Un racconto che si dirama tra le pieghe della musica black più sensuale, tra echi di strade polverose e motel che si affacciano sul deserto. Il ritorno nella capitale dei Fantastic Negrito, dopo la tappa dell'anno scorso al Monk, è stato un sold out assordante e coinvolgente, con decine di persone che hanno preso parte ad una vera e propria corsa a perdifiato che, partendo dal blues, ha incrociato il rock degli anni 70.
In apertura un duo di Brescia nato nel 2016, i Superdownhome, connubio perfetto tra l'immaginario rurale dell'America ed il carisma oscuro di un gangster, il quale sussurra al diavolo di disperazione e gioia attraverso degli strumenti musicali. La loro è un'esibizione che alterna l'esaltazione derivante da un impatto musicale dirompente all'incarnazione fascinosa di un genere attraverso gesti, abiti, piccoli particolari a decorare gli strumenti.
Un preludio adrenalinico e folle al principale ospite di questa serata, quel Xavier Amin Dphrepaulezz che nel 1999 rischiò la morte in un incidente stradale e per il quale rimase tre settimane in coma, evento che ancora oggi ritorna alla mente quando si scorgono le diverse cicatrici presenti sul suo corpo. Ma quelli sono giorni lontani, ora è tempo di lasciare che i Fantastic Negrito si scatenino sul palco del locale romano, tempo di permettere all'energia, accumulata data dopo data nel tour che li sta portando in giro per il mondo, di lasciare la voce e le chitarre, la batteria, il basso e le tastiere, per divenire pioggia sui volti del pubblico in ascolto. Un alternarsi di sguardi e parole, ritmi rubati all'altrove e colori brillanti, nella scaletta Xavier ha fatto si che i brani, molti dal recente "Please Don't Be Dead", divenissero complementari ad una presenza scenica che è corpo e voce di un uomo rinato dalle proprie ceneri.
Ed è così che, dopo Plastic Hamburgers, Bad Guy Necessity, A Boy Named Andrew e tanti altri, si è arrivati a chiudere con Bullshit Anthem, e la sala colma di appassionati si è ritrovata coinvolta a salutare un grande interprete del blues moderno, con il fiato al di sopra del caldo di Roma, con le mani ad applaudire la luce ritrovata.
Articolo del
15/06/2019 -
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