E’ finita con la security dell’Auditorium che cercava disperatamente di contenere l’ondata di fan che puntualmente si radunava sotto palco ad ogni invito che veniva loro rivolto dal Colle o dal Muro. Impossibile rimandarli al posto, sì è vero, è pur sempre l’Auditorium, ma prima di dare ospitalità ad un evento del genere, devi sapere bene cosa aspettarti: un inferno di grida e di suoni inneggianti alla rivolta, alla giustizia e all’amore.
Sì perché per ribellarti, questa vita la devi amare, gli devi voler bene. E’ stato proprio questo uno dei temi portati avanti da due gruppi fratelli come Il Muro del Canto e Il Colle Der Fomento in una serata intitolata “Brutti, Sporchi e Cattivi”. C’era il sold out alla Sala di Santa Cecilia dell’Auditorium, e questo da diversi giorni. Nessuna speranza di acquistare un biglietto last minute: platea e galleria infatti erano state riempite in ogni ordine di posto da quanti avevano preso il biglietto con largo anticipo.
Le due band rappresentano la struttura portante della autentica scena indie romana, a metà strada fra rap, rock, folk e musica ribelle. Per una volta è la strada, quella vera, che entra nel tempio del cool, del ben rifinito, moderno, pulito, talvolta un po’ distante. E’ quella sensazione di separazione che inizialmente intimidisce il pubblico (molti ragazzi venivano all’Auditorium per la prima volta) e anche gli artisti sulla scena, in particolare quelli del Colle, che si sono chiesti più volte dove erano capitati ed hanno ringraziato quelli del Muro per averceli portati. Tutto questo però con molta gentilezza e con tanti ringraziamenti per chi all’Auditorium ci lavora: l’aggressività è riversata solo al momento dell’espressione in musica, epica, altisonante e drammatica quella de Il Muro del Canto, volutamente rumorosa , sintetica e urlata , quella de Il Colle der Fomento.
Apre la serata Il Muro, che si presenta con Alessandro Pieravanti, voce narrante e percussioni, Daniele Coccia, alla voce, Eric Caldironi, chitarra acustica, Franco Pietropaoli, chitarra elettrica, Ludovico Lamarra, basso elettrico e Alessandro Marinelli, fisarmonica. A questa “line up” si aggiungono nel corso della serata Andrea Ruggiero, al violino, e Roberto Angelini, alla slide guitar.
L’introduzione di Alessandro Pieravanti, come al solito dedicata a Roma, croce e delizia del suo popolo, questa volta è preceduta da un netto e chiaro “Roma rinnega quanti stamattina sono scesi in piazza con la Lega !!!”. Tanto per ribadire da che parte sta il Muro, baluardo dell’antifascismo militante. Il repertorio è sempre quello degli ultimi concerti, quelli successivi alla pubblicazione de “L’Amore Mio Non More”, ma nella scaletta di questa sera spiccano un classico come “Luce Mia”, una ballata d’amore a dir poco struggente, e il recupero di “Parla Con Me” e di “L’Osteria dei Frati”, due brani che raramente vengono eseguiti dal vivo. Per il resto le note di “Madonna delle Lame”, di “Stoica” (unico brano scritto in italiano), de “L’Ammazzasette”, de “L’Amore Mio Non More” e di “L’Omo In Nero”. il rifacimento in romanesco di “The Man In Black”, un classico di Johnny Cash.
Il finale vede il pubblico tutto in piedi sotto palco a cantare “Ciao Core” , “Reggime Er Gioco” e “La Vita E’ Una”, un vero e proprio inno che mescola radici popolari celtiche e mediterranee, la musica folk e il rock. Non ci vuole molto per il cambio palco e allora ecco che entrano in scena quelli del Colle : Danno, Masito e DJ Baro. Sono fra i pionieri della scena hip hop italiana, insieme a Frankie Hi NRG, Piotta e Articolo 31. Presentano dal vivo brani dal forte impatto, canzoni di lotta come ”Eppure Sono Qui”, “Adversus” e “Storia di una Lunga Guerra”, tratti da “Adversus”, il loro ultimo album, un disco del 2018. Molto indovinato il ripescaggio dell’esaltante “Capo di Me Stesso”, un classico della band, e di “Notte Cattiva”, un brano di dieci anni fa, ma ancora molto attuale che recita “É una notte cattiva di una città alla deriva/ Spero che qualche frammento sopravviva”. Il Colle canta il male del vivere urbano, il conflitto di classe ed il malessere sociale con una espressività molto diretta e volutamente turbolenta.
“Siamo contro l’omofobia, contro il bullismo, contro il razzismo, contro il fascismo, insomma siamo contro tutti gli stronzi!” gridano Danno e Deep Masito, supportati dallo scratching tambureggiante e nervoso di Dj Baro. Al momento dell’esecuzione di “Miglia e Promesse” entra in scena Kaos One, un rapper che possiede una dinamica vocale assolutamente fuori dall’ordinario, mentre su “Polvere” arriva come special guest Roy Paci che - con la sua tromba - regala allo show un momento musicale davvero indimenticabile. Il finale è incontrollato e incontrollabile: nessuno siede più al posto assegnato, il Muro e il Colle sono insieme sul palco ed eseguono “Maleficio” ed altri brani, spinti dal calore di un pubblico non più timido, ma entusiasta. Una serata davvero unica, un concerto quanto mai diretto e di grande impatto sul piano emotivo, una serata da ricordare
(la foto è di Viviana Di Leo)
Articolo del
17/02/2020 -
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