Ci sono canzoni che segnano il tempo. Poi ci sono delle altre che lo rendono eterno e illimitato come se tutto avesse un inizio e mai una fine, perché ti portano ovunque tu voglia e, come per incanto, ti riconducono a quell’inizio già vissuto.
Magia. Ebbene cari lettori di extra, oggi oltre alla canzone vi racconterò di due artisti e una città dove il tempo non esiste, o meglio dove esiste ma diventa “fluido”, così fluido che basta passeggiare per le strade per vedere i tanti contrasti e le tante contaminazioni, in cui la città stessa vive da secoli. Alcune di queste contraddizioni sono lì ferme da sempre, attaccate come dei vessilli, altre invece restano sospese solo per brevi periodi, giusto il tempo di un caffè. La città è Napoli. A Napoli, come diceva il poeta Libero Bovio: “Tutto è azzurro a Napoli.. .. anche la malinconia è azzurra” perché è come se si rigenerasse dal sole e con lei tutti i suoi cittadini. Come diceva l’accademico Camillo Boito :” I napoletani cavano l’arte dal sole” , diciamo che è una città dai tanti volti, fatta da mille vicoli , narrata da poeti, santi e navigatori, conquistata, usurpata poi liberata e purtroppo mai governata… ma questa è un’altra storia.
Siamo all’inizio degli anni ’90 e a raccontare Napoli ci sono tanti artisti napoletani. Due in particolare da anni la raccontano con tutti i limiti e i contrasti che essa vive, perché in amore si fa così: si racconta tutto! E loro lo hanno fatto in un modo così elegante e pulito che poi quel riflesso positivo è arrivato anche ai tanti scettici che di Napoli sentivano sempre le stesse notizie di cronaca, tanto che poi l’hanno rivalutata e vista sotto una luce nuova e così l’hanno apprezzata di più. La canzone di cui oggi vi parlerò è di Pino Daniele e fa parte dell’album Sotto ò sole del 1991. Si tratta di “Quando”, la colonna sonora del film, uscito lo stesso anno, dal titolo Pensavo fosse amore… invece era un calesse di Massimo Troisi.
"Quando" è una di quelle canzoni che bisogna ascoltare più volte perché è piena di spunti importanti, perché vede la stessa storia d'amore raccontata da diverse angolazioni, perchè il protagonista vive una sorta di battaglia interiore. Ma per parlare della sua nascita bisogna fare un passo indietro.
Capitava spesso, anzi quasi sempre, che Pino Daniele firmasse la colonna sonora dei film di Massimo Troisi e, come abbiamo spesso raccontato sulla nascita delle canzoni e sui sentimenti che esse generano, il valore dell’amicizia è stato fondamentale nella nascita di questa canzone. Come diceva Herry Ford “il mio migliore amico è colui che tira fuori il meglio di me” così fu per Pino Daniele e Massimo Troisi: oltre a essere due artisti, due persone di successo e di talento, sono stati prima di tutto grandi amici. E insieme hanno deciso tacitamente, tra gli anni ’80 e ’90 quando la città di Napoli viveva un momento tutt’altro che positivo, di raccontare Napoli italianizzandola e demolendo tutti quegli stereotipi dell’essere napoletano.
Lo fecero senza alcun patto scritto o annunciato, come se si fossero fatti carico di un compito: Massimo Troisi lo fece con i suoi film, Pino Daniele con le sue canzoni. Così è successo anche per “Quando”. Come accadeva spesso Massimo Troisi chiamava Pino Daniele e semplicemente chiacchierando, tra una battuta e un come stai, si finiva per parlare di lavoro. Pino Daniele prendeva notizie del film e tra una risata e l’altra, prendendosi il suo tempo, cominciava a scrivere la musica e le parole.
La nascita di “Quando”, è l’essenza dell’amicizia, del condividere e dello stare insieme, perché tutto viene concluso in un pomeriggio, in una stanza di hotel e quello che accade è del tutto naturale, puro e limpido. Tutto questo viene raccontato molto bene nel documentario di Anna Praderio, dove c’è Pino Daniele che appoggia le cuffie sul capo di Troisi e lo stesso dice, ascoltando parte del brano in cuffia: “E tropp’ bell’,è ‘na cosa.. mi dispiace per voi” e poi con la sua ironia rivolgendosi a Pino gli fa: “Pari proprio tu! Stile Pino Daniele, questa è già ò sapore ddo film” Poi in un secondo momento c’è Pino Daniele che suona la chitarra e canta una prima versione della canzone con davanti un Troisi rapito, ma anche molto attento, che chiede a Pino Daniele di cambiare una parte di "Tutto il giorno per vederti ballare, fra i ricordi di una vita normale" con "vederti andar via".
Un cambiamento che sarebbe rimasto nella versione finale dove sarebbe cambiato anche il verso successivo con "fra i ricordi e questa strana pazzia". Così, in quel tranquillo pomeriggio di primavera, la canzone prese forma e diventò un tutt’uno con il film. L’amicizia tra i due grandi artisti fu così genuina e veritiera che quel legame Pino Daniele quell’anno lo portò anche all’interno del suo album “Sotto ‘o sole”, dove c’è depositata una chicca, un regalo per gli appassionati e cioè una nuova versione di “Saglie saglie” con Troisi che recita all’interno del brano in risposta al canto di Pino Daniele. Il rapporto tra i due è stato così grande che sarebbe troppo riduttivo dargli una definizione, perché il loro binomio, la loro complicità e unicità consisteva nella semplicità di due amici che porteremo sempre con noi “ fra i ricordi e il paradiso, che forse esiste “.
Articolo del
18/06/2021 -
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