Ogni canzone custodisce intatto il tempo, lo mantiene immutato e anche se passano periodi brevi o lunghi quella composizione, fatta di soli piccoli accordi, in pochi secondi ti riporta in un luogo lontano, in un semplice posto, davanti a un tramonto, a una piccola alba o come in questa canzone che vi racconterò tra poco, su di una panchina, sotto il cielo stellato di una notte tedesca.
Siamo nel 1979 a Berlino, Germania ovest. Seduto su una panchina, davanti al famoso muro, c’è Lucio Dalla che, avvolto dai suoi pensieri, vede a pochi passi da sè una giovane coppia. Appoggiati al muro, sotto a un lampione, i ragazzi si parlano, discutono in tedesco e Lucio nota preoccupazione tra i due. E’ come se quel dialogo, quegli sguardi alternati ad abbracci non fossero solo di affetto. E’ come se custodissero qualcosa di ancora più prezioso, di più forte. Così Lucio cattura quella scena e la fa sua, la rende viva con una ballata rock, cogliendo tanti altri aspetti, come quello sociale e politico dell’epoca, soprattutto l’incertezza del futuro.
In quell’anno la Germania era in una fase di stallo. Da una parte c’era il blocco capitalista, mentre dall’altro quello comunista. La divisione non era solo rappresentata dalla declinazione “Germania est” e “Germania Ovest” ma era rappresentata fisicamente dal muro che divideva le “due Germanie”. Questa divisione durava da decenni per colpa di una scellerata politica tedesca e di un’Europa politicamente debole. Così si logoravano storie di uomini e donne. Famiglie intere vennero lacerate, private e divise da una barriera dove ogni centimetro rasentava un punto di confine tra capitalismo e socialismo.
Questa divisione per fortuna terminò il 9 novembre 1989 con la caduta del muro. Quel giorno i tedeschi poterono riabbracciare parenti e amici, ma soprattutto ebbe inizio un processo di emancipazione culturale e sociale che scatenò un progressivo rinnovamento politico, sociale e culturale che giovò a tutti noi europei, portando un messaggio di unificazione.
Su quella panchina, in quella notte tedesca Lucio aveva già intuito che il vento del cambiamento era in atto, oppure semplicemente lo sperava. Così racconta nella canzone “Futura” tante aspettative nel domani e lo fa attraverso due semplici giovani che seduti davanti a lui, a pochi metri, sognano e parlano dell’arrivo di una nuova vita, frutto del loro amore. Osservando i ragazzi Lucio scrive dei versi che anche se letti oggi restano più attuali che mai e anche se gli stessi saranno letti tra vent’anni, si noterà ancora una volta la modernità del suo pensiero poetico, che ruota intorno all’ unico tema che noi tutti desideriamo e temiamo allo stesso tempo: “l’attesa del futuro”.
Con Futura Lucio lancia un messaggio di speranza usando come metafora l’arrivo di una nuova vita, che cela la fiducia nel domani, confermando un valore che è imprescindibile dalla vita stessa, ossia che “le cose accadono” e noi dobbiamo solo saperle accogliere. Allora cari lettori di extra non ci resta che dire: “aspettiamo senza avere paura, domani" Viva Lucio Dalla.
Articolo del
17/05/2021 -
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