È uscito per Early Sounds Recordings il 24 gennaio 2025 il nuovo album di Pellegrino & Zodyaco “KOINÈ”, anticipato nell’anno passato dall’uscita dei singoli “L’aura” e “Saditè”.
L’album, una sorta di viaggio musicale alla ricerca di una nuova libertà creativa, si richiama al libro “Éloge de la fuite” (“Elogio della fuga”) scritto dal medico Henri Laborit nel 1976, dove l’autore dopo aver analizzato gli aspetti fondamentali della vita umana, si concentra sul bisogno quasi permanente dell'essere umano di uscire dalla situazione in cui si trova, per ricercare un nuovo stato di piacere, ma anche un linguaggio comune, così come il significato della parola Koinè.
Ed in effetti l’ultimo lavoro di Pellegrino (all’anagrafe Pellegrino S. Nichelotto), grazie a un genere che si potrebbe definire una particolare fusion, fra latino, funk e sonorità mediterranee, con influenze pop e dance, ma anche jazz, si presenta all’ascoltatore come una sorta di piacevole esplorazione di atmosfere particolari.
Il prodotto musicale si inquadra nel più ampio progetto musicale “Pellegrino e Zodyaco” (Zodyaco è la band che accompagna Pellegrino, composta da artisti di altissimo livello tecnico) e viene definito dallo stesso Pellegrino come un percorso senza meta definita, ma con la ferma “volontà di esplorare nuovi linguaggi sonori che mantengono salde le radici partenopee, pur aprendosi a un‘estetica musicale globale e contemporanea”.
Quanto dichiarato dall’artista risponde effettivamente a ciò che l’ascoltatore può apprezzare: sonorità complesse, alle quali afferiscono vari generi musicali, che però non perdono la loro originaria provenienza geografica ma la trasfondono in una nuova dimensione. Alcuni pezzi risaltano sugli altri.
In particolare il pezzo di apertura, “Pecche”, talmente orecchiabile da stimolare l’ascoltatore al ballo, un pezzo ben congegnato e vagamente sudamericano, ma anche “Mario” che stupisce non solo per il perfetto dialogo fra chitarra e basso a metà del pezzo, ma anche per le parole emblematiche “E vulesse trovà o’ tiempo // per fermà chillu mumento // quand’ò sole scenne lento”.
Il richiamo alla fugacità del tempo e all’impossibilità di fissare per sempre una determinata sensazione non induce peraltro alla tristezza grazie all’allegria della parte musicale.
Altro bel pezzo “L'aura” con una intro data dal piano e dalle percussioni, dove l’ascoltatore non può non notare la maestria nell’articolazione dei suoni del basso che non tiene semplicemente la struttura ritmica, ma partecipa attivamente alle parti melodiche. Un pezzo lungo, ma ben inframezzato dai frequenti stop di batteria e dalle corrispondenti interlocuzioni strumentali.
“La Malìa del Sur” è forse il brano che più di tutti esprime il groviglio dei generi e di culture musicali diverse, dato dai vari strumenti e sonorità che via via si alternano a partire dall’inizio, che oscilla fra musica spagnola, orientale, e sudamericana, mentre proseguendo sembra ricercare un collegamento fra passato e presente.
Nel complesso un album piacevole, magistralmente realizzato, impeccabili gli arrangiamenti, da ascoltare e, volendo, da ballare!
TRACKLIST 1. Pecché 2. Mario 3. L’aura 4. Palepoli 5. Saditè 6. La Malìa del Sur 7. Faccussì 8. Sirene
LINE UP Gabriella Di Capua voce, Pellegrino S. Snichelotto voce e synth programming, Ergio Valente tastiere e synth, Igor Di Martino chitarre, Domenico Andria basso, Pasquale Benincasa percussioni e marimba, Salvatore Rainone batteria, Andrea Santaniello sax e flauto, Gaetano Palumbo sax
Articolo del
31/01/2025 -
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