Extra! Music Magazine sostiene il progetto di crowdfunding “WISH YOU WERE HERE” ideato da THIS IS NOT A LOVE SONG e dedicato ai concerti che hanno fatto la storia della Musica, quei concerti ai quali tutti avremmo voluto assistere. 32 biglietti di 32 concerti epocali, che al loro interno racchiudono 32 manifesti esclusivi illustrati da 32 tra i migliori fumettisti italiani. Il tutto anche in sostegno di 10 live club, grazie a un crowdfunding attivo dal 24 maggio fino al 30 giugno su Produzioni dal Basso. Per aderire all’iniziativa potete saperne di più sul sito https://www.produzionidalbasso.com/project/wish-you-were-here/#Biglietti-manifesti
Ci sono tanti concerti ai quali, per motivi anagrafici, molti di noi non sono stati ma avrebbero voluto esserci. Ma pochi (almeno per me) hanno lo stesso fascino di quello avvenuto il 30 Gennaio del 1969 sul tetto della Apple Corps, al numero 3 di Savile Row. Perché? Perché non solo si trattava dei Beatles (all’apice del loro successo), fu anche la loro ultima esibizione dal vivo.
In verità furono davvero pochi i fortunati che poterono assistere, perché il concerto fu una vera e propria improvvisata. Come ricorda Ringo Starr su The Beatles Anthology “C'era l'idea di suonare dal vivo in qualche posto. Ci stavamo domandando dove saremmo potuti andare — magari il Palladium o il deserto del Sahara. Ma avremmo dovuto portarci dietro tutta la roba, così decidemmo: saliamo sul tetto!", la cosa fu quindi organizzata e decisa nel giro di pochi giorni. Insieme a loro venne invitato a suonare il tastierista Billy Preston. La registrazione audio fu affidata alle sapienti mani di Alan Parsons, mentre il regista Michael Lindsay-Hogg portò la sua troupe sul tetto per documentare tutto il concerto.
La scaletta prevedeva alcune take di “Get Back”, “Don’t let me down”, “I got a feeling”, poi “One after 909”, “Dig a pony”, un accenno di “I want you (she’s so heavy)”, oltre a qualche breve improvvisazione come “Danny Boy” e “A pretty girl is like a Melody”, che col disco non avevano nulla a che fare. Il concerto iniziò intorno a mezzogiorno con una versione di “Get Back”, subito in strada si creò un po’ di caos: la musica che arrivava dall’alto attirò l’attenzione dei passanti, molti in pausa pranzo, e pian piano, dopo che si era sparsa la voce, una folla si radunò sotto il palazzo, tutti con il naso all’insù. Questo fece accorrere la Polizia, preoccupata per il rumore e per il traffico. Non fu immediato il loro accesso al palazzo, gli impiegati infatti li trattennero un po’ prima di dovergli consentire di salire. Quando apparvero sul tetto era chiaro che il concerto stava per essere interrotto, ma ci fu un po’ di melina e alla fine passarono ancora molti minuti prima che venisse “staccata la spina”, minuti in cui i Beatles completarono un’altra versione di “Get Back”.
Quel che resta di questo evento unico è lo stato di grazia dei Beatles che se pure ancora insieme per completare le registrazioni di Abbey Road, si erano già praticamente avviati verso lo scioglimento. Resta l’iconica immagine di loro quattro, vestiti in maniera improbabile, con gli strumenti e tutto l’entourage sul tetto, ad eseguire versioni quasi uniche di alcuni dei pezzi più noti del loro repertorio “adulto”.
Il rooftop concert fu di ispirazione a molti anche dopo (basti pensare agli U2 nel video di “Where The Streets Have No Name”), e lo stesso Paul McCartney nel 2009 improvvisò un live set molto simile sopra l’ingresso dell’Ed Sulivan Theater. A noi che nel ’69 non c’eravamo non resta che attendere l’arrivo del documentario di Peter Jackson (in uscita negli USA a Dicembre 2021) dal titolo The Beatles: Get Back.
SETLIST Get Back I Want You (She's So Heavy) Get Back Don't Let Me Down I've Got a Feeling One After 909 (With "Danny Boy" tease) Dig a Pony (with a false start) God Save the Queen I've Got a Feeling (with "A Pretty Girl Is Like a Melody" tease) Get Back Don't Let Me Down Get Back (Cut short by police)
Articolo del
15/06/2021 -
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