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Belize
Graffiti
2018
Ghost Records / Believe Digital
di
Angelo Bianco
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Dopo aver solcato i palchi di X Factor, con il benestare di Manuel Agnelli degli Afterhours, i Belize si affacciano nuovamente sulla scena emergente italiana con un album che unisce nuovi brani a quelli già presenti nel precedente EP Replica. Il quartetto di Varese arriva oggi negli store con Graffiti, prodotto da Ghost Records / Believe Digital, che ripropone un trip hop moderno dalla forte connotazione urban.
Ad aprire l’album ci pensa la voce del frontman Riccardo Montanari trasuda una certa malinconia di fondo in A Lei così come in Iride quest’ultima già presente nell’EP Replica: nell’album infatti rientrano anche singoli estratti dal precedente lavoro come Pianosequenza, diventata subito virale su Spotify, o Superman. Due le collaborazioni nell’album, la prima con Mecna in Non aprite quella porta mentre la seconda porta la firma di Luca Galizia, in arte Generic Animal, con il brano Barca.
Per quanto riguarda le sonorità i Belize portano avanti la loro idea di proporre trip hop e pop con testi che spesso e volentieri si rifanno a un cantautorato anche importante rielaborati però per essere fruibili per un ascolto non troppo impegnato ma comunque orecchiabile e gradevole. In effetti quello dei Belize è un sound atipico, per certi versi inedito ma non per questo etichettabile come di nicchia o demodé, tutt’altro, i brani denotano una certa modernità tanto nei contenuti che nei suoni. Non a caso è una città come Milano ad ispirare la musica del gruppo varesino, dove il gruppo ha preso ispirazione da intere giornate trascorse per le vie del capoluogo lombardo, di aperitivi in centro e le serate passate nei locali. Così Buenos Aires, proposta in due distinte tracce, si trasforma nell’omonimo corso nel cuore milanese, dove trova spazio pure l’instrumental della title track Graffiti, dove la voce di Montanari in cui viene fuori tutto lo stile urban che pervade l’album.
Fisher Price si apre a un suono più aperto e vivace mentre dall’altra parte abbiamo qualche pezzo meno riuscito e che perde quell’essenzialità del testo per avventurarsi alla ricerca di frasi d’effetto ricche di citazioni. Ma in ogni caso il linguaggio usato dai Belize è giovanile, fresco e moderno, del tutto comprensibile vista l’età del quartetto di Varese.
La strada intrapresa con Graffiti rappresenta un passo importante per la band varesina; un lavoro importante nel percorso di crescita musicale. Le dodici tracce dell’album mettono in luce la capacità dei Belize di fare musica attecchendo da una moltitudine di generi il cui risultato è un mix moderno di trip hop e pop con testi interessanti che seguono comunque il trend della scena indipendente italiana. Non che questo sia un male, anzi, mai come in questo caso i testi connotano talvolta una profondità inaspettata. Graffiti segna un importante passo per i Belize, con la speranza che questo venga visto dalla band di Varese come un punto di partenza verso una maturità musicale e non come un punto di arrivo, per imporsi nell’affollato panorama musicale italiano
Articolo del
15/06/2018 -
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