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Wild Nothing
Un viaggio nel magico dream pop di Jack Tatum
di
Emmebi .
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Jack Tatum a 23 anni era già considerato il predestinato della scena indie statunitense, con Toro Y Moi, Washed Out e Twin Shadow tra i prodigi di un certo indie trasognante e romantico che rimanda alla grande wave UK degli anni 80, il lo-fi americano e le atmosfere tipiche del dream pop e dello shoegaze. Jack viene da una piccola provincia della Virginia, e i suoi Wild Nothing in studio sono una one man band dove lui si occupa di tutto, dai suoni alla produzione. Dal vivo invece si presenta con una band vera e propria, composta da quattro elementi.
L’esordio discografico con Gemini nel 2010 li classificò nella chart dei migliori 50 album di Pitchfork, ed il successivo Nocturne è un progetto ancor più ambizioso e convincente, dove chitarre, basso e drum-machine sono mescolati ad arte seguendo le formule in voga nelle migliori produzioni anni Ottanta.
Adesso Jack Tatum torna in Italia per tre date per presente il nuovo album Indigo, a due anni dall’ultimo disco Life in Pause. “INDIGO” segna un ritorno alla freschezza e spontaneità dell’album di debutto del 2010, “Gemini” e dall’altro invece raggiunge il culmine delle altezze toccate, delle strade percorse e delle lezioni apprese durante la creazione dei lavori seguenti “Nocturne” e “Life of Pause”. Questo quarto album ci mostra un Tatum al massimo della sicurezza di sé, in un album che è la perfetta fusione di umanità e tecnologia hi –fi.
In INDIGO, Tatum bilancia risorse e influenze. “Volevo che suonasse come un classico disco in studio, Volevo inserirmi in una narrativa più ampia, musicalmente vicina agli artisti che amo” “I dischi che hanno influenzato il suono di questo lavoro sono certamente quelli di Roxy Music, Kate Bush e Fleetwood Mac”.
Il risultato è un album in cui si utilizzano i meccanismi artistici del tocco umano con la precisione della tecnologia per creare un suono classico e incontaminato che Tatum ha ricercato per tutta la sua carriera: dal battito d’apertura della batteria alla chitarra acustica e al synth radicale di “Letting Go”, dalla voce di Bryan Ferry di Tatum su “Oscillation” fino agli anni ’80 di “Partners in Motion”.
Per quanto concerne il titolo dell’album, Tatum indica una lirica nella nuova canzone “The Closest Thing To Living”: “Breathe indigo, its the closest thing to living”. “Mentre stavo scrivendo quella canzone pensavo al modo in cui noi ci siamo fusi con l’intelligenza artificiale, vedendo che il sottile iPhone blu si illuminava sui volti di tutti e immaginavo che questo colore fosse rappresentativo del nostro sforzo di abbracciare questo cambiamento nell’umanità. Si tratta quindi dell’idea di raccontare questa realtà retroilluminata in cui viviamo tutti e capire come accettarla”
Wild Nothings Tour Italia 2019 7 marzo 2019 @ MILANO - SANTERIA SOCIAL CLUB 8 marzo 2019 @ ROMA - MONK 9 marzo 2019 @ BOLOGNA - COVO CLUB
Articolo del
04/03/2019 -
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