A cinque anni dall'ultima data di Milano, dopo vari rinvii dovuti al Covid, tornano in Italia i Deftones nella cornice bolognese del festival Sequoie Music Park. La band di Sacramento, dopo la pubblicazione di Ohms, porta sul palco un muro sonoro potente, un vortice ritmico che da sempre alterna finta quiete a tempeste di suoni inarrestabili. Il loro è un live unico che coinvolge, trascina e spazza via tutto, persino i pensieri, in un colpo solo.
Ad aprire la serata ci pensa Jordan Benjamin, aka Grandson, con la sua energia incontenibile, scheggia impazzita sulla scena colma di sonorità che vanno dall'hip hop all'elettronica, passando attraverso derive alt rock. Il suo set è violento, e lui, che ha all'attivo una serie di Ep e un unico album in studio Death of an Optimist, tiene il palco con una carica contagiosa e un'intensità fortissima.
Immersi in una coltre di fumo, tra fasci di luce scenografici e visual video, arrivano poi i Deftones, pronti a trascinare i presenti in quel loro universo fatto di pienezza di melodie, di distorsioni dilaganti e violenza sonora contagiosa. Nonostante la recente dipartita di Sergio Vega e la scelta di non suonare durante il tour europeo di Stephen Carpenter, la band regala uno spettacolo intenso, totale e incendiario. I due sostituti, Fred Sablan e Lance Jackman, non deludono le aspettative dando in parte nuovo nutrimento ai brani; Abe Cunningham è una macchina da guerra alla batteria e Frank Delgado pennella splendide modulazioni sonore alla tastiera. E poi c'è Chino Moreno, che si muove da una parte all'altra del palco, salta e interagisce col pubblico, ora imbraccia la chitarra, ora fa volteggiare il filo del suo microfono...e c'è la sua voce, carica di emotività imperfetta, che fluttua tra note vocali morbide e spinte di fuoco verso urla infinite. Il pubblico è quello delle grandi occasioni, pronto a scatenarsi e a cantare, pronto a intonare un “happy birthday” all'unisono per il compleanno di Moreno.
È Genesis, brano di apertura di Ohms, ad aprire le danze, seguita da Rocket Skate, tratta da Diamond Eyes. I Deftones mescolano passato e presente: Digital Bath e Change dal 22enne White Pony; Be Quiet and Drive (Far Away), My Own Summer (Shove It) e Around the Fur dall'omonimo disco; Tempest, Swerve City e Rosemary da Koi no yokan. L'encore è invece affidato a quelle bombe sonore che prendono il nome Headup, Lotion e 7 Words.
Vivere, perché di quello si tratta, un concerto dei Deftones, è come incontrare un amico che non vedevi da anni e raccontarsi con eccitazione e trasporto. È come tornare indietro nel tempo sul finire degli anni Novanta, vestiti di rabbia e di sogni, a indossare abiti neri e converse sbiadite, a urlare le utopie e le pulsioni di un'intera generazione. I Deftones dal vivo sono tutto questo: furore e dolcezza, pensiero e annullamento dello stesso, emozione e adrenalina (per citare uno dei loro album) allo stato puro, mentre la notte si muove silenziosa ululando alla luna: I Feel Like More!
Setlist: Genesis Rocket Skates Be Quiet and Drive (Far Away) My Own Summer (Shove It) Tempest Swerve City Digital Bath Around the Fur You’ve Seen the Butcher Sextape Diamond Eyes Rosemary Bloody Cape Change (In the House of Flies) Ohms
Encore: Headup Lotion 7 Words
Articolo del
24/06/2022 -
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