Insa Reichwein ha accettato di raccontarci un pò della sua vita e di come sono nate le canzoni del suo album di debutto "Sound the Alarm", in una piacevole chiacchierata per meglio approfondire i pensieri, le speranze, ed i sogni che si celano dentro e fuori la musica dei Pinski.
Benvenuta su Extra! Musica Magazine Insa e grazie per il tuo tempo, ti andrebbe di presentarti e raccontarci da dove vieni e di come è nata la tua passione per la musica, delle tue influenze?
Ciao Riccardo, sono felice di essere qui :) Sono nata nella cosiddetta regione della Ruhr, in Germania, circondata da vecchie miniere di carbone, e penso di aver iniziato a cantare ancora prima di riuscire a parlare correttamente. Non so da dove è venuto tutto ciò, ma la musica è sempre stata fonte di gioia, meditazione ed energia nella mia vita. Avevamo un pianoforte e un paio di chitarre diverse a casa, così ho cominciato a suonare con loro e a comporre le mie prime canzoni, ho sempre avuto un sacco di musica e di melodie nella mia testa, e ho scritto i miei primi testi. Ricordo persino che avevo il mio vocabolario che usavo a scuola per aiutarmi con l'inglese. Non ho mai nemmeno pensato di cantare in tedesco, poiché ascoltavo solo band che cantavano in inglese e dopo un po' i testi in inglese sono diventati naturali per me. Amo un sacco di artisti: ho iniziato con Tracy Chapman e Michael Jackson (chi non lo ha fatto?), i Led Zeppelin, Sheryl Crow, Whitney Houston e Alicia Keys, crescendo ho continuato con Nickelback, Nirvana, Red Hot Chili Peppers e altre rock band , ho anche avuto i miei anni ska con Manu Chao e Cat Empire fino a quando ho scoperto John Butler, il quale distorceva la sua chitarra acustica e che per questo mi fece una grande impressione, per poi arrivare più tardi a Steven Wilson con i Porcupine Tree, ad oggi uno degli artisti che stimo di più. Non posso poi non citare il mio amore per band progressive rock come Karnivool, Dead Letter Circus o gruppi rock particolari del calibro di Toto e Flying Colours, senza dimenticare artisti femminili dal forte carattere come Wallis Bird, Skin degli Skunk Anansie, Ninet Tayeb ... la lista è infinita :)
Come hai conosciuto e chi sono gli altri componenti della band?
Beh, ho suonato con diversi musicisti per quasi 5 anni con il nome di Who's Pinski. Dopo quegli anni di apprendimento e sperimentazione, ho finalmente trovato i musicisti perfetti per il mio primo album, in quel momento ho cancellato il Who's dal nome facendo così nascere i Pinski che esistono oggi, con Stephan Schöpe alla batteria, Ian Alexander Griffiths alla chitarra a 7 corde e Chris Streidt al basso. Tutti e tre hanno suonato insieme per oltre 14 anni in una cover band dei Dream Theater, oltre ad aver avuto un proprio gruppo quando erano più giovani, ed è da queste esperienze che proviene la loro influenza prog ;)
Parlando di "Sound The Alarm", il vostro album di debutto uscito quest'anno, quanto tempo hai impiegato nella sua realizzazione?
Circa un anno. Abbiamo avuto enormi divari tra le registrazioni, perché tutti avevamo anche altre cose da fare. Ma mi è piaciuto, ho potuto mantenere una certa distanza dalle canzoni invece di sentirmi sotto pressione e rischiare di perdermi registrando cazzate, perché magari avevo sentito i pezzi fino allo sfinimento. In ogni caso dopo una settimana senza sosta in studio avevo le vertigini ed un bisogno urgente di aria fresca nelle orecchie.
I testi e le musiche, che trovo splendidi, riescono a fondersi creando un affascinante mix, come si svolge il tuo processo creativo? E' la musica che si adatta al racconto o viceversa?
Grazie del complimento. La maggior parte delle volte è la musica a venire prima per poi lasciare che si evolvano i testi. È come se la musica conoscesse l'argomento e creasse un'emozione, a me non resta che scriverla. A volte mi capita però di avere un motivo in testa (che canterò per ore) che sarà poi il punto di partenza su cui costruire tutto il resto..
Analizzando in particolare i temi dell'album, la cosa che più mi ha colpito è la naturalezza con cui la tua scrittura riesce a toccare argomenti come il consumismo, la politica, la natura, la fragilità dell'essere umano. Quali sono in generale i motivi che ti spingono a trattare un certo argomento piuttosto che un altro? E' importante per te che l'arte in generale, e la musica in questo caso, trasmetta messaggi in grado di far riflettere le persone piuttosto che spingerle allo svago fine a sé stesso, o credi sia importante un equilibrio in tal senso?
Quello che faccio è davvero semplice, perché riesco a scrivere solo quando un argomento o una situazione va a toccare le mie emozioni più intense. Quindi, non penso a chi leggerà i miei testi o se qualcuno li prenderà a cuore, sento solo il bisogno di farli uscire dalla mia testa. Negli ultimi anni sono stata molto turbata o delusa da ciò che stava, e sta, accadendo nel mondo, quindi ho scritto tutto quello che sentivo di voler esprimere, non importa di quale argomento. Penso che scrivere un testo sia un'arte in cui puoi esprimerti come vuoi, non ci sono regole, ma dovrebbe significare qualcosa, in particolare deve essere coerente con te stesso ed in grado di toccare nel profondo le persone. Quest'arte purtroppo è spesso svenduta e lasciata come a fluire lungo il corso di un fiume, ci si ritrova così ad avere testi deprimenti nella maggior parte della musica commerciale, tutti che parlano delle stesse cose, senza mai dire effettivamente qualcosa.
L'artwork di copertina riesce ad essere evocativo ed ammaliante catturando l'anima della tua musica ancora prima di ascoltarla. In che modo sei arrivata a alla scelta di quella particolare foto e quale effetto volevi suscitasse?
Haha, sono contenta che ti piaccia! In realtà io volevo una copertina più artistica, ma la mia etichetta pensava fosse più intelligente mettere la mia foto sulla cover del primo album. Dato che odio i servizi fotografici, ho dato loro una foto che un amico mi aveva scattato mesi prima nello stesso anno ed ecco che, per caso, l'immagine si adattava perfettamente al nome dell'album, "Sound The Alarm", basta osservare il fumo che mi ricopre. A mio parere suggerisce anche che Pinski è una cantante/compositrice di canzoni, vista la presenza della mia chitarra acustica. Nessuno sa che sto distorcendo la mia chitarra acustica e che la musica all'interno è in realtà rock/prog. Ma hey, almeno alla gente piace!
Guardando all'aspetto live, c'è qualcosa che vorresti il pubblico apprezzasse maggiormente nei vostri concerti? Avete date in programma in altri paesi d'Europa oltre la Germania?
Sono appena tornata dal nostro primo tour in Germania, quindi gli altri paesi dovranno aspettare, ma siamo davvero entusiasti all'idea di ripartire! Pinski è una band dal vivo, e chi viene a vederci pensa sempre che il gruppo esprima il meglio di sé sul palco, il che è un grande complimento e io ne sono davvero orgogliosa. Fino ad ora il nostro pubblico è stato semplicemente fantastico, incoraggiante ed amorevole, lasciandomi senza parole. Non posso che esprimere quindi un piccolo desiderio; per le prossime date spero tutti conoscano i testi a memoria ;)
Siamo arrivati ai saluti finali, grazie ancora da parte mia Insa per la possibilità di far scoprire ai lettori italiani di più su di voi e la vostra musica, se vuoi puoi lasciare un commento finale.
Beh, spero che ciascun lettore possa venire ad uno dei nostri concerti, e che continui a seguire Pinski su Facebook, Instagram, Spotify o YouTube, siamo ancora degli emergenti e abbiamo bisogno di ogni nuovo fan. Non abbiamo un'etichetta importante che ci copre le spalle, quindi tu che ci segui sei la base su cui possiamo costruire il nostro futuro. Grazie a te, e non dimenticare: Rock & Roll!
Articolo del
03/12/2018 -
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