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I Hate My Village
Live @ Eur Social Park - 03/09/2021
di
Silvia Cinti
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Era tutto bellissimo prima, prima che una pandemia si abbattesse con tutta la forza sul mondo. Nel 2019 l’unico pensiero per chi soleva andare ad un concerto rock – il Covid-19 era ancora sconosciuto – era arrivare super puntuale, accaparrarsi un posto in prima fila e scrutare con attenzione i musicisti nel backstage prima dell’inizio della performance.
Questo anno e mezzo è stato duro, lo è ancora e tutti gli ambienti di lavoro hanno sofferto, uno in modo particolare: la musica dal vivo. È necessario ripartire con i concerti in sicurezza è vero, ora c’è l’obbligo del green pass, purtroppo però il piano di tornare a fare gli show come una volta è ancora un’utopia.
Settembre è arrivato e ha riservato una piacevole serata in compagnia degli I Hate My Village che venerdì 3 hanno incantato il pubblico con un concerto quasi sold-out all’Eur Social Park di Roma in occasione dello Spring Attitude Festival ancora in corso. Poco dopo le dieci si intravedono gli I Hate My Village – la super band composta dal chitarrista Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), dal batterista Fabio Rondanini (Calibro 35 e Afterhours) insieme a Alberto Ferrari (Verdena) e Marco Fasolo (Jennifer Gentle) – più che mai pronti a salire sul palco.
Questi artisti tanto talentuosi quanto curiosi di ricercare sempre territori sonori disparati hanno presentato in questo live, quinta tappa del tour estivo, il loro ultimo lavoro, l’Ep “Gibbone” (La Tempesta International, 2021) eseguendo i pezzi: Gibbone e Yellowblack. Oltre al nuovo materiale sono stati proposti durante il concerto i brani del gruppo più noti quali Chennedi, Presentiment, Tramp, Acquaragia, Fare un fuoco, I Ate My Village, Fame, Bahum e infine Tony Hawk Of Ghana. Prima dell’avvio di quest’ultima canzone gli I Hate My Village hanno esortato – come accadeva ad ogni serata – il pubblico a salire sul palco. La speranza di ballare divertendosi insieme ai propri artisti del cuore è durata pochissimo. In una manciata di minuti sono arrivati i responsabili della sicurezza che hanno interrotto l’assembramento invitando tutti a ritornare ai propri posti. Nonostante questo episodio finito male il concerto non ne ha risentito.
Alberto Ferrari era sempre sorridente e si aggrappava alla sua chitarra con amore senza alcun pensiero di responsabilità qualora ci fossero stati errori. Era libero e sincero come tutti i suoi colleghi accanto a lui. Dopo un’ora e mezzo di concerto c’era ancora la voglia di ascoltare buona musica fatta da chi ci sa fare e vive per questo. C’è stato un bis ma gli spettatori ne avrebbe accolto volentieri anche un altro. Si percepisce nell’aria la voglia di divertimento, euforia e caos soprattutto da parte dei giovani che necessitano di questi risvolti piacevoli della vita che il Covid-19 ha inesorabilmente schiacciato. La strada é ancora in salita ma chi ama la musica dal vivo non mollerà e continuerà a sostenerla sempre.
Articolo del
04/09/2021 -
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