Sativa Rose sono un gruppo nato dall’idea di due musicisti romani, Alessio Mazzeo e Massimiliano Santori che hanno scelto di utilizzare il nome di una pornostar - Sativa Rose appunto - come atto di protesta contro i tabù sociali, rispondendo ad una loro precisa esigenza artistica ed umana e alla voglia di sintetizzare esperienze e contaminazioni musicali in un sound personale. Un progetto che negli anni ha mutato forma per arrivare al sound ed alla formazione attuale. Il loro suono spazia dall'indietronica all'elettro pop, non rinnegando mai le molteplici influenze dei suoi singoli componenti che vanno dalla musica classica al jazz, dal minimalismo al synth pop, dal rock all'elettronica. I loro testi sono piccole finestre di osservazione sul mondo dove dentro ci si possono trovare sparse le esperienze, le speranze e le ansie dei Sativa Rose Abbiamo incontrato e intervistato Alessio Mazzeo, autore, compositore e voce della band
Siete stati ospiti nella nostra trasmissione Radio Voi su Radio Kaos Italy e con grande piacere abbiamo conosciuto Alessio Mazzeo, raffinato musicista e cantautore, un artista completo. La prima domanda, inevitabile, comune, è stata quella della scelta del nome, Sativa Rose. Un nome provocatorio, importante. Come nasce questa scelta? Intanto grazie per i complimenti, il piacere è stato mio! Potermi esprimere a tutto tondo nelle interviste è qualcosa che apprezzo molto, al di là delle domande di rito. Perché prima che artista sono sempre stato molto appassionato d'arte e di musica in particolare. In realtà il nome Sativa Rose è nato per caso. Sicuramente eravamo alla ricerca di un qualcosa che, in linea con il progetto, potesse avere una lettura superficiale ed una più profonda... non ci sono mai piaciuti questi nomi senza senso che vanno di moda tra i progetti italiani, li abbiamo sempre trovati privi di personalità, anche se poi in molti casi supportati da ottima musica; siccome però per noi il nome è qualcosa di importante, di identitario, abbiamo scelto di fondere assieme due forme di piacere auto indotto che fanno parte della quotidianità di tutti, ed in particolare della nostra generazione, ma di cui si ha ancora difficoltà a parlare: La Sativa, intesa come antidepressivo, e l’unicum “Sativa Rose”, che è un chiaro rimando alla pornografia. Dopotutto anche la musica è una forma di piacere autoindotto, no? La cosa che ci fa piacere è che attualmente siamo l'unica band ad avere il nome di una pornostar! (ride)
Affrontate alcuni temi-tabù: droghe e pornografia. Quanta ipocrisia c'è ancora nella nostra società, a metà 2018? Sono sicuramente due temi più che mai presenti nella società di oggi, proprio per questo crediamo possa essere importante parlarne. Non ci si può nascondere dietro ad un dito. In linea con quanto dicevo prima, crediamo che l'ipocrisia ci sia, ma crediamo anche che sia qualcosa di insito nel genere umano. Ognuno di noi tende a classificare su piani diversi diverse tematiche; per cui è chiaro che ognuno di noi sia portato a criticare qualcosa senza avere la giusta lucidità per osservarsi dall'esterno, al fine di migliorare le proprie debolezze o venire a patti con le proprie contraddizioni. Questo credo possa interessare chiunque, anche se in modalità e forme diverse, me compreso. Vero è che l'esposizione che possiamo avere nel 2018, attraverso i social ad esempio, era qualcosa di inedito per le generazioni passate, per cui certi atteggiamenti oggi escono con maggiore facilità rispetto a prima.
Siete nati come un quartetto, cosa è cambiato attualmente in questo passaggio? Quali esigenze, sound, necessità, espressione artistica? Dall'indie-rock a un sound decisamente elettronico, atmosfere piene di intensità È cambiato il grado di maturazione, che ha portato con sè necessità e sound diversi. L'indie rock era quel genere che quindici anni fa ti faceva illudere che ci potesse essere ancora spazio per le rockstar. Come se ci fosse stato un ritorno di fiamma per tutta quella musica che parte da Chuck Barry, passa per Ramones e Joy Disivion e arriva fino a Nirvana e Pearl Jam. La verità però è diversa. Gruppi che adoro, come gli Strokes, Gli Arctic Monkeys o i Franz Ferdinand, appartengono ormai al passato. E anche se parliamo di un passato "recente", come artista ho sempre pensato che, se vuoi fare musica, il tuo obiettivo debba essere necessariamente quello di guardare avanti. Avendo il coraggio di uscire fuori dagli schemi, per la necessità di ricercare una personale cifra stilistica. Ho sempre pensato che il futuro della musica, in accordo con il resto del mondo, sarebbe stata la tecnologia, in questo caso al servizio dell'arte. Il mio grande obiettivo è sempre stato quello rileggere i grandi esempi del passato per filtrarli attraverso un sound elettronico, che fosse capace di sintetizzare le contaminazioni, al servizio di qualcosa di nuovo, di fresco. Per questo per me, al di là della composizione in sé, l'arrangiamento è molto importante. Sia Massimiliano Santori che io abbiamo suonato tanti generi ed ascoltato tanta musica, per questo ci risulterebbe difficile non inserire qualcosa di questo all'interno dei nostri pezzi, sono colori che hai dentro perché fanno parte della tua maturazione artistica, delle tue esperienze musicali.
Alessio, cosa ascolti quando non componi? Ami scrivere in un momento particolare della giornata? Davvero di tutto. Dipende dagli stati d'animo. Quando ho bisogno di un po' di tempo per stare con me di solito musica classica o Jazz. Se sono alla ricerca di nuove sonorità attingo dall'elettronica o dalla musica sperimentale. In macchina spazio molto: dai grandi come i Clash o i Pink Floyd, passando per Philip Glass ed i Daft Punk per gasarmi con gruppi come Vaccines o Pop_X. Quando devo rilassarmi del tutto o addormentarmi invece ascolto il white noise. È qualcosa di cui non riesco a fare a meno. Generalmente non c'è un momento particolare in cui compongo. Anche se può sembrare banale, di base parto sempre dall'ispirazione. Mi viene in mente una melodia che spesso ha già frammenti di testo con un senso compiuto... mi successe così per Sciarada (canticchia: "Ho lo yacht ancorato a Cortina), ma anche per P-XYZ (accenna: "è questione di stile, ogni tanto ho in mente lei... quando è bella e sorride..."). Di solito le prime cose che dico nel testo e le linee iniziali sono sempre frutto di questa ispirazione, ed è qualcosa che non puoi pianificare. Per questo ho il cellulare pieno zeppo di memo audio. Se dovessi fare una media, comunque, sicuramente scrivo più di notte. Ho sempre avuto difficoltà ad addormentarmi, e la notte è uno di quei rari momenti in cui intorno non hai tutto quel “rumore” che ti disturba. Hai l'opportunità di startene con te stesso. Per questo le migliori idee mi vengono la notte, quando sto facendo qualcosa di completamente diverso dal suonare e dal comporre. Credo siano cose che hai dentro ma che hanno bisogno di condizioni particolari per uscire.
Il singolo Sciarada, minimalista, intenso, rivolge una critica diretta al mondo dei social, all'esposizione e sovraesposizione mediatica, all'approvazione della nostra vita tramite un "like" e il numero dei "contatti". Come nasce questa canzone? Il testo interessante e il sound? Siamo arrivati, secondo la vostra opinione, a quello che Orwell nel libro 1984 definiva "Il Grande Fratello vi guarda – Big Brother is watching you?" ma anche "Se vuoi un’immagine del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano, per sempre". Cosa ne pensi e pensate di queste due affermazioni? Come mi è già capitato di dire in altre occasioni, Sciarada è un pezzo scritto davvero di getto. Ero a letto e scrollavo la home di FB dal cellulare. Tra le varie foto dei contatti, postate spesso proprio per rendere un immaginario, vidi un video: il protagonista era un ragazzo, che di base era una persona solitaria e depressa, il cui unico punto di affaccio sul mondo erano i social network. In questi, ritoccando le fotografie ed accompagnandole con frasi sapientemente elaborate, riusciva ad apparire come una persona completamente diversa, interessante, con un'intensa vita sociale, sempre sorridente e positiva. Sentii un nodo in pancia, subito canticchiai "ho lo yacht ancorato a Cortina..." mi alzai dal letto, accesi la luce e mi misi al pianoforte. non ricordo bene che ora fosse, ma doveva essere tardi perchè ricordo ancora che quello del piano di sotto bussò fortissimo! (ride) Il sound è nato grazie al lavoro a sei mani con Federico Dragogna ed Enea Bardi, al Mono Studio di Milano. Io ho scritto il testo e la musica, ma i suoni ed il sound finale li ho lasciati a loro. Io non sono un produttore. Certo è che già dai provini si avvertiva questa volontà di avere un suono elettronico-minimalista, che giocava molto sulle dinamiche e sui riempimenti-svuotamenti … “1984” lo ricordo sempre con molto piacere... quando ero piccolo mio padre durante le vacanze estive mi diceva sempre "scegli: o studi, o leggi un romanzo". A me studiare non ha mai fatto impazzire, così sceglievo sempre di leggere. Anche per questo ho letto moltissimi romanzi, uno dei quali è proprio 1984... che reputo un romanzo brillante ed avveniristico, soprattutto nella parte in cui si parla dei tre blocchi in cui è diviso il mondo, che mi tornò subito alla mente quando sentii parlare per la prima volta di Brexit, ad esempio. Perché se i blocchi Occidentale (USA/Europa) e quello Orientale (Russia/Cina) potevano essere intuibili, il terzo mi è stato chiaro con la Brexit, quando l’ho potuto accostare agli Uk ed al Commonwealth (Australia, etc)… credo che in Orwell ci fosse una genialità, anche La fattoria degli animali è un bel libro... ma per quanto riguarda la mia opinione personale sulle due affermazioni in esame, oltre al fatto che non credo sia importante, credo che, pur avendo una mia opinione, sia meglio per me dedicarmi a quello che è il mio campo, ovvero la musica
Orwell ci rimanda alla frase "sento costantemente una pressione, addosso a me ..." Torniamo sempre a lui? Il bello delle canzoni è che poi ognuno ci trova dentro quello che vuole e ci si immedesima in modo diverso a seconda del proprio vissuto... con quella frase non pensavo ad Orwell, almeno non coscientemente, ma cercavo piuttosto di parlare della situazione della mia generazione. Noi siamo la generazione della pressione e dell'ansia. Viviamo in modo frenetico e ci teniamo impegnati in mille modi diversi, forse proprio per non pensare alla nostra condizione, o per sentirci realizzati, o per fuggire dai pensieri, non so... ma la verità è che non siamo felici. Ci accomunano sensazioni quali la malinconia, la nostalgia, l'ansia... come se fossimo una generazione di passaggio, per cui ogni aspettativa è diventata un miraggio, ogni sicurezza che potevamo avere non ci appare più solida e per cui il futuro è incerto. Forse anche per questo siamo un po' superficiali e badiamo moltissimo al presente, all'apparenza, al "tutto e subito"
E' uscito il nuovo singolo, il secondo "P-XYZ", raccontaci come è nato P-XYZ è un pezzo malinconico, mascherato da pezzo allegro. Sicuramente, rispetto a Sciarada, è un pezzo di "Pancia" e non di "testa". È nato come dicevo prima: all'improvviso. Mi è tornata in mente questa ragazza, che adesso vive a Londra, e con cui, per un motivo o per l'altro, non siamo mai riusciti a far decollare le cose. Prima la mia laurea, poi la sua, poi il trasferimento a Londra... vidi una sua foto ed ebbi un flash di noi assieme a Villa Ada durante un concerto o qualcosa del genere; pensai qualcosa tipo "che stile!". Così venne la linea della voce: "è questione di stile, ogni tanto ho in mente lei..." Soprattutto nelle strofe ho cercato poi di inserire un concetto cardine della mia composizione: quello del riff che si intreccia con la linea vocale, come in una sorta di contrappunto. Questo si trova anche in sciarada, nei ritornelli. P-XYZ è un pezzo che consiglio davvero, perchè ritengo che, oltre all'orecchiabilità ed alla ballabilità in sè, sia un pezzo che ti porta per mano dentro alcune esperienze senza doverle spiegare, che ha frasi che legano persone con vissuti diversi, ed immagini che molti possono fare loro... è uno di quei pezzi che la gente canta e che ci chiedono come bis ai live. Perchè parla di una malinconia generazionale, ma lo fa in modo fresco, non triste Progetti estivi e prossimo futuro? Disco? L'8 luglio Roma Brucia a Villa Ada. Per il resto, la nostra priorità è il disco. Poi abbiamo già in programma diverse cose su cui già siamo al lavoro; ma Massimiliano ed io ci concentriamo sulla musica, lasciando le strategie ed i comunicati ai professionisti che ci seguono. Per questo non vogliamo dare appuntamenti temporali, ma chiediamo alla gente di darci fiducia e di ascoltarci, ne varrà la pena…
Articolo del
06/07/2018 -
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