Cari lettori di Extra oggi parliamo di una canzone e di un artista considerato uno dei maggiori talenti degli ultimi decenni.
Ha riformato la musica italiana, perché ha saputo unire temi sociali a quelli leggeri, creando uno stile unico, totalmente in contrasto con la musica cantautoriale degli anni’70. La sua scrittura è stata molto particolare perché anticonformista e umorista allo stesso tempo. Le sue canzoni parlavano di temi attuali, ma nello stesso tempo la sua visione artistica era proiettata nel futuro. L’artista è Rino Gaetano e la canzone è "Nuntereggae più".
Era il 1978 e l’Italia è in una fase storica particolare: continua la sua ascesa verso un momento florido importante soprattutto dal punto di vista economico. Tuttavia da qualche anno c’è un’artista eclettico che nelle sue canzoni racconta un’altra Italia, quella sociale, quella dei braccianti agricoli, del lavoro nero e sottopagato, canta di temi come l’emarginazione sociale, passa dalla borghesia al classico ladro di strada, dai colletti bianchi ai politici, ma con una caratteristica: facendo sorridere e allo stesso tempo riflettere. Rino nelle sue canzoni racconta quello che lo circonda, canta di storie vere, di donne e di uomini, accogliendo tutti nel suo mondo musicale, apparentemente fatto di leggerezza, di luoghi comuni e di risate, ma che sotto spesso nasconde anche argomenti di denuncia politica e sociale. In quegli anni, in Italia, gli artisti, cantautori e musicisti erano a un passaggio musicale importante, perché la musica iniziava ad avere “influenze” estere: prendevano piede i suoni e i generi nuovi da poter inserire nel mercato discografico Italiano.
Tutto in quegli anni era transitorio, ma non per Rino Gaetano, perché era un artista coraggioso e fuori dagli schemi e come diceva il filosofo Seneca “Colui che è coraggioso è libero”
Questa sua libertà, soprattutto di pensiero, la ritroviamo pienamente nella canzone "Nuntereggae più", che è un brano geniale per quei tempi, che gioca sulla contrapposizione tra il ritmo della canzone reggae, genere musicale che spopola in quel momento, e il peso delle parole. Il titolo della canzone nasce da una frase tipicamente romanesca: "Ahò, nun te reggo più”, che il suo migliore amico Bruno era solito ripetergli. Da un’intervista fatta proprio a Rino Gaetano, venne fuori che Bruno gli ripeteva quella frase ogni qual volta si toccavano argomenti a lui molto cari. E così per Rino ci vollero solo 5 minuti per scrivere e sfogare un disagio che avvertiva da tempo tra la gente. Da quell’espressione gergale tirò fuori una tra le più significative e irriverenti denunce sociali della storia della musica italiana.
Pensate che dentro "Nuntereggae più" inserì tutti. In poco più di quattro minuti racconta l'Italia di quel tempo facendo nomi e cognomi della politica corrotta e del malaffare, denunciando delitti di mafia (cosa che ancora nessuno prima di allora aveva avuto il coraggio di fare). Rino denuncia col sorriso, tanto che certa stampa lo identifica con un genere: quello della canzone “non sens” (senza senso), perché secondo l’Italia di quell’epoca, per denunciare, o per cantare argomenti importanti dovevi essere serio, o illuminato.
Rino Gaetano con "Nuntereggae più" stravolge tutto e tutti, raccontando l’attualità in maniera irriverente, con giochi di parole e con sottile ironia, dando sfogo a quel disagio sociale che c’era nel paese e che non appariva. Così, con quel canto liberatorio, smonta quei "falsi miti" che la società di allora cercava di imporre. Pensate che per la partecipazione al festival di Sanremo del 1978 andò contro la sua stessa volontà, perché la sua casa discografica lo convinse a portare la canzone “Gianna”, brano meno attivo politicamente. Rino, decise comunque di presentarsi, ma lo fece a modo suo con frac, cilindro e ukulele, rompendo in soli 4 minuti le regole di una manifestazione musicale rigida arretrata e ancora ingessata ai vecchi clichè degli anni precedenti. Su quel palco alternò maschere di personaggi che in quel momento rappresentavano il potere in Italia e che fino ad allora nessuno dei più grandi filosofi o narratori aveva avuto il coraggio di nominare.
La canzone diventò un manifesto della coscienza individuale e collettiva degli italiani e l’album svettò in classifica rimanendoci per ben tre mesi. Rino Gaetano è stato un artista troppo avanti per un'Italia che in quell’epoca era ferma ed ingessata, con stereotipi di una società civile che veniva apparentemente rappresentata da una classe politica che stentava a riformarsi. A volte le società civili sono molto meglio degli “stereotipi”. L’arte di Rino Gaetano è stata quella di leggere le storie delle persone.
Tornando a "Nuntereggae più" oggi basterebbe sostituire alcuni nomi di quelli citati da Rino con qualcuno più attuale per scoprire come in realtà sia cambiato molto poco e che, a più di quarant'anni dall'uscita, quella canzone è sorprendentemente attuale, perchè rimarca tutti i vizi di un Italia che il passare del tempo non ha cancellato. Così quel ritornello si potrà continuare a cantare tra la gente, "Ahò” immunità parlamentare (nun te reggae più) super pensioni (nun te reggae più) Auto blu, ladri di stato e stupratori, evasori legalizzati (nun te reggae più). Eya alalà (nun te reggae più).
Articolo del
13/11/2021 -
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