(foto di Beatrice Ciuca)
Tornare a Villa Ada, dopo un anno di stop dovuta alla pandemia, è stato come riaprire un uscio nascosto verso una terra dimenticata e bellissima.
Tra i pochi sorrisi e il tanto dolore di questi mesi infiniti, tutto ciò che ci è stato portato via durante il 2020 di colpo è sembrato svanire, ed ora, finalmente, abbiamo ricominciato come collettività a riacquistare spazi comuni d’umanità dimenticata. Questa XXVII edizione di Villa Ada Roma Incontra Il Mondo non poteva avere un sottotitolo più eloquente per sottolineare ciò: “la musica che cura”.
Il festival ha avuto il suo via lo scorso 23 giugno per poi dileguarsi repentino lungo una serie di date con artisti perlopiù nazionali sino alla data dell’8 luglio 2021 con i Radiodervish, gruppo italiano di world music formatosi a Bari nel 1997, che, attraverso 13 album, ha scritto pagine indimenticabili di bellezza musicale attraverso una costante contaminazione tra suoni d’etnie differenti e testi raffinati.
Quelle che i Radiodervish raccontano sono storie che nascono da immensi silenzi e dal brusio sommesso di voci in cammino, frammenti di vite, amori, guerre, che il gruppo ha negli anni trasformato in brani splendidi, cercando di colmare la distanza tra spirito e materia con la poesia di una musica che andasse ad abbracciare tanto la bellezza quanto gli orrori del mondo.
Qualche anno prima di chiamarsi con il loro nome odierno il gruppo guidato dalla meravigliosa voce di Nabil Salameh si faceva chiamare “Al Darawish”, e proprio i brani composti in questa formazione sono il leit motiv dell’attuale tour “In Prima Luce”, in cui si è voluto narrare di un’inizio lontanissimo nel tempo, più di 30 anni fa, riallacciandolo con i successivi lavori nati come Radiodervish.
Nel corso della serata si scopre (o ri-scopre) tra i brani proposti in scaletta la vicenda di Pippa Bacca in “Velo Di Sposa” , il ricordo dell’amore perduto in “L’immagine di te”, le migrazioni nascoste del cuore di “Lontano”, ed “Itaca”, metafora di una ricchezza inscindibile dal concetto stesso di viaggio piuttosto che dalla sua destinazione.
Un paio di volte il cielo ha ceduto all’emozione ed ha coperto l’isola di Villa Ada di una fitta pioggia, senza però che questo andasse a scalfire un briciolo del sinestetico ed inebriante viaggio in atto da parte non solo dei Radiodervish, ma anche del numeroso ed affettuoso pubblico presente. Nabil Salameh, Michele Lobaccaro, Alessandro Pipino, si sono dimostrati ancora una volta dal vivo essere la luce che avvolge l’oscurità di cui l’animo umano può di tanto in tanto essere culla.
Il loro percorso artistico è anche stato, ed è tutt’ora, affine alla figura di un viandante senza patria né destinazione il cui volto parla d’amore alternando grazia e mestizia, mentre si incammina al fianco di uomini, donne e bambini troppo spesso invisibili al cuore di chi è dall’altra parte di un confine.
Setlist:
Itaca
Radio Dervish
Velo di sposa
Una candela nel buio
Gaza
L'immagine di te
Mediterraneo
Lontano
L'esigenza
Rosa di Turi
Articolo del
09/07/2021 -
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