Prima assoluta per i Tribalistas in concerto a Roma, una serata da non mancare quindi, anche se non ha fatto registrare l’atteso sold out. Quindici anni dopo il successo internazionale del primo album omonimo, che ha venduto oltre 3 milioni di copie, la nota band brasiliana intraprende un tour americano ed europeo che tocca le più importanti città del mondo.
L’intento è quello di presentare al grande pubblico Tribalistas, il secondo disco della band, pubblicato nel 2017. Il trio è una sorta di super gruppo nato quasi per caso nel lontano 2002 e composto da Marisa Monte, Carlinhos Brown e Arnaldo Antunes. Si presentano sul palco con vestiti molto colorati, decisamente appariscenti, con tonalità che vanno dal giallo al rosso, dal verde al blu, e indossano tutti e tre grandi occhiali da sole in perfetto stile vintage!
La band è accompagnata sul palco da altri straordinari musicisti come Pedro Baby, alla chitarra elettrica, Dadi Carvalho, al basso, Marcelo Costa, alla batteria e Pretinho da Serrinha, al cavaquinho (una piccola chitarra acustica). Una vera e propria orchestra della gioia, che asseconda in ogni modo le esecuzioni vecchie nuove dei Tribalistas. Musica soave, nei modi e nelle melodie, sia quando è percussiva e molto ritmata (nella maggior parte delle occasioni) sia quando si fa delicata e sognante.
Un capolavoro l’esecuzione di “Tribalistas”, vero manifesto politico e musicale del gruppo, un brano delizioso, un gioiello pop davvero molto catchy. Un piccolo incanto, agevolato dalla grazia naturale di Marisa Monte, chitarrista e splendida vocalist, dalla bravura di Arnaldo Antunes, alla voce, e dalla simpatia chiassosa del gigantesco Carlinos Brown, alle percussioni. Musicisti sensibili, tanto bravi quanto discreti, la cui presenza sul palco è gioiosa, ma mai invadente. Brani nuovi, come “Um Sò”, “Alianca”, o anche la struggente “Fora da Memoria”, e la bellissima “Diàspora” (che affronta il tema della migrazione) si alternano a vecchi successi del passato come “Velha Infância”, “Carnavalia”, la delicata “E’ Voce” e “Carnalismo” in un fluire di suoni a colori assolutamente unico e festante.
Sì perché la freschezza interna alle composizioni dei Tribalistas prescinde dal mood delle singole canzoni, che raccontano emozioni e situazioni talvolta tristi, che finiscono preda della nostalgia, ma che non perdono mai il sapore della vita, seppure dentro le lacrime. Il pubblico, inizialmente composto, si è lasciato ben presto contagiare dall’energia e dalle grandi doti comunicative della band e ha collaborato alla realizzazione dello show ondeggiando le braccia, battendo le mani a tempo fino ad accendere in contemporanea tutte le luci dei cellulari per quella che è stata una coreografia semplice ma suggestiva. Il delirio totale è riservato al finale quando - subito dopo “Passe Em Casa” - arriva l’esecuzione di “Ja Sei Namorar”, un classico, immancabile, un pop rock molto molto ritmato e trascinante, un brano che viene accompagnato in coro da tutti i presenti in sala, vogliosi di muoversi e ballare
Articolo del
13/11/2018 -
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