Cari lettori di Extra abbiamo spesso raccontato di quanto le canzoni siano eterne e di come alcune di queste diventino capolavori universali, lasciando un segno nella nostra memoria. Una di queste si tramanda ormai di generazione in generazione, quasi come un dovere verso il futuro, perché la Libertà è il primo fondamento non solo della nostra società, ma del mondo intero. Oggi vi racconto Redemption song di Bob Marley.
Bob Marley è tra gli artisti più amati di tutti i tempi, adorato e osannato da tante generazioni; egli ha portato la musica reggae ad avere il suo posto nel mondo, lanciando un messaggio di Libertà, parola che ancora oggi viene pronunciata e declamata dalla politica e dalla società civile, ma che non tutti praticano e alla quale molti non credono fino in fondo. Marley a proposito di Libertà in un'intervista disse: “La musica può rendere gli uomini liberi. ” Nelle sue canzoni ha sempre dato colore e profondità al testo, accompagnandolo con un ritmo leggero. E’ stato un portatore sano dei suoni e colori della Jamaica, ha raccontato infatti di una terra tanto bella quanto povera, ha toccato tanti argomenti sempre a ritmo di reggae, ha cantato la sua visione della vita, stimolando i giovani e facendo riflettere politici e capi di stato, bandendo qualsiasi tipo di sottomissione fisica, sociale o morale. Ha sempre rimarcato un mantra: l’emancipazione è il bene di tutti.
Siamo negli anni ‘70 e in un’ America apparentemente libera Marley ha dimostrato che, nonostante fosse nato senza riferimenti paterni, senza basi familiari solide, con una famiglia disgregata dalla nascita e con tante sofferenze subite sia come bambino prima, che come uomo e artista dopo, il credere nel prossimo e in un mondo migliore fossero i valori più importanti della sua vita. La storia di questo artista è lunga, tortuosa e variegata: figlio di un soldato bianco americano e di una donna giamaicana, Bob sin da piccolo ha dovuto combattere contro la discriminazione sociale, contro il razzismo e la povertà. Nel tempo però la sua forte spiritualità lo portò a diventare un leader politico e carismatico, tant’è che nel 1978 gli fu conferita, a nome di 500 milioni di africani, la medaglia della pace dalle Nazioni Unite e negli anni successivi arrivò ad essere tra i migliori cento artisti della musica mondiale. Siamo nel 1979 quando Bob compone Redemption song, una canzone che nasce da uno stato d’animo dello stesso Marley. Malato da tempo cerca di trasferire tutto il suo dolore fisico e quello morale, subìto nel corso degli anni, in una canzone che diventerà una pietra miliare della musica mondiale. Con “Redemption song” sorprende tutti, per il testo che parla di redenzione ed invita l’uomo a prendere coscienza delle proprie capacità e potenzialità.
Tutto nasce da un discorso tenuto dallo scrittore giamaicano Marcus Garvey in una chiesa africana ortodossa, la stessa che Marley frequentava. In quel pomeriggio lo scrittore Garvey fa riferimento alla Libertà, così, Bob Marley coglie in pieno il concetto e inizia a scrivere il pezzo. Ma, come fanno sempre gli artisti, va oltre la classica concezione della libertà vista da una sola prospettiva. La canzone Redemption tocca diversi argomenti, come quello di prendere coscienza delle proprie potenzialità: per farlo bisogna liberarsi dalle paure del presente, andando incontro in modo consapevole al proprio futuro. Quello stesso futuro che purtroppo da lì a breve per lo stesso Marley terminerà con la sua morte. La canzone ha il successo tanto sperato, perchè sarà unica come stile musicale, tant’è che sceglierà un folk totalmente dissonante da tutte le altre canzoni che aveva composto e suonato prima e che il suo pubblico conosceva.
La canzone è un successo inatteso per tutti, si colloca nelle prime posizioni delle classifiche musicali di tutto il mondo, diventando in poco tempo una delle più grandi hit mondiali Redemption song assume per tutti un significato particolare, quello stesso che Marley gli dava, diventando un simbolo di liberazione verso una vita giusta, capace di abbattere varie forme di schiavitù che l’uomo è costretto a subire. La canzone, tanto bella quanto profonda, è ancora oggi presente in tante manifestazioni politico/sociali e rappresenta un punto fermo di una visione di vita collettiva, che considera un paese civile nella misura in cui garantisce la libertà ai propri cittadini.
“Emancipatevi dalla schiavitù mentale solo noi stessi possiamo liberare la nostra mente”
Articolo del
14/05/2022 -
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