Nico, o meglio Christa Paffgen, il suo vero nome, in uno dei suoi ultimi concerti in Italia. Quel breve tour del 1986 la vide in concerto con la sua tour band a Milano, a Brescia, a Bologna, a Roma e a Napoli. L’ultimo ricordo di lei quindi, drammatico, struggente. Sarebbe morta due anni dopo, nel mese di Luglio del 1988, a Ibiza, per una emorragica cerebrale, dopo una caduta dalla bicicletta. Non stava bene quella sera, era quanto mai evidente.
Tutto il tour era stato turbato da momenti di depressione, dalle sue crisi esistenziali, dalla sua dipendenza dalla droga, abitudine che risaliva ai tempi della Factory di Andy Warhol, della sua esperienza come vocalist dei Velvet Underground, con Lou Reed e con John Cale.
Quello che - a sentire molte persone - era stato il suo periodo migliore, che metteva in risalto la sua bellezza e la sua vocalità insolita, era diventato invece, con il passare degli anni, solo un brutto ricordo. Non si sentiva considerata Christa, come donna, come persona. Era solo una bella donna da esibire in pubblico. La sua carriera artistica era cominciata dopo. Una sorta di seconda vita, con la pubblicazione di diversi album solo.
E anche stasera dal vivo i pezzi targati Velvet Underground sono appena due: “All Tomorrow Parties” e “Femme Fatale”, eseguita in modo beffardo, con una certa trascuratezza. Christa / Nico si era liberata del peso della sua bellezza. Le erano rimaste solo due cose: il desiderio di ricostruire il suo rapporto con il figlio, abbandonato in Francia durante il periodo con i Velvet Underground, e la sua musica. Ascoltare canzoni come “My Heart Is Empty”, “Janitor Of Lunacy” e “Frozen Warnings” voleva dire entrare in contatto con il lato più oscuro della sua mente, quella zona d’ombra che la faceva diventare capace di momenti autolesionistici e distruttivi.
Ebbene, il concerto, non molto lungo, ma quanto mai intenso, rifletteva per intero l’angoscia di una donna che aveva superato i quaranta anni, che si era appesantita, che si vantava di essere “brutta”, quasi come una ritorsione dei tanti danni ricevuti dall’essere stata sempre cercata soltanto per la sua bellezza. Sonorità elettroniche, volutamente lugubri e con atmosfere minimali, hanno caratterizzato la sua performance.
Nessuna concessione al pubblico, niente da dichiarare, è sempre rimasta seduta dietro al suo vecchio armonium. Niente altro. Una serata infarcita di percussioni e di elettronica, suoni oscuri, “My Funny Valenine”, l’esecuzione di “The End” del suo amico Jim Morrison, presagi forse di una fine che non era poi così lontana. Ciò nonostante un concerto che spazzava via in un attimo i lamenti di maniera dei vari gruppi “dark” di fine anni Ottanta.
Qui abbiamo di fronte una disperazione vera, di una donna che si accorge di essere inesorabilmente legata ad un passato che non riconosce più come suo, ma di cui non si riesce più a liberare. Christa / Nico adesso è quello che vuole essere : un’artista marginale, fuori dai circuiti commerciali. Testimone di se stessa, lucida, senza pentimenti, senza rimpianti, consapevole di non attrarre più un grande pubblico. Non una star, no Andy Warhol, no Fellini, no “Dolce Vita”, fuck this shit! Questa sono io, non più una modella, non più attrice o rock star. Quel poco di terribile che ho da raccontarvi, è per voi.
SET LIST Fearfully In Danger My Heart Is Empty Purple Lips Tananore Janitor Of Lunacy Konig Frozen Warnings One More Chance Das Lied Vom Einsamen Madchen Sixty Forty All Tomorrow Parties Femme Fatale Win A Few My Funny Valentine The End
Articolo del
07/06/2021 -
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