Il 19 maggio del 2017 è uscito l’album di debutto dei Tenax con l’etichetta discografica (R)esisto; un gruppo che, attraverso varie sperimentazioni di generi susseguitesi dal 2000 in avanti, si è specializzato in un Hard Rock dall’energia esplosiva e trascinante.
I Tenax sono nati nel 2000 dall’idea del frontman, Alessio Pacifici e riescono negli anni a perfezionare il loro stile fino al 2008, anno della vera e netta svolta di genere verso l’Hard Rock che possiamo ascoltare anche in questo album che prende il nome dal gruppo, composto da 4 tracce (Gogna, Club 27, Virtual Love, Vivo Libero).
Proprio da quel 2008, oltre al netto cambio di genere, si ha anche un cambiamento delle performance e dei contenuti: infatti il gruppo passa da suonare quasi esclusivamente cover di vari musicisti italiani ed internazionali ad inediti, a detta loro, in veste più aggressiva ed internazionale. Descrizione che si sposa a meraviglia con la loro “Carpe Diem”, non inclusa nell’album, la quale è caratterizzata da un ritmo di chitarra molto energico.
Le tracce dell’Ep seguono tutte un sistema di composizione Hard Rock scolastico, ma non per questo deludente, cioè formato ad esempio da un ritmo spesso trascinante di chitarra e batteria con ritmi molto simili tra loro: le tracce a parer mio sono tutte molto orecchiabili e coinvolgenti, nota di merito anche ai testi che trattano anche di temi che non si ascoltano spesso in questo genere, specialmente in Italia, come il Club 27; quel gruppo di musicisti tragicamente morti all’età di 27 anni. Proprio la intro, Club 27, è caratterizzata da una intro acustica e melodica, a tratti quasi psichedelica, prima di lasciare spazio all’overdrive della chitarra.
In generale la chitarra distorta la fa da padrona in tutte le loro canzoni, sia nella canzone in sé che nella intro, accompagnata dalla batteria che scandisce il ritmo, il tutto condito dalla “ribelle” voce del cantante, la quale si sposa a meraviglia con il genere scelto dal gruppo. Personalmente reputo che ci voglia ancora un po’ lavoro per perfezionare il sistema che di per sé reputo molto interessante, ma pare comunque che funzioni: la sensazione ascoltando il disco è quella che il gruppo si sia “divertito” a comporlo e pare anche che si diverta a suonarlo, segno inequivocabile dell’impegno dedicato alle singole canzoni
Articolo del
06/06/2018 -
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