Ne avevamo parlato al tempo di “Nero Bianco e Blu”, il singolo con cui il cantautore romano immortalava uno scritto inedito di Piero Ciampi, brano che ha condiviso anche con la splendida Miranda Martino nel suo disco “Il tempo migliore - Acustico”. Oggi Mauto torna e ci regala due brani ampiamente celebrati dalla critica. Il primo, sempre tratto da quel fortunato “Il tempo migliore”, è “Le mani nel vento”, lirica delicatissima di allegoria vissuta per accarezza il difficile argomento del morbo di Parkinson. Canzone vellutata che ha trovato luce proprio lo scorso 11 Aprile che è la giornata mondiale per la lotta al Parkinson… impreziosito oggi anche da un video dentro cui la danza, il contatto, l’incontro diviene sinonimo di vicinanza, di aiuto, di comprensione. E poi una doppietta, un “45 giri” anche se digitale: “La tua rivoluzione” che troviamo sia prodotto come nel video ufficiale e sia in acustico, dimensione che sembra celebrare a pieno la verità del cantautore romano. Canzone questa che attinge a piene mani dal classico di Tracy Chapman “Talkin ‘bout a revolution”, una cover in italiano che non è traduzione ma nuova codifica e nuovo senso, un testo inedito o quasi che oggi assume un significato di rinascita e di nuovo inizio, di resistenza e per certi versi anche di resilienza. Mauto celebra così questo tempo assurdo, di certo non il migliore per tutti noi, di certo un tempo dentro cui si richiede vicinanza ed emancipazione, di noi col mondo prima ancora che verso noi stessi.
Torniamo a parlare con Mauto, torniamo a sfogliare due nuovi brani che in qualche modo segnano un ponte tra ieri e oggi. Accettazione e rivoluzione. Due parole importanti oggi vero? Le parole sono importanti, come diceva un vecchio film e sì, oggi più che mai soprattutto la seconda acquista per me un valore più profondo: parlo della rivoluzione nostra di esseri umani pensanti, di fronte alle brutture della guerra ma anche delle violenze di tutti i giorni, contro noi stessi e l’ambiente che ci circonda: è in questo che bisogna rinascere, è questa la rivoluzione da fare.
Inevitabile farti questa domanda: il tempo che viviamo non è per niente quello migliore. O forse, il migliore è quello presente? Tema buddhista... Credo che ogni tempo possa essere migliore se noi cerchiamo di essere migliori: non è nell’assenza di avversità che sta quel tempo migliore di cui parlo ma nell’accettazione del nostro essere un tutt’uno con l’immenso che ci circonda, e trovare lì il nostro equilibrio di esseri umani tra gli altri.
Perché canti di rivoluzione scegliendo un brano epocale come quello di Tracy Chapman? Perché mi ha sempre affascinato quel modo di cantare sogni e speranze tanto grandi in un modo così forte e delicato allo stesso tempo, così “vero” e sincero: è un brano del 1988 ma ancora mi mette i brividi, come quando ero ragazzino...
E parlando di questa traduzione? Quanto sei stato aderente e quanto l’hai fatta tua? Sono partito dalla stessa idea di “rivoluzione”, come il brano originale, ma ho poi scritto un testo nuovo, completamente diverso; non esisteva una versione in italiano di questa canzone e durante la pandemia, in cui ognuno di noi si è sentito perso, ho trovato la forza di scriverla e cantarla, perché sentivo il bisogno di attualizzare quella stessa idea di “rivoluzione” al tempo che stavamo vivendo: per me è stato un modo per resistere e continua ad esserlo...
E parlando di “Le mani nel vento”... il Parkinson, il movimento... sapevi che la danza, paradossalmente, è un esercizio per contrastare la pazzia del movimento di questa malattia? “Le mani nel vento” è una canzone contenuta nel doppio album “Il tempo migliore” che ho scritto pensando a quanti soffrono per la malattia di Parkinson: ma non ho voluto cantare la paura od il dolore quanto piuttosto la forza di andare avanti e comunque di superare quelle difficoltà attraverso l’amore dell’altro. È proprio questo il senso del videoclip a cui fai riferimento, diretto da Claudio Piccolotto e prodotto da Domenico D’Angelo, in cui i due interpreti Veronica Pistorio e Daniele Savo, giovani danzatori cui sono molto grato, impersonano con passione quel tremore e lo vincono con l’amore della danza.
Che simboleggiano per te le mani? Domanda per niente scontata penso... Sono forse l’estensione tangibile dei sogni, danno una forma ai desideri, come quando si dice “toccare il cielo con un dito”; ma sono anche la dimostrazione di come l’amore puro possa superare ogni paura, come nel caso della canzone: quando si raccolgono mani dentro altre mani, si ferma tutto l’amore che c’è stato e c’è ancora ed anche il dolore passerà...
Articolo del
18/05/2022 -
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