Pezzo socialmente importante
Articolo del
12/07/2019 -
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