Dopo le 38 storie “drammatiche, assurde, paradossali, sempre sull'orlo di una crisi di nervi, e anche oltre” legate alla fase epica del rock narrate nel precedente Sesso Droga e Calci in Bocca, Renzo Stefanel ritorna sull’argomento e ci propone 30 ulteriori vicende “maledette”, con per protagonisti Elvis Presley, gli Stones, Hendrix, gli Who, gli Oasis e tanti altri pesi massimi della nostra musica.
E’ il secondo episodio di una serie. C’è grande interesse quindi per le storie di sesso droga e rock and roll. Da cosa dipende secondo te?
Confermo che il primo libro è andato molto bene, infatti in questi giorni in contemporanea con l’uscita di questo, è partita la terza ristampa anche. E quindi, per un libro di musica in Italia sono cose veramente incredibili. Il successo del libro ovviamente sta nel suo contenuto, cioè nelle vite dei personaggi del passato, che avevano una caratura, se vogliamo, nei loro episodi poi più sciocchi, poi più stupidi, perché alcuni episodi fanno anche ridere per la loro stupidità. Che, però, non hanno i personaggi di oggi. Ricordo che mentre stavo stendendo questo libro c’era il mio capo in Giunti, il mitico Riccardo Bertoncelli, che mi diceva: non riesci a mettere qualcosa anche di qualche personaggio contemporaneo? E io dicevo: ma chi? Di cosa parlo, delle paure complottistiche dei Muse o delle tisane di Sufjan Stevens? Non ero riuscito a capire a chi si riferiva, infatti poi abbiamo lasciato perdere. Il libro si ferma ad alcuni episodi della cool Britannia con alcune storie degli Oasis e una dei Primal Scream, perché, appunto, oggigiorno, diciamo che il rock, tra il fatto che come musica ha fatto il suo tempo nel senso che: è la musica che io amo ma non è quella che esprime il mondo d’oggi, legata a un altro tipo di mondo. Anche proprio per i suoni stessi che evoca, quelli del rombo dei motori o dei rumori di fabbrica. Per questo stesso motivo, non ci può oggi essere una rockstar che sia così universale senza perdere in – non vorrei dire progressività perché non è un termine che mi piace – ma il rock è diventato tanto più buono, specialmente negli Stati Uniti (penso alla grande patria del rock, quella originaria), se tu leggi le biografie delle rockstar una volta diventate vecchie, gli ultimi capitoli sono sempre degli eventi di apparizioni Tv, Superbowl eccetera… Questo non è più rock’n’roll. Il rock’n’roll inteso come lifestyle indubbiamente si è fermato agli anni 90. E’ espressione di un’altra epoca. Per cui, queste sono figure mitologiche, come gli eroi dell’IIiade in un certo senso. Per cui, se vuoi sognare su delle vite vissute al massimo, e poi proprio questo è il senso, io do in questi non tanto il concetto dello scandalo e della perversione che non mi interessa più di tanto, quanto questa gioia di vivere portata fino all’eccesso e anche a livelli di stupidità o di epicità a seconda dei casi. Non c’è, più, non ci può più essere, e quindi si sogna sul passato. Su quel tempo di un mondo che fu.
Ma queste storie sono tutte vere o c’è anche un pizzico di leggenda?
No no, la cosa proprio che distingue questi due libri da tanti altri sullo stesso filone è di non aver scelto la leggenda quando non c’è il fatto così eclatante. Perché sono convinto che le vite di questi personaggi siano talmente piene di fatti eclatanti che di per sé non hanno bisogno di altre leggende. Tanto è vero che nel primo volume racconto un episodio della vita di Keith Moon che viene smontato, addirittura. E cioè viene spiegato come lui si sia vantato per anni di un’impresa che non ha mai compiuto, e questo in base sia a testi del bassista John Entwistle sia in base a ragionamenti, che non permettevano che fosse sttaa compiuta questa impresa. Io sono convinto appunto che - in questo c’è un collegamento con i libri precedenti – che la realtà di queste vite basti a lasciare a bocca aperta, ad affascinare, a restituire il sapore di un mondo che non c’è più. A restituirmi anche a me, mentre li scrivevo, l’eccitazione che provavo quando ero ragazzino e leggevo brandelli, accenni di queste avventure sulla stampa musicale dell’epoca o sui libri musicali dell’epoca. E quindi, come spiego anche nell’ultima pagina di questo libro, ho cercato assolutamente di ricostruire il più fedelmente possibile, in base alle testimonianze di chi c’era, quello che è successo per ognuna di queste storie. Spesso basandomi anche su bibliografia estera piuttosto che su quella solamente tradotta in italiano. E poi, se ci sono degli errori, bisogna imputarli a questo punto a quelli che l’hanno raccontato. Io cercato anche di confrontare le fonti, per trovare eventuali discrepanze. In questo senso, c’è comunque un filo conduttore con la mia produzione precedente. Devo dire che il punto di svolta è stato proprio il libro sulla PFM. Dove per volontà della PFM sono rimasti fuori degli aneddoti da vero rocker che non si sono potuti raccontare. E allora lì mi ha preso un po’ male con questo mondo della musica italiana che anche quando sei rock non devi farlo sapere in giro, e sono andato da chi invece non ha mai avuto problemi a raccontare quello che ha fatto, perché è parte della leggenda rock. E quindi mi sono rivolto al mondo anglosassone con qualche deviazione in francese al massimo.
Non è proprio possibile realizzare un libro su sesso droga e rock and roll su artisti italiani? Di artisti che si prestano, in effetti, ce ne sarebbero.
No, io ti dico di sì. A patto di avere uno studio legale che fa invidia a quello di Berlusconi, che insomma è uno che per le sue possibilità economiche qualche avvocato capace può permetterselo. Perché appunto, il punto in Italia come ti dicevo prima, nessuno vuole che vengano raccontate queste cose. Personaggi ne abbiamo sicuramente. Quello più ovvio è Vasco Rossi ma su quello che succede nella vita di Vasco Rossi, nel backstage ancora oggi, c’è una cortina di silenzio impressionante. Si mormora che ci sia pena di licenziamento per chi parla, accenna qualcosa. Patty Pravo, la PFM stessa che essendo anche stata una band che ha girato sia in Inghilterra che in America per almeno tre anni ne ha viste e fatte di cotte e di crude, anche nel primo periodo qua in Italia. Di Ligabue si mormorano storie di groupies così come di Capossela, anche se non è propriamente rock. Giusto per dirti i primi che mi vengono in mente. Non oso immaginare cosa ci possa essere sui Litfiba tra anni 80 e anni 90. Penso che di materiale ce ne sarebbe. Il punto è che in Italia manca questa consapevolezza di essere una rockstar e quindi le proprie avventure giovanili facciano parte della mitologia. Non c’è nessuno che si racconta quasi senza peli sulla lingua come Keith Richards ha fatto in Life, o come Steven Tyler nella sua autobiografia uscita nel 2012. Potrei continuare l’elenco chiaramente. E quindi penso che questo libro non lo vedremo mai. Hai utilizzato moltissimo i Rolling Stones in entrambi i libri. Loro sono proprio la quintessenza del sesso droga e rock’n’roll secondo te?
Penso che gli unici che possono insediarli da questo punto di vista sono i Led Zeppelin. Comunque i Rolling Stones hanno almeno sette anni di vantaggio , nel senso che sono in pista da prima e fin da subito non hanno avuto remore a mostrarsi con la cattiveria. Complice anche il taglio pubblicitario che ha dato Andrew Loog Oldham. Secondo me è quello che li ha portati al successo. Che appunto si riassume nello slogan che ha trovato “Fareste uscire vostra figlia con uno dei Rolling Stones?” a esaltarme la minacciosità, la pericolosità. Per cui, non hanno avuto mai peli sulla lingua nel raccontare le loro avventure o pudore nello smentirle. A differenza dei Beatles, che ne facevano – pare – altrettante, ma per volontà di Brian Epstein era tutto coperto. Sono stati i primi a incorrere in guai giudiziari. Hanno avuto la fortuna in questo senso, in quello di creare una mitologia e di assommare una serie di personalità che effettivamente tra Jagger, Richards e Brian Jones, già loro tre sono delle personalità così prorompenti che hanno sommato tutta una serie di storie, che hanno portato nell’entourage del gruppo una serie di altre personalità come Marianne Faithfull, Anita Pallenberg, talmente forti e particolari, che è finita per realizzarsi questa cosa che dicevi tu. Sono la quintessenza del rock’n’roll. E quindi, un po’ per una scelta deliberata fin da subito, un po’ per l’assommarsi di personalità, poi anche per il fatto di aver scritto anche Sympathy For The Devil, che anche se parlava di tutt’altro, nell’immaginario comune ha creato l’associazione con il demonio. E sono diventato questa band singolare, imprescindibile. Se non esistessero, bisognerebbe inventarli. Come loro, i Led Zeppelin e anche Iggy Pop. Però loro per primi, sicuramente.
Le ultime storie che racconti sono relative a Oasis e Primal Scream. Non hai trattato però alcune vicende dell’hip hop che pure sono molto interessanti dal tuo punto di vista.
E’ vero quello che dici. Però dell’hip hop non ne tratto perché sostanzialmente è un altro genere. Nonostante ci siano stati dei crossover tra hip hop e rock, nella mia visione e gusti si tratta di un genere totalmente alieno che non mi interessa molto tranne le dovute eccezioni. E quindi, dato che sono io a scrivere il libro… Come dicevo, hai perfettamente ragione. L’hip hop, che possiamo farlo partire come data di nascita certa nel 79, nonostante varie anticipazioni precedenti, ha una parabola che lo ha portato in auge in tempi più recenti rispetto a quelli del rock’n’roll ed è stato uno dei generi che ha preso il posto del rock’n’roll. Anche se adesso secondo me comincia a entrare in crisi anche lui, superato da altre forme musicali. E l’ha superato secondo me anche proprio in virtù a queste storie che anche lui può esibire, che anche lì hanno contribuito a creare una mitologia che per certi versi può risultare anche più forte di quella del rockìn’roll. Perché come dicevi appunto, c’è gente che si spara, a parte quella famosa tra Notorious BIG e Tupac Shakur, ma ce ne sono tantissimi altri esempi. Poi, ovviamente , anche questo ha contribuito a farlo diventare quello che è diventato, cioè il genere che a un certo punto ha sostituito il rock. Però appunto, per me è un’altra cosa. Se ci fosse un appassionato di hip hop che volesse scriverne, avrebbe materiale a pacchi, ovviamente. E però, in effetti, dopo l’hip hop questo tipo di mitologia è abbastanza scomparso. Non lo vedo presente in altri generi. Anche negli ultimi tempi, sono tutti buoni, gentili e con un aperitivo in mano. E quindi non c’è molto da raccontare.
Qual è di tutti gli episodi trattati in questo libro, quello che ti sei divertito di più a scrivere?
Potrei citarne diversi a vario titolo. Più una storia che tenevo molto a raccontare e che ho approfondito, ma conoscevo già nelle linee portanti – si è trattato di sistemare dei dettagli – è quella di Vince Taylor, che è un personaggio che pochi conoscono, ma è il trait-d-union tra Bob Dylan e David Bowie. Perché è questo rocker un po’ fuori tempo massimo, che pure riesce a scrivere un classico del rock’n’roll come Brand New Cadillac e diventa una star in Francia. Lui che è inglese emigrato in America, insomma diventa una star in Francia. E un brutto giorno si trova a Londra, va a una festa all’Hotel Savoy di Londra data da Bob Dylan, prende dell’Lsd troppo potente e va completamente fuori di testa. Si convince di essere un apostolo di Dio o Dio stesso a seconda dei momenti, torna in Francia, carriera distrutta, si ritrova a vagare come un profeta per le strade di Londra, soprattutto quelle del distretto musicale, e viene notato da un giovane ragazzo in cerca di fortuna come musicista… Perché appunto farnetica di basi aliene, sotto le montagne che lui sa trovare semplicemente guardando le mappe geografiche, e appunto proclama di essere il Messia. E questo ragazzo è David Bowie, che si ricorderà di lui per la creazione poi del personaggio di Ziggy Stardust. E la cosa è tanto più affascinante perché Bowie più tardi disse che la sua voce sarebbe stata come quella di Dylan se nato a Brixton. E Vince Taylor in sostanza è il collegamento fisico tra Dylan e Bowie, questi due giganti che segnano due decenni del rock. E di una storia di pieno eccesso oltre ogni dire. Per cui, mi piaceva molto. Dal punto di vista di storie che mi sono divertito ad approfondire, è quella della relazione tra Elvis Presley e Tura Satana, questa showgirl, spogliarellista e attrice degli anni 50 e 60, nota per aver interpretato Faster Faster Pussycat, il famoso film di Russ Meyer. Oppure anche, è stata molto divertente le due storie degli Oasis che mi confermano che Liam Gallagher è l’amico bullo che tutti vorrebbero avere. E anche la rivalità tra Hendrix e gli Stones che racconto in due episodi intitolati Stone Free. In quanto Hendrix era stato segnalato al manager degli Stones e dalla ragazza di Keith Richards. Non viene poi scritturato e sviluppa un’antipatia particolare per Jagger, perché si convince che Jagger non abbia dato l’ok perché fosse scritturato da Oldham. E quindi comincia una sfida a base di chi ruba la donna dell’altro. Una sfida che Hendrix non poteva vincere perché contro Jagger non ce la può fare. Altre storie interessanti sono le varie relazioni, a proposito di Jagger, di tipo omosessuale. Perché sono stupefacenti anch’esse.
Articolo del
20/09/2018 -
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