Attorno al dubbio “What’s it going to take for me not to be afraid to be loved, the way I really want to be loved?”, Devonté Hynes, in arte Blood Orange ha costruito il suo quarto album Negro Swan: “un'esplorazione dell’anima che passa attraverso vari tipi di depressione nera, uno sguardo sincero agli angoli dell'esistenza e le ansie continue che accumunano le persone di colore". Negro Swan è un disco musicalmente interessante di un autore che spazia senza indugi tra differenti generi e progetti, dalla produzione e songwriting per Solange (Knowles) e Carly Rae Jepsen, alla realizzazione di film come Palo Alto di Gia Coppola, fino all’ esibirsi con personaggi del calibro di Philip Glass. A due anni di distanza da Freetown Sound, Hynes ha registrato questo suo ultimo lavoro in giro per il mondo, dormendo dove capitava e cercando di registrare in studio con qualsiasi attrezzatura disponibile, e il risultato ottenuto non poteva essere dei migliori: intimo e personale, travagliato ed introspettivo, senza mai (s)cadere in una sofferenza monocorde.
Il brano pop-funk “Charcoal Baby” fa da gancio col passato meno recente di , sintetizzatori e distorsioni si alternano ai flauti che mettono al sicuro l’ascoltatore insieme al sax e ai riff di chitarra. Nonostante il pezzo ripeta “No one wants to be the negro swan”, ci si sente avvolti da un caldo abbraccio, quasi come ad accompagnare la trasformazione da brutto anatroccolo a meraviglioso cigno nero. Con “Orlando”, Dev si apre mettendo in musica il vissuto della sua adolescenza, vittima di bullismo da parte degli altri ragazzi, non si piange addosso, fa in modo parlare di come quell’esperienza l’abbia portato a dare il primo bacio al pavimento, un incontro ravvicinato romantico e non di triste circostanza. Contrappone quel qualcosa di così violento ad un momento intimo, e lo fa attraverso la morbidezza della strumentazione. C'è qualcosa di puro e mistico in tutto l’album, come in "Hope”, dove sonorità e liriche generano calore e ottimismo, e dove la voce angelica di Tei Shi bilancia il fiume di parole incalzanti del maestro Diddy.
Su “Dagenham Dream” si alternano liriche importanti a tamburi propulsivi, chitarre appena accennate e synth che d’ensemble creano un groove davvero accattivante. Il brano avanza velocemente fondendosi con "Nappy Wonder", traccia emotivamente avvincente, che vede Kelsey Lu e Hynes duettare con grande intensità: "I sentimenti non hanno mai avuto etica, i sentimenti non sono mai stati etici". In "Chewing Gum” la collaborazione e l’influenza del rap old school è predominante e non è solo merito dei featuring di <>A$AP Rocky e Project Pat. Il brano, che inizialmente appare come una tenera ballata, sembra via via scendere giù nelle tenebre, grazie alla produzione lo-fi di un vecchio disco dei Three 6 Mafia.
Sembra quasi una réunion tra amici che disquisiscono di musica e passate glorie, improvvisamente interrotti sul più bello al minuto 4:23. Il continuum spirituale che unisce la fine di questo pezzo all’inizio del successivo "Holy Will”, soffia come un vento liberatorio tra chitarre elettriche che emulano pianoforti gospel, e che si aprono a cori ecclesiastici degni del vangelo della domenica mattina.
In definitiva Blood Orange fonde R&B, funk, soul e jazz con un'elettronica calda e lucida per creare qualcosa di decisamente sostanzioso. Non vi è alcun dubbio, dunque, che Negro Swan sia un album da capogiro, con sonorità tra le più affascinanti ed accattivanti di tutta la carriera solista di Hynes fino ad oggi. Se quello che l’oscurità restituisce è un cigno nero, vale la pena attraversare l’angoscia del buio per poterlo ammirare in tutta la sua grandiosità
Articolo del
31/10/2018 -
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